Corsi di formazione avanzata: un altro grande successo.

2024-04-17
Corsi di formazione avanzata: un altro grande successo.

“La depressione è una malattia democratica, colpisce tutti” (Indro Montanelli)

 

È così che Lunedì 8 nelle aule del nostro Presidio si è aperta la prima sessione del corso di formazione avanzata “Il trattamento degli stati depressivi con la psicoterapia EMDR e le nuove forme di depressione contemporanea”. 

Siamo lieti di annunciare che l’evento è stato un grande successo, per questo motivo vogliamo ringraziare i nostri docenti prof. Luca Ostacoli, prof. Giorgia Boccaccio e dott.ssa Lorena Giovinazzo e ovviamente tutti i professionisti sanitari che hanno partecipato con grande entusiasmo.

Il tema è particolarmente importante nella società di oggi, come confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione è identificata come una delle principali motivazioni di riduzione degli anni di vita a causa di mortalità e disabilità.

Durante il corso abbiamo avuto modo di approfondire gli stati depressivi e il loro trattamento con la terapia EMDR.
Abbiamo riflettuto sulle nuove forme di psicopatologie della contemporaneità, sui loro sviluppi e le trasformazioni all’interno della cornice sociale in cui si manifestano e, infine,  sulle nuove forme di depressione e di isolamento sociale.

Il nostro obiettivo è stato quello di effettuare una valutazione del quadro depressivo e l’identificazione dei corretti protocolli di intervento.

 

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I nostri corsi di formazione avanzata rivolti ai professionisti sanitari sono uno dei nostri fiori all’occhiello, è un impegno che abbiamo preso oltre 20 anni fa, e che manteniamo dedicando un’intera area della nostra struttura, munita di spazi, tecnologie e strumentazioni che ci permettono di offrire un percorso formativo d'eccellenza.

 

Scopri di più: L'aiuto di uno psicologo nei casi di ansia, depressione e stress post traumatico

 

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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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