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Agopuntura: l’importanza dell’approccio multidisciplinare

2023-11-24
Agopuntura: l’importanza dell’approccio multidisciplinare

Negli ultimi anni molti studi hanno dimostrato l’efficacia dell’agopuntura, tecnica che deriva dall’antica medicina cinese, per le patologie croniche come l'emicrania, la cervicalgia, la lombalgia e malattie anche molto complesse e difficili da trattare efficacemente, come per esempio la fibromialgia.

Per la gestione del dolore è ottimale il trattamento da parte di un équipe multidisciplinare composta non soltanto da medici, ma anche da psicologi e fisioterapisti. Un approccio di questo tipo va, infatti, a migliorare l’outcome del paziente. 

 

 

La fibromialgia è una malattia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico caratterizzata dalla presenza di sintomi specifici:

  • rigidità in numerose parti dell’apparato locomotore 
  • dolore cronico e diffuso
  • astenia, ovvero l’affaticamento cronico e stanchezza debilitante
  • disturbi dell’umore e del sonno
  • sindrome del colon irritabile 

In questo specifico caso l’agopuntura ha un ruolo importante nella gestione non solo del dolore, ma anche dei sintomi associati, come appunto l'astenia, l'insonnia e l'ansia collegata alla patologia.

 

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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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