Corsi di formazione avanzata: le testimonianze

2023-11-17
Corsi di formazione avanzata: le testimonianze

Cosa si dice della nostra formazione avanzata? Ce lo racconta Francesca, giovane fisioterapista.

La formazione avanzata, uno dei punti cardine del nostro Presidio, garantisce ai professionisti sanitari del territorio, nonché al nostro personale, il costante aggiornamento con l’acquisizione di conoscenze approfondite e di pratiche innovative.

Cosa garantisce il nostro programma formativo:

  • corsi con grande attenzione alla pratica professionale 
  • un’area dedicata di circa 400 mq con tecnologie e strumentazioni 
  • corsi selezionati da un comitato scientifico 
  • docenti esperti provenienti da tutta Italia

 

Scopri le iniziative della formazione avanzata in programma per il 2024!

Corsi di formazione avanzata: lanciato il programma formativo 2024

2023-11-28
Corsi di formazione avanzata: lanciato il programma formativo 2024

Siamo orgogliosi di presentarvi la nuova offerta formativa del Presidio Sanitario San Camillo per il 2024. Come potrete notare, il programma per il prossimo anno è ancora più ampio che nel 2023.

Il Comitato Scientifico ha valutato numerosi docenti per un gran numero di corsi e ha selezionato quelli che pensiamo possano rispondere meglio alle esigenze formative, anche sulla base degli input ricevuti e delle necessità che riscontriamo nel pubblico di pazienti.

Vi invitiamo a prendere visione della locandina, a esplorare sul sito le schede informative sui corsi con i programmi dettagliati, gli obiettivi e le modalità didattiche.

Speriamo di vedervi presto presso il Presidio per i corsi di formazione avanzata accreditati ECM, uno strumento in più per la vostra crescita professionale.

 

I corsi di formazione avanzata accreditati ECM in programma nel 2024

 

Agopuntura: l’importanza dell’approccio multidisciplinare

2023-11-24
Agopuntura: l’importanza dell’approccio multidisciplinare

Negli ultimi anni molti studi hanno dimostrato l’efficacia dell’agopuntura, tecnica che deriva dall’antica medicina cinese, per le patologie croniche come l'emicrania, la cervicalgia, la lombalgia e malattie anche molto complesse e difficili da trattare efficacemente, come per esempio la fibromialgia.

Per la gestione del dolore è ottimale il trattamento da parte di un équipe multidisciplinare composta non soltanto da medici, ma anche da psicologi e fisioterapisti. Un approccio di questo tipo va, infatti, a migliorare l’outcome del paziente. 

La fibromialgia è una malattia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico caratterizzata dalla presenza di sintomi specifici:

  • rigidità in numerose parti dell’apparato locomotore 
  • dolore cronico e diffuso
  • astenia, ovvero l’affaticamento cronico e stanchezza debilitante
  • disturbi dell’umore e del sonno
  • sindrome del colon irritabile 

In questo specifico caso l’agopuntura ha un ruolo importante nella gestione non solo del dolore, ma anche dei sintomi associati, come appunto l'astenia, l'insonnia e l'ansia collegata alla patologia.

 

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Giornata mondiale della fisioterapia 2023

2023-09-06
Giornata mondiale della fisioterapia 2023

Ogni anno, il giorno 8 settembre si celebra il contributo dei fisioterapisti alla salute e al benessere delle comunità di tutto il mondo. Questa iniziativa mira a sensibilizzare il pubblico sull'importanza della fisioterapia e a promuovere la comprensione di come questa disciplina possa migliorare la vita delle persone. La Giornata mondiale della fisioterapia è anche un momento in cui i professionisti del settore si uniscono per condividere conoscenze, esperienze e innovazioni. È un'opportunità per ispirare tutti i fisioterapisti e per sottolineare la continua ricerca e l'evoluzione delle pratiche in questo settore.

Quali possono essere i benefici della fisioterapia in ambito ortopedico?

  • Migliora mobilità e forza: dopo un intervento chirurgico o un infortunio, la fisioterapia aiuta i pazienti a riacquistare la mobilità e la forza muscolare. Gli esercizi mirati e il lavoro sulle strutture coinvolte sono fondamentali per accelerare il processo di guarigione.
  • Previene le complicazioni: la fisioterapia può prevenire gli effetti dovuti all'immobilità prolungata, come le trombosi venose profonde e l'atrofia muscolare. Un fisioterapista esperto svilupperà un piano di trattamento mirato per ridurre al minimo questi rischi.
  • Allevia il dolore: la terapia fisica comprende spesso tecniche di gestione del dolore. Queste includono terapie manuali, esercizi terapeutici e modalità fisiche, come per esempio le onde d’urto, che possono ridurre il dolore e promuovere il benessere.
  • Aumenta la qualità della vita: la riabilitazione non riguarda solo il recupero fisico ma anche l'aspetto psicologico. La fiducia e la sicurezza dei pazienti migliorano quando vedono progressi nella loro riabilitazione e tornano in controllo del proprio corpo.

