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Un pensiero dedicato agli infermieri nella giornata mondiale che celebra questa professione
Il 12 maggio 1820 è nata Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. L’International Council of Nurses, Federazione che rappresenta circa 130 Associazioni nazionali infermieristiche e comprende quasi 28 milioni di infermieri nel mondo, ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere.
Ogni ricorrenza o anniversario possono rappresentare un’occasione per dedicare un pensiero o una riflessione sul senso di quanto si intende celebrare. Per gli infermieri ciò significa, sicuramente, l’opportunità di accendere e/o riaccendere il faro sul valore che sta alla radice della professione infermieristica: il prendersi cura dell’altro.
È un prendersi cura che dev’essere declinato rispetto al contesto, all’evoluzione della società, al progresso scientifico, ai problemi sempre nuovi e unici delle persone.
Al di là del grande lavoro fatto in questi anni, e che continua tutt’ora con tenacia, verso la conferma del contributo dell’infermieristica a livello accademico nelle Università, nella Politica sanitaria o nelle Direzioni strategiche, va ribadito, tuttavia, come è assolutamente nella quotidianità che l’autentico valore della professione si incarna e si realizza.
E proprio pensando a questo, che mi è tornato in mente l’impegno che noi infermieri avevamo dichiarato nel “Patto infermiere cittadino” in una delle ‘giornate mondiali dell’infermiere’, e precisamente quella del 1996. Mi sembra che possa costituire ancora, per le nuove generazioni di infermieri, un impegno sempre vero e attuale e dal quale possono emergere: il rispetto per le persone di cui ci occupiamo; l’importanza dell’ampio campo di azione degli infermieri (a casa, sul territorio, negli ospedali, nelle residenze, nelle comunità); ma allo stesso tempo anche l’assenza di mediatori, vera autonomia, tra infermiere e cittadino.
Auguro a voi e a me un cammino professionale che non spenga la passione, anche quando la strada, come in questi anni di pandemia e non solo, può farsi più dura.
Anzi, direi proprio che questa passione l’abbiamo dimostrata!
Riconoscente, come infermiera e come cittadina,
Valeria Miazzo
Infermiera, direttrice del Servizio Infermieristico, Tecnico e della Riabilitazione
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