Giornata nazionale per prevenzione e cura dell’incontinenza

2025-06-27
Giornata nazionale per prevenzione e cura dell’incontinenza

L’incontinenza è una condizione che colpisce milioni di persone, soprattutto donne, ma che rimane spesso taciuta per imbarazzo o disinformazione. Eppure, si tratta di un disturbo medico curabile, che può essere affrontato con successo se riconosciuto per tempo. La Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dellincontinenza, che ricorre il 28 giugno, nasce proprio con l’intento di rompere il silenzio e promuovere attività di informazione.

 

Quando preoccuparsi? I sintomi dell’incontinenza da non ignorare

Molte persone convivono con perdite urinarie occasionali pensando siano “normali con l’età” o “inevitabili dopo il parto”. In realtà, sintomi come la necessità impellente di urinare, la difficoltà nel trattenere l’urina sotto sforzo o le perdite accidentali durante attività quotidiane, sono segnali che meritano attenzione.

 

L’incontinenza può manifestarsi in forme diverse:

  • da sforzo (in occasione di tosse, starnuti o attività fisica);
  • da urgenza (quando il bisogno di urinare è improvviso e irrefrenabile);
  • mista (una combinazione delle precedenti).

Rivolgersi a un centro specializzato consente di individuare il tipo di incontinenza e agire con tempestività.

 

Diagnosi e trattamento dell’incontinenza: il ruolo del San Camillo di Torino

Il Presidio Sanitario San Camillo di Torino è riconosciuto come centro regionale per la diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria. Grazie a un’équipe multidisciplinare, composta da fisiatri fisioterapisti e infermieri, la struttura offre un percorso completo dalla valutazione alla riabilitazione.

 

Il trattamento si basa su approcci conservativi, tra cui:

  • riabilitazione del pavimento pelvico;
  • tecniche di biofeedback;
  • terapia comportamentale;
  • in alcuni casi, consulenza farmacologica o chirurgica.

Il servizio è rivolto sia a donne che a uomini, e può trattare anche condizioni post-operatorie (es. dopo interventi alla prostata) o legate a patologie neurologiche.

 

 

Come si effettua una diagnosi di incontinenza urinaria?

2025-07-26
Come si effettua una diagnosi di incontinenza urinaria?

Il 28 giugno è la Giornata nazionale per la prevenzione e cura dell'incontinenza. Ma come si riconosce questa problematica?

La diagnosi dell'incontinenza urinaria è prettamente clinica, ovvero con derivazione dall’anamnesi e dall'esame obiettivo.

La descrizione accurata dei sintomi da parte del paziente ci consentirà di capire se l'incontinenza si presenta in occasione di sforzi come tosse, starnuti, cammino, corsa, oppure in situazioni di urgenza, cioè quando vi è uno stimolo minzionale così improvviso da non consentire di arrivare in tempo ad un servizio igienico.

 

 

Quali sono gli esami per la diagnosi dell’incontinenza urinaria?

Esistono alcuni strumenti di diagnosi più complessi che devono essere utilizzati per escludere eventuali cause organiche dell'incontinenza urinaria. In una prima fase vengono effettuati gli esami di primo livello:

  • ecografia vescicale per valutare che non vi sia un elevato residuo post-minzionale.
  • esame delle urine e un’urinocoltura per escludere che vi siano infezioni a carico delle vie urinarie.

 

Gli esami di secondo livello servono a definire meglio le forme di incontinenza più complesse; ne è un esempio l'esame urodinamico, un’indagine che studia la funzionalità del basso tratto urinario, cioè vescica ed uretra, sia nella fase di riempimento che di svuotamento.

 

 

Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria?

2025-05-25
Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria?

 

L’incontinenza urinaria è una condizione ad alta prevalenza definita come una qualsiasi perdita urinaria attraverso l'uretra che si verifica in condizioni e tempi non appropriati per un'adeguata minzione.

Le cause dell’incontinenza urinaria nelle donne

Le cause principali dell’indebolimento del sistema sfinterico femminile possono essere due:

  • l’invecchiamento che si verifica soprattutto dopo la menopausa.
  • la maggiore sensibilità dovuta al parto, in questo caso l’incontinenza è transitoria e tende poi a risolversi.

Altri fattori che possono portare a tale condizione sono legati ad una disfunzione vescicale.