 

Quali possono essere i benefici della fisioterapia in campo neurologico?

Gli esiti dell'ictus possono essere molto importanti, la fisioterapia svolge un ruolo determinante nel migliorare la funzionalità e la qualità della vita dei pazienti.

  • Recupero della mobilità: l'ictus può causare paralisi o debolezza in varie parti del corpo. La fisioterapia mira a ripristinare la mobilità, la sensibilità, le funzioni cognitive  e la forza attraverso esercizi specifici
  • Miglioramento della coordinazione: la perdita di coordinazione è comune negli esiti dell’ictus, i fisioterapisti lavorano per migliorare la capacità del paziente di coordinare i movimenti e compiere azioni quotidiane.
  • Riduzione del rischio di cadute: la fisioterapia può insegnare ai pazienti strategie per prevenire cadute, migliorando così la loro sicurezza durante la deambulazione.
  • Ritorno all'indipendenza: la fisioterapia non si limita solo al recupero fisico ma aiuta anche i pazienti a riacquistare l'indipendenza nelle attività quotidiane come mangiare, vestirsi e lavarsi.
  • Sostegno emotivo: in queste situazioni di forte stress, i fisioterapisti forniscono sostegno emotivo e incoraggiano i pazienti a perseverare nella loro riabilitazione.

 

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Si può tornare a camminare dopo l’ictus?

2023-10-25
Si può tornare a camminare dopo l’ictus?

Ictus: di cosa si tratta?

L’ictus è causato dall’improvvisa chiusura o rottura di un vaso cerebrale con conseguente danno alle cellule del cervello, dovuto alla mancanza di ossigeno o dei fattori nutritivi veicolati dal sangue (ischemia) o alla compressione dovuta al sangue fuoriuscito dal vaso (emorragia). In seguito a un ictus una persona può avere problemi di movimento per la parziale o totale paralisi di uno o più arti.

Si può tornare a camminare dopo l’ictus?

Il paziente colpito da ictus ha la possibilità di ritornare a camminare; il processo di recupero varia da persona a persona e dipende da diversi fattori

  • l’età del paziente
  • la sede della lesione
  • eventuali patologie concomitanti

Il percorso di riabilitazione che offriamo si propone, quindi, di accompagnare il paziente a recuperare molte delle funzioni motorie, tra cui il camminare. Vi sono però diversi fattori che possono influenzare tale percorso, positivamente o meno, come la motivazione del paziente e la sua situazione socio-familiare.

Il team della riabilitazione post ictus

Grazie alla multidisciplinarietà del nostro team abbiamo la possibilità di lavorare a 360 gradi sul paziente per raggiungere gli obiettivi prefissati, compreso il ritorno al cammino. La nostra équipe riabilitativa è composta da numerose figure professionali:

  • fisioterapista
  • logopedista
  • terapista occupazionale
  • psicologo
  • neuropsicologo

 

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Il rischio osteoporosi in gravidanza

2023-11-22
Il rischio osteoporosi in gravidanza

La gravidanza è una condizione di particolare stress per il corpo della madre: le ossa tendono a indebolirsi a causa dello sviluppo del feto che necessita di molto calcio per la formazione dello scheletro. Per questo motivo l’organismo della donna nel periodo di gestazione si adatta, assorbendo meglio il calcio.

In allattamento, invece, il fisico della donna è impegnato a fornire gli elementi per costruire l’ossatura del neonato attraverso il latte materno senza reazioni adattative di supporto; per questo motivo bisognerà garantire alla madre un buon introito di calcio con gli alimenti e prevenire il deficit di vitamina D, necessaria per la formazione dello scheletro del nascituro. 
A questo proposito, anche il Ministero della Salute raccomanda che tutte le donne in gravidanza e in allattamento assumano la vitamina D: una prassi corretta, perfettamente in linea con la letteratura internazionale e che può consentire di ridurre i rischi di osteoporosi.

I rischi dell’osteoporosi in gravidanza

Le conseguenze possono essere anche molto gravi e la futura madre potrebbe trovarsi in condizioni di rischio anche svolgendo semplici attività quotidiane.

