Giornata mondiale del Parkinson 2024

2024-04-11
Giornata mondiale del Parkinson 2024

Oggi, giovedì 11 aprile è la Giornata mondiale del Parkinson, una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce il sistema nervoso centrale, studiata e descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817. 

Si tratta di una sindrome caratterizzata da rigidità muscolare che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi, tremore che insorge durante lo stato di riposo e bradicinesia, disturbo che provoca difficoltà a iniziare e terminare i movimenti. Questi sintomi sfociano poi in disturbi dell’equilibrio, andatura impacciata e postura curva. Possono esserci anche effetti non motori come disturbi del sonno, problemi cognitivi e depressione.

Con circa 300.000 persone affette, il Parkinson risulta una delle malattie degenerative neurologiche più comuni nel Paese dopo l'Alzheimer. La prevalenza di questa condizione tende ad aumentare con l'avanzare dell'età, ma non è esclusa la possibilità di insorgenza anche nei giovani.

Non esiste una cura per il Parkinson, ma un approccio multidisciplinare composto da un trattamento farmacologico, la chirurgia e la riabilitazione sono in grado di fornire sollievo ai sintomi

Noi del Presidio San Camillo siamo in prima linea nel trattamento delle persone affette da questa malattia: grazie all’utilizzo di metodi riabilitativi all’avanguardia accompagniamo il paziente la famiglia o il caregiver nel percorso di trattamento.

Il trattamento della malattia di Parkinson al Presidio Sanitario San Camillo

Un équipe multidisciplinare di specialisti, fisioterapisti, logopedisti, psicologi, neuropsicologi, terapisti occupazionali, neurologi, fisiatri e infermieri in seguito ad una visita fisiatrica costruisce un percorso composto da specifiche attività adatte al singolo caso preso in esame.

La nostra attenzione si concentra non solo sul paziente ma anche sui familiari e caregiver che gli ruotano intorno, figure di vitale importanza e che supportiamo fin dal primo momento con incontri formativi e psicologici.

La presa in carico del paziente può avvenire tramite Servizio Sanitario Nazionale o in solvenza e può prevedere la permanenza in day hospital o attività ambulatoriale con cicli di sedute due o tre volte alla settimana.

I percorsi in regime di solvenza prevedono diverse attività estremamente innovative.

  • Programma Power Moves! Una tecnica che permette il ripristino delle funzioni motorie compromesse grazie a esercizi mirati effettuati in coppia o in piccoli gruppi 
  • Danzaterapia, un’attività che stimola l’iniziativa motoria e relazionale con proposte di allenamento sul ritmo, su schemi dinamici e sul movimento, 
  • Teleriabilitazione, un percorso composto da 10 sedute online con il fisioterapista presente in collegamento a guida delle proposte terapeutiche. 

 

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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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