Il San Camillo e l’impegno con i disturbi dello spettro autistico

2023-02-16
Il San Camillo e l’impegno con i disturbi dello spettro autistico

Come è strutturato il servizio del San Camillo legato all’autismo?

Noi ci iscriviamo all'interno del Servizio Sanitario Nazionale con l'invio da parte delle referenti della Neuropsichiatria infantile. 

I ragazzi accedono al nostro servizio dopo l'età dei sei anni per una convenzione che si è definita a livello regionale, giungono soprattutto dall'area cittadina e dell'area limitrofe della città metropolitana di Torino, per la facilità nella comunicazione e a livello logistico.

Si fermano da noi per un intervento di una durata di un anno circa, dove abbiamo degli interventi individualizzati in piccoli gruppi, siamo uno dei pochi centri che offre un'attività di tipo cognitivo comportamentale, quindi abitativa, riabilitativa in piccoli gruppi, con un’équipe composta da:

  • logopedista
  • psicomotricità
  • educatori
  • neuropsichiatra infantile
  • varie figure tirocinanti che si avvicendano secondo la formazione universitaria 
  • teacher training, in collaborazione con la scuola e gli insegnanti 
  • parent training

Il percorso è su base cognitivo comportamentale, quindi a livello abilitativo riabilitativo, secondo le metodologie più accreditate a livello internazionale di cui i nostri operatori hanno fatto specifica formazione.

La Stanza Multisensoriale. Di cosa si tratta?

Negli spazi che noi abbiamo a disposizione all'interno del presidio ci sarà una stanza che è in corso di allestimento strettamente dedicata allo stimolo sensoriale.

Con i bambini sia a più alto funzionamento sia con quelli a più basso, proponiamo un ambiente di questo tipo dove, attraverso stimoli luminosi tarati per le esigenze individuali, li accompagniamo passo passo ad avvicinarsi verso questo tipo di stimoli, a farli più loro, a riuscire a gestirli in un modo più diretto e anche più responsabile.

Con l’obiettivo che questi stimoli non permangano come altamente disturbanti, ma che il cervello piano piano li renda più suoi e che quindi vada a ridurre nei comportamenti il problema.

Spesso ci occupiamo di bambini che non possono andare al ristorante per la confusione che c’è, che non possono stare in mensa, perché il rumore della mensa non è accettabile. Oppure, bambini che non accettano di essere toccati o che ricercano le manipolazioni di certe sostanze o di certi oggetti, l'alimentazione a livello tattile, a livello percettivo sensoriale è soltanto di un certo tipo di una certa modalità.

Lo scopo del lavoro con gli educatori in questo ambito è proprio quello di manipolare quel cervello che è modificabile e fare in modo che degli stimoli sensoriali possano lasciare delle tracce che possano essere qualcosa di più addomesticabile per la loro crescita.

 

Dott. Giovanni Geninatti Neni
Neuoropsichiatra infantile 

 

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