Nel nostro Presidio spesso incontriamo donne giovani e sane che vanno incontro a problematiche di questo tipo a seguito di una normale gravidanza o di un periodo di allattamento.

Pazienti di 30 anni con fratture vertebrali motivate da un allattamento in carenza di calcio e senza integrazione di vitamina D.

L’incidenza dell’osteoporosi nelle donne in gravidanza è, infatti, una patologia poco considerata, spesso i dolori della futura madre o della puerpera sono associati agli sforzi richiesti dal neonato. Ma dietro a un banale mal di schiena possono esserci problematiche a cui dedicare la dovuta attenzione. 

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Il trattamento fisioterapico delle tendinopatie: un approccio basato sulle prove di efficacia

2023-03-27
Il trattamento fisioterapico delle tendinopatie: un approccio basato sulle prove di efficacia

La nostra formazione avanzata propone un intero percorso formativo relativo alle tendinopatie che, nelle moderne società occidentali, risultano tra le più comuni patologie muscolo-scheletriche, soprattuto nell’ambito delle attività sportive.

 

La gestione delle tendinopatie da overuse è clinicamente problematica. Spesso si tratta di persone di diversa età, con tendini sottoposti a carichi diversi, con vari gradi di dolore, irritabilità e capacità funzionale
Alla luce delle migliori prove di efficacia, durante il nostro corso verrà presentato e praticato un approccio completo di valutazione e trattamento.

Informazioni sul corso

 

Il corso è rivolto a fisioterapisti e medici, ed è accreditato ECM

Date del corso: 5-7 maggio 2023

Il docente è il dottor Marco Minchillo, Fisioterapista e specialista in Fisioterapia dello Sport, che nell’edizione del 2022 ha ricevuto un punteggio di 3,87 su 4,00 da parte dei partecipanti alla valutazione richiesta dal sistema ECM. Il progettista del corso è Marco Trucco.

Iscriviti entro il 1 aprile per usufruire dell’early booking!

Scarica la scheda di iscrizione e inviala a segreteria.formazione.torino@camilliani.net dopo averla compilata in ogni sua parte.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
275 euro fino al 1 aprile, dopo 325 euro
Pagamento attraverso bonifico bancario
Fondazione Opera San Camillo
BANCA INTESA SAN PAOLO
IBAN IT28R0306909606100000073035
Causale bonifico: inserire il nominativo del corsista e titolo del corso 

 

Scarica la brochure del corso

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Corso di formazione avanzata: Terapia manuale e viscerale

2023-04-06
Corso di formazione avanzata: Terapia manuale e viscerale

Il corso di terapia manuale viscerale vuole fornire una revisione della letteratura riguardante le connessioni tra il sistema neuro-muscolo-scheletrico e quello viscerale-internistico. 

Durante questo percorso formativo verranno analizzati gli apparati cardio-respiratorio, digestivo e uro-ginecologico dal punto di vista anatomico, biomeccanico e neurovegetativo e verrà data una nuova chiave di lettura nella valutazione in terapia manuale.

Al termine del corso sarai in in grado di fare una diagnosi differenziale valutando le eventuali red flags attraverso l'inquadramento anamnestico, la semeiotica palpatoria e l'esecuzione di test valutativi manuali e l'interpretazione dell'imaging radiologico.

Informazioni sul corso

Il corso è rivolto a fisioterapisti e medici ed è accreditato ECM. 

Il docente è il dottor. Giulio Barbero, fisioterapista osteopata che nell'edizione del 2022 ha ricevuto un punteggio di 3,93 su 4,00 da parte dei partecipanti alla valutazione richiesta dal sistema ECM.

Scarica la scheda d'iscrizione e inviala a segreteria.formazione.torino@camilliani.net dopo averla
compilata in ogni sua parte.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Costo del corso:
390 euro fino al 01 maggio 2023, dopo 440 euro
Pagamento attraverso bonifico bancario
Fondazione Opera San Camillo
BANCA INTESA SAN PAOLO
IBAN IT28R0306909606100000073035
Causale del bonifico: inserire il nominativo del corsista e il titolo del corso

 

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Grande risonanza mediatica per la presentazione del Bilancio Sociale di Sostenibilità

2023-11-08
Grande risonanza mediatica per la presentazione del Bilancio Sociale di Sostenibilità

 

Numerosi giornalisti sono intervenuti il 7 novembre 2023 alla presentazione ufficiale del Bilancio Sociale di Sostenibilità sui dati 2022 alla presenza delle autorità cittadine e regionali nonché della Diocesi. Una bella occasione per scorrere, oltre naturalmente ai dati finanziari, anche i risultati ottenuti nella ricerca, nella formazione, nell'assistenza ai pazienti di questa eccellenza nell'ambito della riabilitazione e rieducazione funzionale.

