Portale della Fondazione Opera San Camillo - Cos’è il disturbo acuto da stress? - Cos’è il disturbo acuto da stress? - Torino
Cos’è il disturbo acuto da stress?
Il disturbo acuto da stress è uno stato psicologico che si sviluppa successivamente a un evento scatenante che ha fatto percepire un pericolo o una reale minaccia all'integrità fisica della persona.
In seguito a questi episodi, il soggetto può sviluppare stati di insonnia, agitazione, panico e può continuare a vivere un persistente stato di allerta anche quando il reale pericolo è concluso. La durata diagnosticata del disturbo acuto da stress non supera i 30 giorni dall’evento che l’ha provocato.
Quando si parla di disturbo post-traumatico da stress?
Si tratta di una seria condizione psicologica che si sviluppa a seguito di una circostanza estremamente snervante, in condizioni simili al disturbo acuto da stress.
Il paziente potrebbe iniziare a sviluppare alcuni sintomi invalidanti per la propria quotidianità, come:
- pensieri intrusivi
- flashback ricorrenti
- stati di ansia
- paura
- insonnia
- tendenza ad evitare situazioni, ricordi o qualsiasi altro trigger (fattore scatenante) che possa attivare la memoria traumatica.
Il disturbo post-traumatico da stress può durare ben oltre i 30 giorni dall'evento e può anche arrivare a cronicizzarsi se non viene trattato in tempo.
Fortunatamente, esistono dei trattamenti di grande efficacia dimostrati da un’ampia casistica positiva.
La EMDR: una valida terapia per il disturbo post-traumatico da stress
La Eye Movement Desensitization and Reprocessing è un approccio che si concentra su un trauma specifico. La durata media è di quattro o sei sedute, in cui il ricordo viene trattato attraverso una specifica desensibilizzazione che porta la parte di ricordo traumatica a non attivare più una reazione di allerta, pensieri intrusivi e altri sintomi invalidanti ma che permanga nella memoria come ricordo sgradevole esclusivamente del passato.
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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.
Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.
Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano
Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.
Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:
"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”
Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:
"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”
L’innovazione e l’attenzione al paziente nella sua totalità come punti di partenza per trattare disabilità fisiche e neurologiche.
L’evento della giornata di ieri ha avuto una grande risonanza mediatica, prova del rilievo della nostra struttura per il territorio cittadino, provinciale, regionale.
Un'occasione importante per condividere i risultati raggiunti nel 2023 e le prospettive per il futuro.