Giornata mondiale della fisioterapia: trattamento della lombalgia e dei disturbi lombari

2024-09-08
Giornata mondiale della fisioterapia: trattamento della lombalgia e dei disturbi lombari

Oggi, 8 settembre 2024 si celebra la Giornata mondiale della fisioterapia, un evento globale che sottolinea il ruolo fondamentale dei fisioterapisti nel cammino verso il recupero e la cura del paziente.

Quest'anno l'attenzione è rivolta alla gestione e prevenzione del dolore lombare, una delle principali cause di disabilità nel mondo. La fisioterapia gioca un ruolo essenziale non solo nel recupero da lesioni e interventi chirurgici, ma anche nella prevenzione di molte patologie croniche legate alla mobilità e alla funzione fisica.

Secondo le statistiche, tra il 58% e l'84% delle persone sono affette da lombalgia nel corso della vita, con una percentuale che può crescere anche del 16% tra le donne. Questi dati sottolineano l'urgenza di approcci preventivi e terapeutici efficaci, che sono proprio al centro dell'operato dei fisioterapisti.

La fisioterapia offre un'ampia gamma di trattamenti che vanno dalla prevenzione alla riabilitazione, passando per la valutazione e la cura. I fisioterapisti sono specialisti nel fornire consulenza e trattamenti personalizzati per il “mal di schiena”, supportando i pazienti nel migliorare la loro salute e qualità di vita, riducendo il rischio di ricadute.

 

Il trattamento fisioterapico della lombalgia del Presidio Sanitario San Camillo

Per lombalgia si intende un dolore localizzato posteriormente sulla schiena e può essere causato da patologie ortopediche (ernie o artrosi) o da abitudini scorrette/traumi (postura, movimenti incongrui, contratture). 

Esistono degli esercizi e dei trattamenti che possono ridurre la sintomatologia dolorosa sin dalle primissime fasi. Ma l’ideale è iniziare un percorso continuativo nel tempo che permetta di prevenire nuovi attacchi: la prevenzione gioca, infatti, un ruolo chiave.

In base al tipo di problematica e alle necessità del paziente, il trattamento fisioterapico di una lombalgia può essere composto da diversi tipi di trattamenti: il nostro Presidio mette a disposizione trattamenti come le terapie fisiche strumentali o la massoterapia distrettuale, per la riduzione del dolore, il recupero della mobilità e la risoluzione di contratture muscolari.

In caso di dolori forti o continuativi è fondamentale non minimizzare la condizione e richiedere un consulto specialistico così da intraprendere un percorso fisioterapico personalizzato e agire sulla zona interessata.

 

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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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