Giornata mondiale della sindrome di Asperger: una malattia difficile da diagnosticare

2019-02-16
Giornata mondiale della sindrome di Asperger: una malattia difficile da diagnosticare

In occasione della Giornata Mondiale della sindrome di Asperger, abbiamo intervistato il dottor Federico Villare, medico del Presidio Sanitario San Camillo, che dal 2003 ha attivato un servizio riabilitativo destinato ai pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico.

Dottor Villare, di cosa si parla quando si affronta il tema della sindrome di Asperger? 
La sindrome di Asperger è attualmente considerata un disturbo del neurosviluppo correlato all'autismo, caratterizzato però in particolare dall'elevato funzionamento cognitivo. Quindi, seguendo gli schemi diagnostici più accreditati, un paziente con Asperger condivide con quelli appartenenti al resto dello spettro autistico la compromissione delle abilità d'interazione sociale, la tendenza ad adottare comportamenti ripetitivi e stereotipati e a sviluppare interessi ristretti ed esclusivi, mentre non sono presenti ritardi nello sviluppo del linguaggio né deficit cognitivi.

Quali sono le principali cause di questa patologia e come può essere trattato un individuo con la sindrome?
Al momento attuale le cause della patologia non sono note e le strategie di intervento, come per tutti i disturbi della famiglia dell'autismo, si basano su training cognitivo-comportamentali individualizzati e di gruppo, inclusi i parent training e teacher training, focalizzati sull'implementazione delle abilità sociali, in qualche caso con un supporto farmacologico per i sintomi ossessivi e di iperattività.

A che età si può diagnosticare la sindrome di Asperger?
La sindrome di Asperger spesso viene diagnosticata più tardivamente rispetto ad altre forme di patologia autistica proprio perché sul piano dell'acquisizione del linguaggio e degli apprendimenti scolastici i bimbi che ne sono affetti non manifestano gravi problemi nei primi anni di vita. Si evidenziano invece le difficoltà a socializzare con i coetanei, a riconoscere le emozioni proprie e altrui, a sostenere una conversazione che non sia unilaterale, a comprendere i significati meno letterali delle frasi (proverbi, metafore, doppi sensi, scherzi). Tutto ciò espone, evidentemente in maniera proporzionalmente maggiore con il crescere dell'età, i bimbi Asperger al possibile isolamento sociale, con relativo rischio di disagio psichico.

A che punto è la medicina con lo studio di questa patologia e qual è la categoria di soggetti più colpiti?
Il fatto che il riconoscimento di questo profilo diagnostico sia relativamente recente (con il lavoro sulle descrizioni di casi del dottor Asperger di inizio Novecento, effettuato dalla psichiatra inglese Lorna Wing negli anni Ottanta e l'inclusione nel DSM IV nel 1994) determina che molti aspetti della sindrome siano ancora in via di definizione. Per esempio è sicura la prevalenza del sesso maschile, ma si descrivono sempre più numerosi casi di sesso femminile. Inoltre è molto frequente il riscontro diagnostico in soggetti che vengono riconosciuti come affetti dalla sindrome solo in età adulta, grazie alla crescente attenzione sia del modo medico sia dei media, che ne diffondono la sensibilità.

Ci sono personaggi famosi che potrebbero essere collegati a questa sindrome?
Si fa sempre più frequente il riferimento a persone celebri che sarebbero o sarebbero state affette da sindrome di Asperger: tali personaggi appartengono prevalentemente al mondo della scienza (un esempio spesso citato è Albert Einstein), ma non mancano artisti di ogni categoria (da Bob Dylan a Susanna Tamaro). Indubbiamente alcuni di questi personaggi possono essere affetti da SA, ma ritengo necessaria molta attenzione al riguardo, poiché se è vero che le abilità cognitive talvolta molto elevate dei pazienti di questo profilo li possono portare a realizzazioni eccelse, è anche vero che le difficoltà nella gestione delle emozioni e delle relazioni può incidere profondamente sulla qualità della loro vita.