In questi casi l’organo non riesce più a distendersi adeguatamente, il muscolo vescicale detrusore si contrae anticipatamente a quello che è la minzione prevista, generando uno stimolo inaspettato e dunque un'incontinenza urinaria da urgenza.

 

Il Presidio Sanitario San Camillo si impegna quotidianamente nella diffusione delle informazioni in merito all'incontinenza urinaria. Per questo tiene a informare tutti i suoi utenti che il giorno 28 giugno ricorre la Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell'incontinenza, un momento fondamentale per divulgare consapevolezza sul tema e parlare di prevenzione e trattamenti.

 

Bilancio sociale sui dati 2021: il racconto della giornata

2022-11-09
Bilancio sociale sui dati 2021: il racconto della giornata

 

Ieri abbiamo presentato il nostro Bilancio Sociale sui dati del 2021. È stata una giornata ricca di interventi, che hanno coinvolto i nostri medici specialisti, la direzione e i rappresentanti delle principali istituzioni piemontesi.

 

A fare da moderatore c’era il dott. Francesco Arnoletti, direttore sanitario del Presidio.

Franco Ripa, Responsabile della Programmazione dei servizi sanitari e socio-sanitari della Regione Piemonte, ha aperto la presentazione raccontando il progetto dell’Azienda Zero che si pone come obiettivo la miglior gestione e controllo del servizio sanitario.

 

Il canonico Don Alessandro Giraudo, Vicario Generale, ha sottolineato invece come al San Camillo, in quanto ente no profit, sia forte la volontà dei religiosi e di tutti i lavoratori di mettere al centro la persona e le sue necessità.

A seguire, il professore Marco Minetto, Direttore della Scuola di Specialità in Medicina Fisica e Riabilitativa ha portato i saluti del Rettore dell’Università, e la dottoressa Elena Teresa Tropiano, Direttore Amministrativo dell’Asl della città di Torino, auspica il completo recupero delle attività successivo al periodo Covid.

Il dottor Jacopo Rosatelli, Assessore al Welfare, Diritti e Pari Opportunità, rilancia l’importanza del Bilancio Sociale come mezzo di collaborazione affinché nessuno sia isolato all’interno della società.

In ultimo Padre Bebber, amministratore delegato della Fondazione San Camillo, attraverso la parabola del buon samaritano incita a fermarsi ad aiutare le persone in difficoltà dando loro speranza.

 

il dottor Marco Salza, direttore generale del Presidio Sanitario San Camillo, è intervenuto sollevando la questione legata tra carisma e gestione riportando le parole di Alessandra Smerilli Segretaria ad interim del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale:

Tenere dissociato il carisma dalla gestione è un problema per un ente del terzo settore, se la gestione viene sottovalutata nasce il problema economico, se il carisma viene sottovalutato nasce il problema carismatico, quindi far parte del terzo settore non si fa con lo scopo di pagare meno tasse ma lavorare per dei valori”.

 

I principi metodologici del Bilancio Sociale sono stati espressi da Christian Rainero, professore del Dipartimento di management dell’Università di Torino, attraverso la spiegazione della matrice di materialità che mette a confronto le variabili strategiche per tutti gli stakeholder coinvolti. Attraverso questo strumento è possibile misurare l’impatto dei temi rilevanti nei confronti degli stakeholder.

 

Nel corso della mattinata sono state esposte le storie più significative che hanno coinvolto l’équipe medica del San Camillo.

 

Per la sezione dedicata alla riabilitazione, la dottoressa Silvia Di Carlo, fisiatra, ha raccontato l’evoluzione del progetto A.L.B.A la carrozzina che integra i sistemi di guida autonoma con le tecnologie della robotica controllata attraverso la voce.

 

Per la ricerca il dottor Marco Di Monaco, fisiatra, ha spiegato come è strutturato il Comitato Scientifico, ha illustrato la sua funzione strategica che contribuisce alla diffusione del sapere nella comunità scientifica e in che modo nasce un progetto di ricerca.

 

Per la formazione il professor Marco Minetto, Direttore della Scuola di Specialità in Medicina Fisica e Riabilitativa, ha raccontato come è strutturato il sistema della formazione, come sono state distribuite le borse di studio nel corso degli anni e i successi dell’area formativa che comprendono 70 specializzanti solo nel dipartimento di medicina fisica e riabilitativa con una presenza sul territorio regionale di 19 strutture.

 

In conclusione, Il dottor Gianluca Manzo, Direttore amministrativo, ha illustrato come il valore economico creato e distribuito crei un impatto positivo sul territorio.

