Portale della Fondazione Opera San Camillo - Giornata mondiale dell'autismo, una malattia che vede il San Camillo di Torino in prima fila - Giornata mondiale dell'autismo, una malattia che vede il San Camillo di Torino in prima fila - Torino
Giornata mondiale dell'autismo, una malattia che vede il San Camillo di Torino in prima fila
Il 2 aprile è la giornata mondiale dedicata all'autismo, una problematica che spiazza le famiglie quando scoprono che un loro figlio ne soffre. Il Presidio Sanitario San Camillo di Torino è diventato, nel corso degli anni, un punto di riferimento per quanto riguarda i disturbi dello spettro autistico, grazie agli specialisti che lavorano nella struttura della Riabilitazione e grazie alla possibilità di garantire a padri e madri un servizio che vada oltre la sola presa in carico della malattia.
Il centro del Presidio è nato nel 2003 con il DH VEGA, che approccia l'autismo secondo il programma TEACCH, un modello riabilitativo sperimentato negli Stati Uniti e di ispirazione cognitivo-comportamentale. La scelta di questo metodo è stata fatta anche perché la strutturazione di tempi e spazi di trattamento risultava efficace nell'approccio alle difficoltà presentate dai ragazzi inseriti e nell'organizzazione di un servizio di riabilitazione che presentasse caratteristiche di multidisciplinarietà.
Oggi l'équipe del Presidio è formata da due educatori professionali (uno dei quali si incarica del coordinamento), una psicologa, una infermiera in carico al Day Hospital, un medico fisiatra, una neuropsichiatra infantile, una logopedista, una neuropsicologa e una neuropsicomotricista. Nel corso degli anni sono state accumulate importanti esperienze che, nel 2018, si sono tradotte in “Giochi non solo per gioco”, un manuale dedicato ai genitori in cui viene raccontata una pratica sul territorio lunga quindici anni. Si tratta di giochi alla portata di tutti, che possono essere costruiti con materiale che si reperisce facilmente e che aiutano a interagire con chi è colpito da un disturbo dello spettro autistico. Un sostegno prezioso, che non lascia sole le persone.
Esprimere le proprie emozioni è essenziale per riconoscere i bisogni profondi e trasformarli in azioni concrete orientate al benessere.
Esistono diversi modi in cui il nostro cervello codifica e immagazzina informazioni.
Qual è il modo migliore per accompagnare i bambini che possiedono questo genere di disturbo? La dottoressa Lorenzi elenca alcuni consigli.