La fruizione della "FIS"

La Pandemia legata al Covid-19 e la conseguente emergenza sanitaria è da ritenersi senza dubbio causa di una delle maggiori crisi al livello globale che ha colpito l’ambito economico e sociale della società.

L’onda lunga di questo “tsunami” sanitario ha investito anche il nostro Presidio che per la prima volta nella sua storia ha dovuto ricorrere all’utilizzo dei cosiddetti ammortizzatori sociali.

Gli effetti peggiori si sono registrati nella primavera 2020, quando da metà marzo questa struttura è stata costretta a chiudere il reparto Day Hospital e sospendere tutta l’attività ambulatoriale, fino ad arrivare anche ad una riduzione pari al 63% dei posti letto in regime di ricovero nel mese di aprile.

Essendo il Presidio una struttura riabilitativa, gli effetti restrittivi si sono riversati conseguentemente in maniera maggioritaria sul personale della riabilitazione (fisioterapisti ed educatori professionali).

La riduzione delle attività ha portato quindi la Direzione a dover porre un piano di razionalizzazione delle risorse umane che risultavano in esubero rispetto al fabbisogno sanitario richiesto.

Dopo aver concesso la fruizione delle ferie come primo “rimedio” in via sussidiaria si è ricorsi alla F.I.S. (fondo di integrazione salariale) quale strumento che ha permesso al personale che aveva già usufruito delle ferie disponibili di rimanere assente almeno con parziale riconoscimento delle retribuzione da parte dell’INPS.

Sono stati 15 i dipendenti interessati con 489 giorni di assenza complessiva a partire dal mese di aprile fino al mese di agosto, che hanno avuto una riduzione delle retribuzione all’interno di un range che parte dal 20% e che arriva fino al 45% a seconda del tabellare contrattuale riconosciuto, inoltre durante tale periodo il personale avendo ricevuto l’indennità da parte dell’INPS ha beneficiato unicamente della contribuzione cosiddetta “figurativa”.

È evidente che pur nella sua utilità, questa forma ha comportato comunque un sacrificio economico per i dipendenti che è andato a sommarsi a quello emotivo e psicologico che ha toccato tutti noi specialmente nel periodo in cui la pandemia ha raggiunto i livelli più alti.

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