 

Il dottor Edoardo Barberis appartenente all’Ordine dei Commercialisti e Revisori Contabili di Torino, ha illustrato la validazione professionale del processo. Sottolineando l’importanza del valore inteso come la creazione della libertà delle persone all’interno delle istituzioni che ascoltano e mettono al centro l’essere umano.

 

L'evento si è concluso con il dottore Edoardo Milano, direttore SCRRF, che ha ringraziato tutti i lavoratori del San Camillo con l’augurio di continuare a condividere i valori umani e migliorarsi sempre di più mantenendo il carattere multidisciplinare che è una ricchezza per il San Camillo.

Come capire se si hanno problemi di memoria?

2025-06-18
Come capire se si hanno problemi di memoria?

 

A tutti capita di dimenticare qualcosa: il portafoglio prima di uscire di casa, il nome di una persona conosciuta, un appuntamento o una parola durante una conversazione. Sono cose che accadono normalmente nella vita quotidiana, ma che diventano oggetto di attenzione quando aumenta la frequenza con cui accadono.

 

Attenzione ai campanelli d'allarme per i problemi di memoria

Se durante una conversazione si perde più volte il filo del discorso, non si rintracciano più le parole precise per esprimere un concetto, oppure si ripetono le stesse domande, allora diventa opportuno effettuare un approfondimento diagnostico. Ci sono altre situazioni a cui prestare attenzione, come lo smarrimento continuo di oggetti in casa, tanto da dover individuare dei luoghi fissi per riporli e poterli ritrovare o episodi di disorientamento spaziale in strade e luoghi conosciuti.

Nel caso di patologie degenerative, spesso sono i familiari o le persone vicine a notare i primi segnali di un calo della memoria, notando un cambiamento rispetto al passato. Lo psicologo, attraverso una valutazione cognitiva, sarà in grado di distinguere se si tratta di un declino fisiologico associato all’età oppure l'insorgere di un decadimento cognitivo.

 

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Come il San Camillo si occupa di DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento

2025-06-16
Come il San Camillo si occupa di DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Nel corso degli anni qui al San Camillo la nostra équipe di logopedisti, psicologi e neuropsicologi ha preso in carico numerosi bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento di diverso tipo.

Abbiamo avuto riscontri molto positivi da parte dei bambini e delle famiglie, fungendo da sostegno nel percorso scolastico e nelle semplici attività quotidiane, con serenità e gioia da parte dei genitori. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare sulle difficoltà di ogni singolo bambino per permettergli di affrontare la scuola con più serenità.

 

Il nostro Presidio all'avanguardia per la gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento: intervista su Vanity Fair

Il percorso del nostro Presidio dedicato ai pazienti che soffrono di questi disturbi si sviluppa grazie all’intervento di un équipe multidisciplinare composta da medici specialisti, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi e psicologi, terapisti occupazionali e personale infermieristico con l’obiettivo di assicurare un intervento riabilitativo integrato.

La dottoressa Virginia Lorenzi, logopedista all’interno del nostro Presidio, nel corso di un’intervista pubblicata su Vanity Fair, si esprime sul trattamento dedicato ai pazienti DSA: «Per far fronte ad un disturbo di apprendimento è possibile attuare misure di compenso a supporto delle abilità che risultano maggiormente deficitarie per valorizzare i punti di forza che ognuno possiede». 

Nella medesima intervista Laura Gullone, psicoterapeuta nella nostra struttura, si concentra sulla gestione della dislessia e aggiunge: «Sono proprio i meccanismi compensatori (…) ad essere invece fondamentali per ‘aggirare’ la dislessia: si tratta di mettere in atto, fin da bambini, le strategie più adatte a compensare le proprie difficoltà e valorizzare i propri punti di forza con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia e far emergere il proprio potenziale».

 

Clicca qui per leggere l'intera intervista

 

Giornata mondiale della consapevolezza sugli abusi contro gli anziani

2025-06-13
Giornata mondiale della consapevolezza sugli abusi contro gli anziani

Ogni anno, la Giornata mondiale della consapevolezza sugli abusi contro gli anziani (World Elder Abuse Awareness Day), istituita nel 2006 e riconosciuta ufficialmente dall'ONU nel 2011, mira a sensibilizzare l'opinione pubblica su un fenomeno spesso sottovalutato che colpisce milioni di persone nel mondo.

