Portale della Fondazione Opera San Camillo - La medicina narrativa sperimentata in prima persona - La medicina narrativa sperimentata in prima persona - Torino
La medicina narrativa sperimentata in prima persona
Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.
Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.
Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano
Una giornata per riconoscere il ruolo fondamentale di radiologi e tecnici di radiologia e celebrare una scoperta che ha trasformato in modo decisivo la diagnostica e la medicina moderna.
Tre professioniste del Presidio, Nadia Esposito, Cristina Destefanis e Patrizia Gindri, hanno partecipato a una ricerca che esplora i processi di integrazione visuo-tattile e visuo-motoria nella malattia di Parkinson, offrendo nuove prospettive per la riabilitazione neurologica.
Prevenzione, riabilitazione e ritorno all’autonomia al centro delle iniziative per promuovere il benessere dei pazienti che hanno subito uno stroke cerebrale.