L'incontro è un appuntamento che si rinnova anno dopo anno (siamo già all'undicesima edizione) per condividere i tanti progetti in corso con le istituzioni, le personalità del mondo sanitario, i cittadini e il personale del Presidio.

Poche ore dopo hanno iniziato a uscire gli articoli sull'evento. Consulta questa pagina per avere aggiornamenti sullo spazio che i mass media riservano al nostro Presidio.

 

Errata corrige: l'intervento della sezione Ricerca "Quando l’altro diventa sé" è stato condotto dalla dottoressa Silvia Trombetta, neuropsicologa.

Oggi presentiamo il nuovo Bilancio Sociale di Sostenibilità: il programma della giornata

2023-11-07
Oggi presentiamo il nuovo Bilancio Sociale di Sostenibilità: il programma della giornata
Oggi alle ore 11 la diretta Facebook - Collegati qui: https://bit.ly/47oNErv

 

Il Bilancio Sociale di Sostenibilità è un’iniziativa che fotografa un'istituzione ospedaliera in crescita e orientata al futuro, da un punto di vista tecnologico e delle metodologie operative abbracciate.

 

SALUTI ISTITUZIONALI

REGIONE PIEMONTE
Dott. Luigi Genesio Icardi  - Assessore alla Sanità, livelli essenziali

CITTÀ DI TORINO
Dott.ssa Michela Favaro - Vicesindaco

ASL CITTÀ DI TORINO
Dott.ssa Elena Teresa Tropiano - Direttore Amministrativo

DIOCESI DI TORINO
Monsignor Alessandro Giraudo - Vescovo ausiliario Diocesi di Torino

UNIVERSITÀ DI TORINO
Prof. Giuseppe Massazza - Dipartimento di Ortopedia e Riabilitazione

FONDAZIONE OPERA SAN CAMILLO
Padre Virginio Bebber - Amministratore delegato

 

INTRODUZIONE
Dott. Edoardo Milano - Direttore SCRRF del Presidio Sanitario San Camillo

I PRINCIPI METODOLOGICI DEL BILANCIO

Prof. Christian Rainero - Dipartimento di Management Università di Torino

 

LE STORIE PIÙ SIGNIFICATIVE DEL 2022

RIABILITAZIONE
Anna Vittone: Drive for life; Marco Aimone: Tecnologie riabilitative

RICERCA
Dott.ssa Silvia Trombetta, neuropsicologa: Quando l’altro diventa sé

FORMAZIONE
Prof. Marco Trucco - Coordinatore Corso di Laurea in Fisioterapia Università degli Studi di Torino

UFFICIO COMUNICAZIONE
Dott. Marcello Oliviero: La comunicazione come strumento per una corretta educazione sanitaria

DIREZIONE AMMINISTRATIVA

Dott. Gianluca Manzo - Direttore Amministrativo di Struttura: Quadro economico-finanziario

ORDINE DEI COMMERCIALISTI E REVISORI CONTABILI DI TORINO
Dott. Davide Barberis: La valutazione professionale del processo

CONCLUSIONI
Dott. Marco Salza - Direttore Generale Presidio Sanitario San Camillo

 

Consulta il Bilancio Sociale di Sostenibilità 2022 e scopri tutti i dettagli

Il Presidio Sanitario San Camillo presenta il suo undicesimo Bilancio Sociale di Sostenibilità

2023-11-06
Il Presidio Sanitario San Camillo presenta il suo undicesimo Bilancio Sociale di Sostenibilità

L'evento oggi 7 novembre 2023: in sede e in diretta Facebook.

Un’iniziativa che fotografa un'istituzione ospedaliera in crescita e orientata al futuro, da un punto di vista tecnologico e delle metodologie operative abbracciate.

Tra i punti di forza:

  • continua formazione del personale con più di 60 corsi ECM
  • innovazione della medicina riabilitativa con numerose tesi di laurea seguite
  • interventi strutturali messi in opera e in programma (fra cui un imponente impianto fotovoltaico)

«Il Bilancio Sociale di Sostenibilità è  un lavoro impegnativo, mirato ad individuare ciò che di positivo è stato fatto, ma anche gli impatti negativi, per porne fine o mitigarli, guidando revisioni o verifiche periodiche dei risultati conseguiti. Vogliamo costruire un ospedale, un'azienda, sempre più sostenibile, innanzitutto per una motivazione etica, ma anche per avere un vantaggio competitivo costruendo con i nostri stakeholder (pazienti, medici, personale sanitario, istituzioni) una relazione basata sulla trasparenza, la professionalità e la fiducia reciproca. Ma l’elemento più importante è sempre il feedback dei pazienti, che si dichiarano soddisfatti o molto soddisfatti del servizio ricevuto.»