 

Quali sono le forme di abuso sugli anziani?

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'abuso sugli anziani può manifestarsi in diverse forme.

  • Labuso fisico si riferisce all’uso della forza che provoca dolore o lesioni. 
  • Labuso psicologico comprende tutti quei comportamenti che generano angoscia emotiva, come minacce, insulti o isolamento.
  • Labuso finanziario riguarda l’uso illecito o improprio delle risorse economiche dell’anziano. 
  • La negligenza si verifica quando non vengono soddisfatti i bisogni fondamentali della persona, come l’alimentazione, l’igiene o l’assistenza sanitaria.

 

Come si impegna il Presidio Sanitario San Camillo di Torino nella protezione degli anziani?

Il nostro Presidio adotta un approccio olistico per garantire il benessere degli anziani, attraverso:

  • assistenza con personale qualificato per monitorare e rispondere tempestivamente alle esigenze dei pazienti;
  • terapia occupazionale, svolta da professionisti al fine di supportare anziani con disabilità motorie e neurologiche, per renderli in grado di raggiungere il loro massimo grado di indipendenza e autonomia nelle attività quotidiane.

 

Cosa posso fare se sospetto un caso di abuso?

Se sospetti che un anziano sia vittima di abuso, il primo passo è offrire un ambiente sicuro in cui possa sentirsi ascoltato e accolto, senza essere giudicato. È importante osservare con attenzione e annotare ogni dettaglio o circostanza sospetta che possa essere utile per comprendere la situazione. In presenza di segnali concreti, è fondamentale contattare le autorità competenti o i servizi sociali per attivare le necessarie tutele. Infine, accompagnare l’anziano lungo il percorso di protezione e recupero, offrendo supporto costante, può fare una grande differenza nel restituirgli serenità e dignità.

DSA: quali sono i rischi se non c’è la diagnosi?

2025-06-10
DSA: quali sono i rischi se non c’è la diagnosi?

Se non diagnosticati e trattati in tempo, i bambini con disturbo specifico di apprendimento possono andare incontro a difficoltà che aumentano con l'aumentare delle richieste scolastiche. Man mano che si procede con il percorso scolastico, infatti, possono rimanere indietro rispetto ai compagni senza veder valorizzate le loro effettive abilità.

Per questo è importante diagnosticare precocemente un bambino con disturbo specifico di apprendimento: in questo modo è possibile aiutarlo nel suo percorso e sostenerlo sia dal punto di vista scolastico sia a casa.

 

Come aiutare un bimbo con DSA?

Tutte le figure che ruotano intorno al bambino possono far sì che il suo percorso sia il più facile possibile: la famiglia, la scuola e le persone che che lo aiutano, adottando le giuste misure dispensative e i giusti strumenti compensativi per esaltare al meglio le sue abilità.

 

Dottoressa Virginia Lorenzi
Logopedista

 

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Reabilitamente: riscoprire la memoria, mantenere l’autonomia

2025-03-26
Reabilitamente: riscoprire la memoria, mantenere l’autonomia

La memoria che vacilla, piccoli gesti quotidiani che diventano più faticosi, momenti di disorientamento che si ripetono: sono segnali da non trascurare, ma da accogliere con attenzione e consapevolezza.
Per questo, al Presidio San Camillo di Torino è nato Reabilitamente, un programma innovativo pensato per sostenere chi vive le prime difficoltà cognitive, offrendo strumenti efficaci per mantenere l’autonomia e la qualità della vita.

 

Un percorso pensato per la persona, con uno sguardo anche su chi la affianca

Reabilitamente è un progetto rivolto a persone con disturbi neurocognitivi lievi o che avvertono una crescente difficoltà nel compiere attività quotidiane.
Ma non è solo un percorso per il paziente: accanto a lui, vengono coinvolti anche i caregiver, figure fondamentali che troppo spesso si trovano ad affrontare da soli situazioni complesse.

 

L’approccio multidisciplinare che fa la differenza

Il progetto si fonda su un lavoro di équipe: medici, neuropsicologi, terapisti occupazionali, logopedisti, fisioterapisti, psicologi e infermieri collaborano per costruire un intervento personalizzato.
Il cuore del percorso è rappresentato da 10 incontri bisettimanali di tre ore ciascuno, in cui vengono proposte attività specifiche, sia per il recupero delle funzioni cognitive che per il miglioramento della qualità della vita.

