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Il Presidio Sanitario San Camillo presenta il suo dodicesimo Bilancio Sociale di Sostenibilità

2024-11-18
Il Presidio Sanitario San Camillo presenta il suo dodicesimo Bilancio Sociale di Sostenibilità

L’edizione su dati 2023 del Bilancio Sociale di Sostenibilità del Presidio Sanitario San Camillo si basa sui principi di rendicontazione proposti dalla Global Reporting Initiative (GRI), il documento è suddiviso nei seguenti capitoli:

  1. Identità e governance
  2. Attività e storie
  3. Impatti economico-finanziari
  4. Impatti sociali
  5. Impatti ambientali

 

Il documento racconta l'evoluzione di una struttura ospedaliera all'avanguardia, sempre più orientata verso il futuro grazie a innovazioni tecnologiche e approcci operativi moderni ed è stato sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino e con l'Ordine dei Dottori Commercialisti ed esperti contabili di Torino.

 

«Ritengo sia importante fare una riflessione. 

Cosa conta il Presidio per il sistema (sanitario, sociale, economico del territorio) e cosa il sistema conta per noi?

Più facile rispondere alla seconda parte. Grande è il sostegno che ci aspettiamo dalla Città, dall’ASL e dalla Regione, ognuno per quanto di sua competenza. 

 

Trasporti, continuità assistenziale, velocità nella risposta alla richiesta di ausili e di sistemazione dei pazienti che devono uscire e non possono tornare a casa, sono alcuni dei temi caldi che quotidianamente tocchiamo. 

 

Ma ancora, non meno importante, il finanziamento delle prestazioni erogate in convenzione a valori che siano congrui per l’impegno profuso, ed infine, il sostegno concreto nelle attività di ricerca e di formazione, anche universitaria, su cui siamo attivi.

Alla prima parte non dovremmo rispondere noi e la correttezza vorrebbe che fossero le Istituzioni con cui ci relazioniamo ad esprimersi. 

 

Nel nostro piccolo pensiamo, in ogni caso, di poter dire che il Presidio sia una realtà significativa e di una certa rilevanza per l’attività, l’appropriatezza e la qualità profusa nel panorama riabilitativo. Le richieste che ci giungono da ogni parte sono la dimostrazione quotidiana dell’affermazione sopra esposta; le storie ed i numeri che potrete leggere nelle pagine seguenti sono un’ulteriore conferma.»

 

Dalla lettera di apertura del Dott. Marco Salza, Direttore Generale del San Camillo

 

 

Convenzioni

Il Presidio Sanitario San Camillo è convenzionato con assicurazioni, fondi e casse integrative per l'erogazione...

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DICONO DI NOI - Leggi gli articoli che vedono il Presidio Sanitario San Camillo protagonista

 

Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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