Il nuovo impianto fotovoltaico del Presidio San Camillo

2024-05-08
Il nuovo impianto fotovoltaico del Presidio San Camillo

Il Presidio Sanitario San Camillo di Torino per le energie rinnovabili

Collaudato nei primi giorni di aprile è stata una scelta all'insegna dell'innovazione energetica: coprendo il 35-40% del fabbisogno energetico della struttura nelle giornate di sole, conterrà la produzione di CO2 di 4,26 tonnellate in meno in 15 giorni, che corrisponde alla crescita di 6 nuovi alberi.

È composto da 378 pannelli su un'area di 785 metri quadrati ed è in grado di raggiungere una potenza totale di 166,32 kWp. Secondo le previsioni, questo sistema produrrà annualmente circa 195.000 kWh di energia, dei quali il 99,7% verrà consumato direttamente all'interno del Presidio.

Questo progetto innovativo ci consentirà di contribuire a diminuire i prelievi di energia dalla rete nazionale. Ciò si traduce in benefici ambientali significativi, tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra di cui si stima un risparmio di circa 90 tonnellate di CO2 all’anno.

 

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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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