L’obiettivo di Reabilitamente non è solo rallentare il declino cognitivo, ma anche:

  • Stimolare e mantenere attiva la memoria
  • Rinforzare le capacità funzionali
  • Favorire l’autonomia nelle azioni quotidiane
  • Ridurre ansia, apatia e disturbi del comportamento
  • Migliorare la mobilità e prevenire le cadute
  • Fornire strumenti di supporto ai caregiver

 

Un aiuto concreto

La forza del progetto risiede anche nella dimensione intima e accogliente dei piccoli gruppi, che favorisce la socializzazione e consente una maggiore attenzione al singolo.
Il sostegno ai familiari è parte integrante del percorso: momenti di confronto, consigli pratici, orientamento per affrontare le sfide del quotidiano.

Prendersi cura della propria memoria, del proprio benessere e delle relazioni che ci circondano è un passo importante. Se senti che questo percorso potrebbe essere utile per te o per una persona cara, puoi approfondire il progetto Reabilitamente e valutare insieme a noi se è la strada giusta da intraprendere.

 

Giornata mondiale senza tabacco

2025-05-30
Giornata mondiale senza tabacco

Il 31 maggio è stata la Giornata Mondiale senza Tabacco, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per sensibilizzare la popolazione sui danni legati al consumo di tabacco. Il tema scelto per il 2025 è chiaro e diretto: “Proteggere i consumatori dalle interferenze dell’industria del tabacco”.
L’obiettivo è denunciare come le strategie di marketing del settore continuino a minacciare la salute di tutti, soprattutto delle nuove generazioni, inducendo i più giovani a iniziare a fumare fin dalla precoce adolescenza.

Ma il tabacco non è solo una questione di dipendenza: è uno dei principali fattori di rischio per gravi patologie cardiovascolari e neurologiche, tra cui l’ictus.

 

Qual è il legame tra fumo e ictus?

Fumare aumenta notevolmente il rischio di ictus cerebrale, sia ischemico che emorragico, in quanto il tabacco danneggia i vasi sanguigni, favorisce l’ipertensione e accelera l’aterosclerosi, riducendo il flusso di sangue al cervello.

L’ictus è una delle cause principali di disabilità neurologica. Colpisce circa 196.000 persone ogni anno in Italia (dati SIIA) e rappresenta una vera emergenza sanitaria. Smettere di fumare è una delle scelte più efficaci per ridurre il rischio di ictus, a qualsiasi età.

Che conseguenze può avere un ictus sulla qualità della vita?

Un ictus può lasciare segni profondi e duraturi: difficoltà motorie, alterazioni del linguaggio, perdita di autonomia e compromissione delle funzioni cognitive. Per molte persone, il ritorno alla vita quotidiana diventa una vera e propria sfida.

La buona notizia è che, grazie a percorsi riabilitativi mirati, è possibile recuperare in modo significativo le funzioni compromesse. Presso il Presidio Sanitario San Camillo di Torino sono attivi diversi programmi personalizzati, progettati per sostenere il paziente e i suoi familiari in ogni fase del recupero.

 

Riabilitazione neuromotoria in struttura

Attraverso interventi multidisciplinari condotti da neurologi, fisiatri, fisioterapisti, logopedisti e psicologi, il paziente viene accompagnato in un percorso su misura, con obiettivi funzionali e realistici.
Gli interventi riabilitativi includono:

  • ginnastica posturale e riabilitazione motoria;
  • stimolazione cognitiva e recupero del linguaggio;
  • training per il recupero delle autonomie quotidiane.

Teleriabilitazione a domicilio

La teleriabilitazione consente di proseguire la terapia anche da casa, attraverso un sistema digitale semplice e accessibile. Un’opportunità preziosa per chi ha difficoltà a raggiungere la struttura o desidera proseguire il percorso in un ambiente familiare.

Riabilitazione per il ritorno alla guida

Tra gli obiettivi più ambiziosi del recupero post-ictus c’è anche il ritorno alla guida, un simbolo di indipendenza e autonomia. Il San Camillo offre un programma dedicato per la valutazione delle capacità residue e il supporto alla riacquisizione di questa importante competenza.

 

Giornata mondiale della sclerosi multipla

2025-05-30
Giornata mondiale della sclerosi multipla

Da 15 anni, il 30 maggio è la Giornata mondiale della sclerosi multipla, un’iniziativa della Federazione Internazionale Sclerosi Multipla con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico su questa grave malattia neurodegenerativa autoimmune e sull'impatto che ha sulla vita dei pazienti.

