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La logopedia al San Camillo: diagnosi e patologie trattate

2021-10-07
La logopedia al San Camillo: diagnosi e patologie trattate

Uno degli ambiti d’eccellenza del San Camillo riguarda il servizio di logopedia e foniatria, dove vengono definiti percorsi di cura e di riabilitazione per il trattamento dei disturbi della comunicazione e del linguaggio, grazie al lavoro dell’equipe multidisciplinare.

Il Servizio di logopedia prende in carico in regime ambulatoriale, in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale o privatamente, i soggetti con i disturbi della comunicazione e della deglutizione come i disturbi specifici del linguaggio, i disturbi dellapprendimento, le deglutizioni disfunzionali, i disturbi della voce. Vengono presi in carico anche tutti quei pazienti con quadri patologici legati a eventi neurologici e a patologie neurodegenerative.

Ma come funziona il servizio e di cosa si occupa nello specifico?

 

La differenza tra logopedista e foniatra

Prima di capire a chi rivolgersi, è bene comprendere gli ambiti d’azione di queste due figure professionali. Il logopedista è il professionista sanitario che si occupa di prevenzione, valutazione e trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio, della comunicazione e della deglutizione in età evolutiva, adulta e geriatrica.

Il foniatra è invece il medico specialista che si occupa della diagnosi e della cura dei disturbi relativi alla deglutizione e a tutti gli aspetti della comunicazione umana: voce, parola e linguaggio.

 

Come avviene una diagnosi di logopedia

Nell’ambulatorio viene dedicata particolare attenzione alla diagnosi e alla presa in carico precoce del paziente. È necessario infatti che il logopedista intervenga quanto prima, e che tutte le attività proposte siano svolte all’interno di un percorso che coinvolge tutte le figure professionali dell’équipe riabilitativa.

Le linee guida attuali per la diagnosi e la presa in carico prevedono le seguenti fasi:

  • Valutazione logopedica: test formali utili a valutare le capacità comunicative e linguistiche del soggetto;
  • Stesura piano di intervento: definizione di obiettivi a breve e a lungo termine condivisi, prima dell'attuazione dell'intervento, con il soggetto e con la famiglia;
  • Trattamento riabilitativo;
  • Verifica intervento: riproposizione della valutazione iniziale allo scopo di analizzare il raggiungimento, o meno, degli obiettivi prefissati.

Il foniatra, in presenza di disturbi della voce (disfonia) e della deglutizione (disfagia), esegue una visita che prevede un’indagine strumentale (nasofibroscopia) attraverso la quale indirizza il logopedista verso il trattamento specifico e personalizzato più efficace per il paziente.

 

Quando rivolgersi al logopedista

In età evolutiva è bene consultare il logopedista se il bambino:

  • a circa 2 anni non ha ancora iniziato a parlare e fa fatica a farsi capire
  • non si esprime in maniera comprensibile dopo i 3 anni
  • non pronuncia bene alcuni suoni
  • non è sempre in grado di comprendere ciò che gli viene detto
  • fa fatica a formulare frasi corrette
  • non deglutisce bene
  • ha difficoltà legate alle funzioni orali
  • balbetta
  • ha difficoltà a scrivere, leggere ed eseguire i calcoli.

In età adulta e geriatrica è importante rivolgersi al logopedista se sono presenti:

Convenzioni

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DICONO DI NOI - Leggi gli articoli che vedono il Presidio Sanitario San Camillo protagonista

 

Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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