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Bilancio Sociale sui dati 2020: un programma ricco di interventi

2021-11-23
Bilancio Sociale sui dati 2020: un programma ricco di interventi

Venerdì 26 novembre a partire dalle ore 16 presenteremo il Bilancio Sociale sui dati 2020: molti saranno gli ospiti e gli interventi che si susseguiranno nel corso della serata.

Il racconto di come il Presidio ha operato sul territorio attraverso l'attività clinica, i progetti di ricerca, le pubblicazioni, i risultati di produzione, di organizzazione e di qualità della struttura, è un impegno che prosegue ormai dal 2011 e riceve grande riconoscimento nel contesto regionale.

Il San Camillo è tra i precursori in questo campo, grazie anche all’importante collaborazione con l'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino e con il Dipartimento di Management dell'Università degli Studi di Torino che anche quest’anno hanno collaborato alla stesura e alla validazione del documento finale e che saranno rappresentati dalla presenza in sala del dott. Davide Barberis e dal prof. Christian Rainero.

Il Direttore Sanitario dott. Francesco Arnoletti aprirà la serata, la quale verrà moderata dal dott. Paolo Bruni. Saranno presenti anche il dott. Luigi Genesio Icardi, Assessore alla Sanità Regione Piemonte, il dott. Jacopo Rosatelli, Assessore ai Servizi Sociali e alle relazioni con le Aziende Sanitarie della Città di Torino, il dott. Carlo Picco, Direttore Generale ASL Città di Torino, don Paolo Fini, Direttore Pastorale Sanitaria Diocesi di Torino, il prof. Marco Minetto, Direttore Scuola di Specialità di Riabilitazione e il prof. Giuseppe Massazza, Responsabile Dipartimento Ortopedia e Riabilitazione di Città della Salute.

Dopo i saluti istituzionali al quale non mancheranno anche il prof. Christian Rainero dell’Università degli studi di Torino, Dipartimento di Management, il dott. Davide Barberis dell’Ordine dei commercialisti e revisori contabili di Torino e il dott. Marco Salza, Direttore Generale del Presidio, si parlerà dei progressi di ALBA Robot. Si tratta del progetto rivoluzionario che vede la creazione della prima carrozzina a guida autonoma per la mobilità dei pazienti in ospedale al cui sviluppo il Presidio ha collaborato sin dal 2019, a testimoniare il costante impegno nel campo della ricerca medica.

Dopodiché si entrerà nel vivo del Bilancio con il racconto delle attività tramite le storie più significative ed emozionali che hanno caratterizzato il 2020.

Si inizierà con video a cura del Servizio infermieristico il quale ci mostrerà il duro lavoro e la forza di un reparto che ha lottato sempre in prima linea. Non mancherà inoltre l’intervento del dott. Edoardo Milano, direttore SCRRF del Presidio.

Ampio spazio verrà dedicato al servizio di Psicologia e Neuropsicologia, i quali hanno offerto un supporto indispensabile nei momenti più difficili.

Parleremo poi dell'avanzamento tecnologico e della teleriabilitazione, che ci ha permesso di rimanere accanto ai pazienti anche se fisicamente distanti. Interverranno quindi il dott. Piero Bottino, la dott.ssa Alessandra De Ceglia e la dott.ssa Nadia Esposito.

Il 2020 è un anno che ha messo tutti alla prova, creando nuove fragilità sanitarie e sociali: lo testimoniano gli interventi della dott.ssa Erika Belcastro che dialogherà con una mamma per raccontarci l’attività del servizio per i Disturbi dello spettro autistico durante i mesi di lockdown; e l’intervento della dott.ssa Lina Panico con la storia sul servizio di radiologia.

Dopo aver ascoltato le storie sulle attività del Presidio, verrà dedicato uno spazio ai dati amministrativi e al quadro economico finanziario del 2020, curato dal dott. Gianluca Manzo.

A conclusione dell’evento del Bilancio Sociale sui dati 2020, l’intervento di padre Antonio Menegon, sposterà lo sguardo oltre le mura del San Camillo e dentro la Cura e l'Assistenza del malato, come ci ha insegnato San Camillo de Lellis.

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DICONO DI NOI - Leggi gli articoli che vedono il Presidio Sanitario San Camillo protagonista

 

Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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