Dott. Marco Salza, direttore generale del San Camillo

 

7 novembre 2023 ore 11 diretta Facebook Presentazione Bilancio Sociale su dati 2022 - collegati qui

Differenza fra vertigini di origine cervicale e disturbi dell'orecchio

2023-05-29
Differenza fra vertigini di origine cervicale e disturbi dell'orecchio

La differenza fra vertigini di origine cervicale e disturbi dell'orecchio è fondamentalmente rappresentata proprio dalla modalità di manifestazione di questi disturbi, ovvero i sintomi che accusa il paziente.

Nelle problematiche di origine cervicale, infatti, il paziente riporta allo specialista un senso di instabilità cronica, associato a fasi più acute, e in genere accompagnato da tensione cervicale, dolori e cefalea; non compare, però, nella patologia cervicale il sintomo tipico delle malattie dell'orecchio, cioè la vertigine; con questa espressione si intende scientificamente una sensazione di vera e propria rotazione del corpo, o dell'ambiente intorno a noi, che è espressione di un difetto del funzionamento del labirinto del sistema vestibolare nella sua globalità.

Dott. Pietro Cerrato
Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione e in Geriatria

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La Terapia Occupazionale fondamentale nel post ictus

2023-11-03
La Terapia Occupazionale fondamentale nel post ictus

In che cosa consiste la Terapia Occupazionale nella riabilitazione post ictus?

A causa dei disturbi motori, cognitivi, sensitivi, percettivi e comunicativi, la persona colpita da ictus presenta spesso delle limitazioni nell'ambito della gestione della vita di tutti giorni.

Azioni solo apparentemente semplici quali lavarsi, vestirsi, preparare il cibo e nutrirsi oppure attività più complesse legate alla gestione della vita lavorativa o del tempo libero o di accudimento della propria famiglia possono presentare delle difficoltà rilevanti talvolta vissute dai nostri pazienti come ostacoli insormontabili. La terapia occupazionale è la disciplina che riabilita l'autonomia nell'ambito di queste attività

Come agisce il terapista occupazionale?

L’approccio del terapista occupazionale è di due tipi: restitutivo o compensativo

Il primo mira al recupero della funzione lesa, sfruttando i processi fisiologici di rigenerazione e riparazione post lesionali, e si avvale di esercizi individualizzati compito-specifici, di addestramenti mirati all’esecuzione di attività e di mobilizzazioni articolari passive e attive-assistite.  

Il secondo, laddove una restitutio ad integrum non sia possibile, sfrutta le capacità residue e, mediante l’adozione di strategie facilitanti alternative, mira a compensare il deficit funzionale.

All’interno del Presidio San Camillo il servizio di Terapia Occupazionale dispone dei seguenti spazi:

  • area per l’esercitazione nelle attività di vita quotidiana: camera da letto, cucina e bagno attrezzati con ausili specifici per aumentare autonomia e sicurezza 
  • ampia area per il lavoro individuale con il paziente, dotata di materiale per la rieducazione di prensione (manualità) e manipolazione, con strumenti per il cucito, la pittura, la falegnameria e altre attività.

 

Giornata mondiale dell’ictus

2023-10-29
Giornata mondiale dell’ictus

L'ictus cerebrale, chiamato anche stroke, è uno dei problemi di salute più diffusi al mondo: con oltre 12 milioni di persone colpite ogni anno, rappresenta la principale causa di disabilità da patologia a livello planetario.

Il 29 ottobre di ogni anno è al centro dell’attenzione: la Giornata mondiale dell'ictus cerebrale è nata per promuovere attività informative e di sensibilizzazione su questo tema.

L’importanza della prevenzione nell’ictus

In occasione della Giornata Mondiale 2023, la World Stroke Organization sottolinea giustamente che la prevenzione è la chiave. Il 90% degli ictus potrebbe essere evitato con scelte di vita sagge, come una dieta equilibrata, evitare il fumo, monitorare la pressione sanguigna, il colesterolo, la glicemia e la fibrillazione atriale, nonché limitare il consumo di alcolici.