Il tema scelto per il 2024 è "My MS Diagnosis” per portare l’attenzione sulle sfide legate alle prime fasi della malattia. L’obiettivo è sottolineare la necessità di un accesso tempestivo a diagnosi accurate e supporto medico, sociale ed emotivo per i pazienti.

L'équipe riabilitativa del Presidio San Camillo al servizio dei pazienti affetti da sclerosi multipla

Il nostro Presidio offre alle persone affette da questa malattia la possibilità di accedere a programmi riabilitativi ambulatoriali, per i casi con minore impatto funzionale e sintomi limitati, o in regime di Day Hospital di ricovero in dh per quelli più complessi.

L’équipe multidiscliplinare del Presidio San Camillo comprende:

  • fisiatri
  • fisioterapisti
  • neurologi
  • neuropsicologi 
  • psicologi clinici
  • terapisti occupazionali
  • logopedisti
  • foniatri
  • infermieri

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Giornata nazionale degli OSS

2025-05-29
Giornata nazionale degli OSS

Il 29 maggio ricorre la Giornata nazionale degli Operatori Socio Sanitari (OSS), una data importante per riconoscere il valore di questi professionisti nel percorso di cura delle persone. Nel nostro Presidio gli OSS sono parte attiva di una rete integrata che mette al centro la persona in tutte le sue dimensioni: fisica, emotiva, relazionale.

Il loro lavoro è quotidiano, silenzioso e insostituibile. È proprio grazie a questo impegno che l’assistenza diventa ancora più umana e personalizzata sui reali bisogni di chi si affida alle nostre cure.

 

Il valore quotidiano degli OSS

Gli Operatori Socio Sanitari svolgono un ruolo essenziale nell’assistenza ai pazienti. Non si limitano a rispondere ai bisogni primari, ma contribuiscono a creare un ambiente accogliente, fatto di attenzione, ascolto e presenza.
Al San Camillo operano in stretta collaborazione con infermieri ed équipe medica, rendendo ogni gesto parte del percorso di cura.

In questa giornata simbolica, il nostro ringraziamento va a tutti gli OSS della struttura, che con professionalità e dedizione migliorano ogni giorno la qualità dell’assistenza.

Grazie per la vostra presenza.

 

Lavorare al San Camillo: entrare in uno staff che fa la differenza

In occasione di questa giornata, vogliamo anche rivolgerci a tutti gli OSS che desiderano lavorare in una realtà dove l’assistenza non è una prestazione, ma una missione.
Il Presidio Sanitario San Camillo di Torino è costantemente alla ricerca di professionisti qualificati, motivati e desiderosi di crescere in un contesto dinamico e multidisciplinare.

 

Se sei un OSS e condividi i nostri valori di cura, ascolto e umanizzazione della medicina, ti invitiamo a visitare la sezione Lavora con noi.

Come interveniamo per i disturbi della memoria?

2025-05-16
Come interveniamo per i disturbi della memoria?

L'équipe del Presidio Sanitario San Camillo interviene nel trattamento dei disturbi della memoria, e in generale nel trattamento dei vari disturbi cognitivi, attraverso un primo colloquio anamnestico per conoscere la storia, la situazione e i sintomi del paziente per analizzare la sua richiesta.

A seguire vi è una valutazione neuropsicologica, più o meno approfondita a seconda dei casi, dalla quale è possibile individuare i deficit specifici che ha il paziente. Insieme a lui è possibile a quel punto studiare un percorso riabilitativo mirato in cui inserire esercizi specifici per i suoi disturbi della memoria.

 

 

Quali trattamenti sono possibili per potenziare la memoria?

I trattamenti possono essere individuali o di gruppo e possono essere effettuati attraverso esercizi con carta e matita oppure attraverso esercizi computerizzati su PC o su tablet che prevedono esercizi specifici per poter potenziare le risorse del paziente.

Dott.ssa Giulia Barra, specialista in Neuropsicologia

 

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Perché è importante parlare delle difficoltà emotive?

2025-05-26
Perché è importante parlare delle difficoltà emotive?

Parlare ed esprimere le proprie difficoltà emotive è estremamente importante per combattere lo stress.
L’emozione non è solo qualcosa che si sente a livello corporeo, ma affinché possa effettivamente tradursi in un’azione orientata alla soddisfazione dei propri bisogni o desideri, deve essere trasformata in parola.

