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Che cos'è l'agopuntura? Come funziona?
L’agopuntura è una tecnica che deriva dall’antica medicina cinese che, essendo una medicina olistica, si pone l’obiettivo di prendere in considerazione non il singolo sintomo ma la persona nel suo insieme.
In Italia l'agopuntura può essere eseguita soltanto da medici che abbiano seguito uno specifico corso di perfezionamento di almeno tre anni.
Come funziona una seduta di agopuntura?
La seduta dura all'incirca una mezz’oretta, il medico immette dei sottili aghi sterili in diversi punti:
- a livello locale, dove c'è la sintomatologia dolorosa
- a livello adiacente
- A livello distale, nelle braccia e nelle gambe, per esempio dei piedi
Non dobbiamo pensare alla seduta di agopuntura come a un momento doloroso ma anzi, spesso il paziente al termine della cura ha una sensazione di grande rilassamento.
Dott.ssa Cristina Destefanis
Medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa
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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.
Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.
Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano
Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.
Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:
"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”
Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:
"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”
I passaggi fondamentali per riconoscere questa patologia.
Si può accumulare stress a causa di diversi fattori ambientali della nostra vita quotidiana.
Gli esami a supporto della diagnosi vengono decisi dal medico linfologo.