L’importanza della riabilitazione post ictus

Con numeri così rilevanti, però, non ci si può limitare alla prevenzione: è fondamentale occuparsi di come affrontare in modo completo ed efficace gli esiti da ictus. Il Presidio Sanitario San Camillo, nella funzione di ospedale specializzato in Recupero e Rieducazione Funzionale (RRF), fornisce attività di riabilitazione intensiva con la finalità di favorire e potenziare i processi di recupero dell’autonomia complessiva del paziente, compatibilmente con le menomazioni presenti, attraverso interventi valutativi, diagnostici e terapeutici multispecialistici integrati.

La Proposta di Percorso Riabilitativo Individuale 

La presa in carico parte con una Proposta di Percorso Riabilitativo Individuale (PPRI) che attraverso il lavoro congiunto del Team Ictus permette un approccio a 360 gradi. Queste le professionalità coinvolte, coordinate dal un responsabile del servizio:

  • fisioterapisti
  • terapisti occupazionali
  • logopedisti
  • neuropsicologi
  • infermieri specializzati

Riabilitazione ictus a domicilio 

Da anni il Presidio è riconosciuto come centro di eccellenza nel trattamento degli effetti dell’ictus e offriamo attività di riabilitazione anche direttamente al domicilio del paziente o nel luogo dove effettua la convalescenza.

Queste le tipologie di pazienti destinatari del servizio:

  • pazienti che desiderano eseguire al domicilio trattamenti riabilitativi specifici, o necessitano di adeguare il proprio ambiente domestico per raggiungere in sicurezza la massima autonomia possibile nelle attività della vita quotidiana
  • pazienti che richiedono trattamenti di recupero o mantenimento di abilità motorie e cognitive

Nel post ictus è necessario affrontare diversi deficit cognitivi

2023-10-27
Nel post ictus è necessario affrontare diversi deficit cognitivi

In che modo la neuropsicologia cognitiva aiuta nel post ictus?

Una delle principali cause di comparsa di deficit cognitivi può essere l'ictus

Spesso, infatti, i soggetti colpiti da lesioni cerebrali presentano: 

  • difficoltà di memoria 
  • difficoltà di attenzione
  • disturbi del linguaggio
  • disturbi di esplorazione visiva e spaziale
  • disturbi di pianificazione

In questi casi la terapia riabilitativa comprende l’azione del neuropsicologo che, attraverso precisi test di valutazione, costruisce un quadro del paziente e ha la possibilità di delineare successivamente un percorso di riabilitazione specifico e personalizzato per il singolo paziente. 

La neuropsicologia cognitiva, infatti, è una branca della psicologia che si occupa di indagare e analizzare il funzionamento cognitivo dei pazienti soggetti a lesioni o disfunzioni, acquisite o congenite, del sistema nervoso centrale. 

L’obiettivo di questa figura professionale all’interno del percorso riabilitativo nel post ictus, è quello di stimolare il recupero e il potenziamento delle funzioni danneggiate, attraverso l’uso di esercizi computerizzati e non, diventando un punto di supporto e di riferimento per il paziente e per la sua famiglia.

 

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Può l’ictus colpire la capacità di parlare?

2023-10-26
Può l’ictus colpire la capacità di parlare?

Circa il 30% delle persone colpite da ictus potrebbe sviluppare problematiche relative a capacità comunicative.

Il logopedista è il professionista sanitario che si occupa della presa in carico, e quindi della valutazione e del trattamento, delle difficoltà nella comunicazione da parte del paziente. 

Possiamo distinguere due tipologie di disturbi: 

  • l’afasia: un'alterazione della comprensione o della produzione della parola sia orale sia scritta, con un notevole impatto sulle attività di lettura e scrittura. 
  • la disartria: una difficoltà nell'articolazione delle parole che può compromettere la comprensibilità della produzione verbale del paziente e che può manifestarsi anche con un'alterazione dell'emissione della voce.

Sia per l'afasia che per la disartria possiamo identificare diversi gradi di difficoltà: dal paziente che necessita di un supporto comunicativo come immagini o parole scritte a quello che fatica a ritrovare alcuni concetti durante la conversazione. 

Nella presa in carico logopedica è molto importante considerare anche l'impatto sociale che i disturbi comunicativi possono avere in modo da favorire il prima possibile una reintegrazione del paziente nella vita quotidiana.

 

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Giornata mondiale dell’osteoporosi

2023-10-20
Giornata mondiale dell’osteoporosi

Il Presidio San Camillo è sempre un passo avanti per la salute delle ossa

Il 20 ottobre è una data di rilevanza globale per il benessere e la salute poiché ricorre la Giornata mondiale dell'osteoporosi. Questa iniziativa è promossa in tutto il mondo per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della salute delle ossa e sulla prevenzione di questa malattia.