Come si collegano emozione, parola e azione?

L’emozione deve essere trasformata in un riconoscimento di un bisogno, attraverso le parole e la rappresentazione delle situazioni che generano difficoltà.
È proprio in questo processo che si sviluppano le azioni che la persona può attuare nel quotidiano per raggiungere ciò che è davvero importante e desidera.

 

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La memoria in neuropsicologia

2025-05-23
La memoria in neuropsicologia

 

Cos’è la memoria?

Secondo la definizione in neuropsicologia, la memoria è un processo di codifica, immagazzinamento, consolidamento e recupero di informazioni e di eventi.

La memoria è una funzione cognitiva formata da diverse componenti:

  • memoria a breve e a lungo termine
  • memoria verbale
  • memoria visuo-spaziale
  • memoria procedurale
  • memoria dichiarativa (per fatti ed eventi specifici)
  • memoria anterograda (capacità di formare ricordi dopo evento che ha causato una perdita di memoria)
  • memoria retrograda (capacità di ricordare informazioni apprese prima di un evento che ha causato una perdita di memoria)

Il disturbo della memoria

Può capitare che una patologia o un evento traumatico vada a danneggiare una o più componenti: ciò determina la tipologia di disturbo della memoria.

Può succedere, ad esempio, che insorga una difficoltà nel trattenere informazioni anche per poco tempo, a causa di un deficit di memoria a breve termine. Oppure, come succede più frequentemente, si riscontra una difficoltà nell'apprendere e ricordare un’informazione dopo tanto tempo, a causa di un deficit di memoria a lungo termine.

In seguito a un danno cerebrale, può accadere che non si riescano più a recuperare ricordi remoti antecedenti l'evento traumatico, a causa di un'amnesia retrograda.

Per individuare il tipo di disturbo nella memoria è opportuno sottoporsi ad una valutazione neuropsicologica.

Il neuropsicologo, infatti, attraverso il colloquio clinico e l'utilizzo di test specifici e standardizzati, potrà delineare il profilo cognitivo ed evidenziare quali sono le risorse e le componenti deficitarie.

 

Quali consigli dare ai genitori di bambini con DSA?

2025-05-21
Quali consigli dare ai genitori di bambini con DSA?

I consigli che possiamo dare ai genitori di bambini che hanno un Disturbo Specifico dell’Apprendimento possono essere:
• supportare il bambino nella sua quotidianità scolastica, quindi adottando una metodologia specifica e applicandola in ogni ambito.
• fornire ai bambini o ai ragazzi un metodo di studio e utilizzarlo poi nel corso del suo percorso scolastico.
• aiutare il bambino nella gestione del tempo, quindi anche a casa, aiutarlo nell'organizzazione dello studio e dei compiti

 

 

 


 

 

Si possono prevenire questi generi di disturbi?

Per prevenire l'insorgere di un disturbo specifico di apprendimento è importante riconoscere tempestivamente i segnali d'allarme e quindi intervenire precocemente con un trattamento logopedico e con un aiuto nei confronti del bambino.

Dott. Virginia Lorenzi
Logopedista

 

 

Giornata nazionale del malato oncologico

2025-05-19
Giornata nazionale del malato oncologico

La Giornata nazionale del malato oncologico, istituita nel 2006, ricorre ogni anno la terza domenica di maggio. Promossa dalla F.A.V.O. (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), questa giornata ha l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle sfide che affrontano i malati durante le cure e promuovere una migliore qualità della vita per tutti i pazienti affetti da tumore.

Consapevole dell’importanza di queste iniziative, oggi il nostro Presidio vuole ricordare il suo impegno per chi deve affrontare una diagnosi di linfedema a seguito di trattamenti per patologie oncologiche.

 

Cos'è il linfedema e perché colpisce i pazienti oncologici?

Il linfedema è una condizione cronica caratterizzata dall'accumulo di liquidi linfatici nei tessuti, causando gonfiore, generalmente agli arti. Nei pazienti oncologici può manifestarsi come effetto collaterale di trattamenti come la chirurgia o la radioterapia, specialmente in caso di rimozione dei linfonodi. Il linfedema può compromettere significativamente la mobilità rendendo fondamentale un intervento terapeutico tempestivo e mirato per consentire al paziente un rapido recupero delle attività quotidiane.

 

Quali servizi offre il Presidio San Camillo di Torino per il trattamento del linfedema?

