Portale della Fondazione Opera San Camillo - L'incontinenza urinaria, un problema nascosto: come la fisioterapia lo affronta al San Camillo - L'incontinenza urinaria, un problema nascosto: come la fisioterapia lo affronta al San Camillo - Torino
L'incontinenza urinaria, un problema nascosto: come la fisioterapia lo affronta al San Camillo
L'incontinenza urinaria è un problema diffuso, che richiede un trattamento specifico sotto il profilo fisioterapico. Ne abbiamo parlato con Serena Balocco, referente del servizio di Rieducazione delle Disfunzioni del Pavimento Pelvico presso Fisioterapia al Presidio Sanitario San Camillo di Torino.
Che cosa si intende per incontinenza urinaria?
L’incontinenza urinaria è definita come qualsiasi perdita involontaria di urina in tempi e luoghi non appropriati.
Quali persone colpisce?
Questa condizione, che spesso è misconosciuta o nascosta, coinvolge invece un elevato numero di persone, giovani e anziani, uomini e donne. In Italia si stima che colpisca circa cinque milioni di cittadini, e che circa un terzo delle donne ne soffra, soprattutto dopo i parti o al sopraggiungere della menopausa.
Da che cosa è provocata?
Generalmente nelle donne l’incontinenza è causata da un indebolimento dell’uretra e delle strutture che la sostengono, configurando la condizione clinica dell’”incontinenza da sforzo”, che si manifesta soprattutto con la tosse, gli starnuti e in occasione di “sforzi” in genere. Un’altra forma di incontinenza è quella “da urgenza”, caratterizzata da urgenza minzionale e perdite di urina durante lo stimolo prima ancora di raggiungere la toilette. Essa è sostenuta da una disfunzione vescicale chiamata “iperattività vescicale”. Esistono anche le forme miste, caratterizzate dal coesistere delle due condizioni. Nel maschio, invece, la problematica dell’incontinenza, è legata in particolar modo agli interventi chirurgici di prostatectomia.
Con quali cure la si affronta?
Le persone che ne soffrono spesso non dispongono delle informazioni e degli strumenti atti a comprendere la patologia stessa. Nel momento in cui si presentano i primi sintomi, il paziente si dovrebbe rivolgere subito al proprio medico di famiglia che rappresenta il primo punto di riferimento a livello territoriale. Il medico di medicina generale, infatti, può indicare le analisi di screening necessarie ed eventualmente quali ausili utilizzare, procedere alla loro prescrizione, illustrare al paziente quali potrebbero essere le soluzioni terapeutiche per l’uomo e per la donna e indirizzare verso i centri specializzati di riabilitazione e di cura. La Regione Piemonte si trova in una posizione di assoluta avanguardia in Italia per l'attenzione che dedica al tema incontinenza, con l’istituzione, a partire dal 2006, di una rete di centri per l’incontinenza, denominata Rete Incontinenza Piemonte o RIP. RIP è articolata in centri di primo, secondo e terzo livello, diffusi su tutto il territorio regionale, in cui operano specialisti urologi, ginecologi e fisiatri, particolarmente esperti in patologie disfunzionali del pavimento pelvico e della vescica urinaria. La rete rappresenta una realtà al servizio dei cittadini, per garantire la presa in carico clinica, riabilitativa e chirurgica di pazienti affetti da incontinenza urinaria.
Qual è l’importanza della fisioterapia per questa patologia?
Le linee guida per la terapia dell’incontinenza urinaria ci dicono che nella prima fase è necessario iniziare una riabilitazione del pavimento pelvico, che non è invasiva, e potrebbe evitare interventi chirurgici successivi. La fisioterapia ha lo scopo di rinforzare la “muscolatura uretrale” e quella del pavimento pelvico, si avvale di personale specializzato e di strumentazione idonea al rinforzo di questi gruppi muscolari. È possibile anche utilizzare una terapia farmacologica, che viene prescritta dallo specialista.
Come si opera al San Camillo?
Il San Camillo di Torino è sede di un Centro specialistico di secondo livello, riconosciuto dalla Regione Piemonte, per la terapia conservativa dell’incontinenza urinaria, composto da due medici specialisti in fisiatria, un infermiere dedicato e un team di fisioterapisti esperti in riabilitazione del pavimento pelvico. Il nostro Centro, oltre a svolgere un’attività di tipo ambulatoriale per i pazienti che afferiscono al nostro ospedale, collabora con i reparti di degenza e il Day Hospital per garantire un supporto diagnostico-terapeutico per i casi di maggiore complessità, sostenuti da malattie del sistema nervoso centrale e periferico, malattia di Parkinson e Sclerosi Multipla, anch’esse causa di incontinenza urinaria.
Il Presidio Sanitario San Camillo è convenzionato con assicurazioni, fondi e casse integrative per l'erogazione...
In questa sezione potete richiedere la prenotazione per una prestazione ambulatoriale privata...
Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.
Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.
Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano
Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.
Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:
"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”
Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:
"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”
Lo stress può influire profondamente sulla vita di coppia, compromettendo desiderio, comunicazione e complicità.
Il sistema dello stress è un meccanismo fondamentale che il nostro organismo attiva per rispondere a situazioni percepite come stressanti.
Dal 27 gennaio un nuovo corso per genitori che vogliono approfondire le diverse dimensioni degli autismi e comprendere le strategie e gli interventi educativi necessari.