La nostra struttura è un centro di eccellenza per il trattamento dell’osteoporosi e delle altre patologie del metabolismo osseo grazie a équipe mediche e fisioterapiche preparatissime e mezzi tecnologici all’avanguardia come la nuova apparecchiatura per l'osteodensitometria computerizzata.

Che cos'è l’osteoporosi?

L'osteoporosi è una malattia sistemica dell'apparato scheletrico caratterizzata da una notevole fragilità ossea. Questa condizione porta a un aumento del rischio di fratture, anche in risposta a traumi minimi. Le zone scheletriche più comunemente colpite includono le vertebre, il femore prossimale, l'omero prossimale, il polso e la caviglia. L'osteoporosi progredisce in modo asintomatico per anni e viene spesso diagnosticata solo in seguito a una frattura, quando l’effetto della patologia è marcato.

L'incidenza dell’osteoporosi

L'osteoporosi è una condizione diffusa a livello mondiale e in Italia colpisce circa 5 milioni di persone, di cui l'80% sono donne in post-menopausa. L'incidenza di questa malattia aumenta con l'età, in particolare nella popolazione femminile dopo i 55 anni, ma colpisce anche gli uomini per i quali l’azione di prevenzione e diagnosi ancora non è valorizzata altrettanto.
Le fratture da fragilità causate dall'osteoporosi hanno conseguenze gravi, tra cui elevata mortalità e disabilità motoria, con costi significativi sia in ambito sociale che sanitario.

La prevenzione dell’osteoporosi

La prevenzione dell'osteoporosi è fondamentale per garantire ossa forti e sane. La massa ossea raggiunge il suo massimo picco intorno ai 20-25 anni di età e, da quel momento in poi, iniziano a prevalere i processi di rimodellamento osseo che comportano una perdita di massa. Pertanto, la prevenzione primaria dell'osteoporosi dovrebbe iniziare fin dall'infanzia per massimizzare la densità minerale ossea.

Per proteggere la salute delle ossa, è essenziale adottare uno stile di vita attivo, praticare regolarmente un'adeguata attività fisica e seguire un'alimentazione equilibrata e ricca di calcio e vitamina D. Inoltre, evitare il consumo eccessivo di sale, non fumare e limitare il consumo di alcol sono altrettanto importanti per mantenere la salute delle ossa.

Da non dimenticare che in presenza di determinate patologie o con l'assunzione prolungata di certi farmaci il rischio di sviluppare l’osteoporosi può essere maggiore, quindi un controllo periodico è essenziale in questi casi.

Come affrontare l’osteoporosi

Con l'avanzare dell'età, soprattutto dopo la menopausa nelle donne e dopo i 70 anni negli uomini, è consigliabile consultare un medico per valutare lo stato delle ossa. L'identificazione precoce dell'osteoporosi può consentire di adottare misure per rallentarne la progressione e prevenire fratture da fragilità. In alcuni casi, il medico potrebbe raccomandare farmaci per aumentare la densità ossea e alcuni cambiamenti nello stile di vita.

Dove far diagnosticare e trattare l’osteoporosi a Torino?

Il Presidio Sanitario San Camillo è un centro di eccellenza per l’osteoporosi, sia per quanto riguarda la diagnosi sia per quanto riguarda il trattamento. Non solo, è all’avanguardia sul monitoraggio cadute poiché da quasi 5 anni si è costituito un team multiprofessionale, formato da infermiere, terapista occupazionale e medico, che utilizza una scala di valutazione del rischio di caduta accidentale creata e sperimentata proprio in ambito riabilitativo: la Hendrik II Fall Risk Model, in modo da creare una check list di interventi preventivi da adottare in base al grado di rischio emerso.

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L’osteoporosi può colpire i giovani?

2023-10-19
L’osteoporosi può colpire i giovani?

L’osteoporosi più comunemente si osserva nelle persone avanti con gli anni. L'età di per sé, infatti, incide moltissimo sulla fragilità scheletrica. Però qualche volta nel nostro CSO, il Centro Specialistico per l’Osteoporosi ci troviamo di fronte ad osteoporosi nei giovani.

Ci sono farmaci che possono causare fragilità ossea?

Quasi sempre in questi casi la condizione è secondaria a un'altra malattia o all'uso di farmaci. In particolare l'uso di cortisonici in pazienti giovani nella cura di condizioni traumatologiche, di malattie neurologiche, gastroenterologiche e respiratorie. Ma l'uso protratto di cortisonici è un potente fattore di rischio per la fragilità scheletrica.

Anche gli anticonvulsivanti, somministrati alle persone che hanno delle crisi epilettiche e devono prendere farmaci per prevenirle lungo il corso della vita, spesso fin da bambini o da giovani, hanno un impatto importante sulle ossa.