Il Presidio è specializzato nella riabilitazione linfologica, offrendo un percorso terapeutico completo per il trattamento del linfedema. Il protocollo adottato è la terapia decongestiva complessa, che include:

  • linfodrenaggio manuale, ovvero tecniche manuali per stimolare il flusso linfatico;
  • bendaggi multicomponente, cioè l’applicazione di bendaggi compressivi per ridurre l’edema;
  • fisiochinesiterapia: esercizi mirati per migliorare la mobilità e favorire il drenaggio linfatico;
  • prescrizione di tutori elastocompressivi: dispositivi su misura per mantenere i risultati ottenuti.

 

Il team è composto da fisioterapisti altamente qualificati, formati con corsi e master riconosciuti nella riabilitazione veno-linfologica, che seguono metodologie accreditate come Vodder, Leduc e Belgrado. Questo approccio integrato garantisce una gestione completa della condizione, migliorando così la qualità della vita del paziente.

 

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È possibile fare prevenzione per il linfedema secondario?

2025-05-14
È possibile fare prevenzione per il linfedema secondario?

Ultimamente è stato osservato come il linfedema secondario, soprattutto quello derivante da trattamenti oncologici, stia pian piano diminuendo in base ai diversi tipi di chirurgia.
Questo risultato è legato alle nuove indicazioni oncologiche più moderne, e in particolare alle migliori tecniche chirurgiche adottate.

Perché oggi il rischio di linfedema secondario è in calo?

Le tecniche più recenti permettono di ledere soltanto il linfonodo sentinella, evitando in molti casi l’asportazione completa delle sezioni linfonodali, ad esempio nel cavo pelvico o nel cavo ascellare.

Queste modalità chirurgiche più conservative riducono la possibilità di insorgenza del linfedema, rappresentando un importante passo avanti nella prevenzione secondaria.

 

Il linfedema può manifestarsi a distanza di anni dall’intervento?

Sì, i linfedemi secondari possono manifestarsi anche venti o trent’anni dopo l’intervento chirurgico primario.

Per questo motivo è importante mantenere sotto controllo l’arto affetto, anche a distanza di molto tempo dall’intervento iniziale.

 

 

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Giornata internazionale dell’infermiere

2025-05-12
Giornata internazionale dell’infermiere

Precisione clinica, capacità decisionale, gestione dell’emergenza e comunicazione efficace: l’infermiere è un professionista altamente qualificato, al centro dei processi di cura. Non si limita ad “assistere”, ma valuta, interviene, coordina e orienta, integrandosi con l’équipe sanitaria per garantire sicurezza e continuità nelle cure. È grazie a queste competenze che ogni giorno gli infermieri fanno la differenza nella vita delle persone.

In questa Giornata internazionale dell’infermiere vogliamo ringraziare tutte le infermiere e gli infermieri che ogni giorno, con passione e competenza, si impegnano per occuparsi della salute dei nostri pazienti. Il tema scelto per il 2025, “Prendersi cura degli infermieri rafforza le economie”, ci invita a guardare oltre la gratitudine simbolica, e a investire concretamente nel loro futuro.

Al Presidio Sanitario San Camillo di Torino, crediamo che il primo passo per valorizzare la professionalità degli infermieri sia offrire loro opportunità di crescita. Per questo, promuoviamo attività di formazione che non si limitano ad aggiornare competenze tecniche, ma rafforzano anche la consapevolezza e la motivazione personale affinché queste figure possano continuare a essere una risorsa solida e competente al servizio della salute di tutti.

Proprio per queste ragioni siamo costantemente alla ricerca di professionisti di valore, pronti a condividere i nostri principi di cura, responsabilità e umanità. Attraverso la sezione Lavora con noi del nostro sito, invitiamo gli infermieri motivati e qualificati a candidarsi per entrare a far parte del nostro team: un contesto dove le competenze vengono riconosciute e messe a frutto ogni giorno.

Diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

2025-05-09
Diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

La diagnosi di un disturbo specifico di apprendimento viene fatta non prima della fine del secondo anno della scuola primaria del bambino. Tale diagnosi viene rilasciata dal Neuropsichiatra infantile in seguito ad un percorso di valutazione logopedica degli apprendimenti e ad una valutazione del quoziente intellettivo, e dunque del livello integrativo, da parte dello psicologo.

Dott. Virginia Lorenzi
Logopedista

 

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