Diciamo tutto questo perché questi soggetti devono essere tenuti sotto controllo anche per quel che riguarda la fragilità scheletrica. Purtroppo ci capita quotidianamente in ambulatorio di vedere persone che avevano un fattore di rischio potente, come un trattamento con farmaci o una malattia che compromettono lo scheletro.

Questi pazienti sono seguiti da specialisti d'organo che somministrano questi farmaci o che seguono la malattia di base, ma che non pensano alle conseguenze sulle ossa. È invece particolarmente importante pensarci in questi casi, perché una cura precoce può abbattere notevolmente il rischio di fratture in futuro.

Dottor Marco Di Monaco
Specialista in Medicina fisica e riabilitazione, specialista in Endocrinologia e Malattie del ricambio

 

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L’osteoporosi riguarda solo le donne?

2023-10-18
L’osteoporosi riguarda solo le donne?

L'osteoporosi non è assolutamente un problema solo femminile. È vero che la fragilità ossea è più comune nelle donne e quindi in loro sono più comuni le fratture, ma è tutt'altro che una condizione limitata a questa popolazione. Se guardiamo il numero di fratture di femore, il rischio è circa di tre volte superiore nelle donne. Vuol dire, però, che una frattura su quattro avviene nel maschio.

Tenendo conto del fatto che ci sono più donne anziane che uomini anziani, a parità di età il rapporto è soltanto di 2 a 1. Insomma, gli uomini non possono stare tranquilli su questo aspetto. Anche per loro, infatti, esiste il problema delle fratture da fragilità e anche per gli uomini, quindi, vale la regola che è opportuno fare sempre una valutazione dei fattori di rischio, e quando è il caso anche densitometrica e clinica.

Non solo, proprio se approfondiamo i fattori di rischio, notiamo che lo stile di vita incide moltissimo, in particolare l’eccessivo consumo di alcolici e tabacco; per queste dannose abitudini la percentuale di uomini è notevolmente maggiore di quella delle donne, e questo può avere un impatto anche sull’insorgenza dell’osteoporosi.

Dottor Marco Di Monaco
Specialista in Medicina fisica e riabilitazione, specialista in Endocrinologia e Malattie del ricambio

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Quali sono i fattori di rischio per l’osteoporosi?

2023-10-17
Quali sono i fattori di rischio per l’osteoporosi?

La familiarità è un fattore di rischio nell’osteoporosi?

La domanda sui fattori di rischio nell’osteoporosi è molto importante perché anche se è vero che il dato della densità media è rilevante, ci sono altri elementi di rischio clinici che a volte vengono trascurati. Per esempio, una cosa che si considera poco è la familiarità: avere un genitore che si è rotto il femore a seguito di una banale caduta segnala un rischio doppio di avere delle fratture da fragilità. La familiarità, quindi, è un fattore di rischio che gioca un ruolo molto potente.

La menopausa incide sull’osteoporosi?

Certamente può incidere una menopausa precoce, e in generale un periodo di vita fertile ridotto, intendendo per periodo fertile l’intervallo che va dal menarca (prima mestruazione) e menopausa.

Quali altri fattori di rischio vanno valutati per l’osteoporosi?

Un altro fattore di rischio è il peso corporeo se particolarmente basso: le persone molto magre sono a rischio di osteoporosi. Si è capito peraltro negli ultimi anni che anche le persone obese, contrariamente a quanto si poteva pensare, sono a rischio di fratture. In questo caso diventa chiaro come la densità ossea non sia esaustiva: nelle persone obese la densità ossea è buona e questo ci portava a pensare che avessero un basso rischio di fratture; ma non è così, perché la qualità dell'osso nelle persone obese è peggiore anche in presenza di buoni livelli di densità ossea. Per loro, come per chi soffre di diabete o chi è trattato con cortisonici, c'è un rischio aumentato di fratture: moltissime malattie, infatti, così come molti farmaci, determinano fragilità scheletrica.

Lo stile di vita può fare la differenza nell’insorgere dell’osteoporosi?

Tra i fattori di rischio clinici che ci consentono di individuare i soggetti a maggior rischio, troviamo l’inattività o la scarsa attività fisica, lo ridotto introito di calcio, il fumo di tabacco, l’eccesso di bevande alcoliche. Questi sono tutti fattori correggibili: le cattive abitudini vanno a pesare sull'integrità dello scheletro, come su altri aspetti della salute.

Dottor Marco Di Monaco
Specialista in Medicina fisica e riabilitazione, specialista in Endocrinologia e Malattie del ricambio

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