Covid-19

L’appuntamento del Bilancio Sociale è slittato questa volta di un anno a causa della pandemia che stiamo vivendo e che ha ridimensionato molti aspetti della nostra quotidianità.

All’inizio del 2020 il Covid ci ha colto impreparati e ci ha costretto a porci molte domande sulla prevedibilità della malattia, su cosa stava succedendo e perché, e su quali armi avevamo a disposizione per combattere la malattia.

In tutto il mondo, dopo una fase iniziale di confusione durante la quale non si era riusciti a capire la dimensione del problema, è iniziato un lavoro supportato dagli scienziati volto ad adeguare le conoscenze di noi tutti per consentirci di operare al meglio per tutelare pazienti ed operatori.

Parallelamente a questa fase di formazione, rivolta in particolare agli operatori ed indispensabile per arrivare a remare tutti nella stessa direzione spiegando la direttrice ed il perché delle azioni, si è sviluppata la sorveglianza della malattia sia per quanto riguarda la sua diffusione sia per elaborare modelli matematici di previsione dello sviluppo.

Inoltre molto si è fatto da allora per individuare tutta una serie di presidi e dispositivi che consentano di tutelare al meglio la salute in questa complessa situazione.

Abbiamo così imparato a conoscere la necessità di utilizzare sempre guanti, camici, mascherine e altri DPI per garantire la sicurezza dell’assistenza; abbiamo insistito su procedure già note quali il lavaggio delle mani e la disinfezione delle stesse con la consapevolezza di quanto sia determinante il contributo di ognuno di noi nelle piccole e grandi scelte di ogni giorno.

Il nostro Presidio ha dovuto fare i conti con la malattia ed all’inizio è stato molto difficile. Le indicazioni che arrivavano dalle istituzioni erano vaghe talvolta contraddittorie e tutto questo non aiutava a prendere delle decisioni.

È stato necessario provvedere a modificare le aree di degenza in termini strutturali ed i percorsi con la realizzazione di reparti destinati a pazienti Covid positivi ed è stato necessario sospendere alcune attività come la riabilitazione ambulatoriale. Inoltre per molto tempo i pazienti non hanno potuto ricevere le visite dei loro familiari ed il periodo di degenza si è fatto ancora più pesante. È stato insomma necessario rivedere in toto il modello assistenziale adottato.

Gli operatori hanno profuso tutto il loro impegno cercando di attuare al meglio le direttive ricevute per evitare di essere colpiti dalla malattia; non sempre è stato possibile evitarlo a loro e ad alcuni pazienti. Questa fase iniziale ha stravolto il nostro modo di lavorare; poi pian piano la situazione ha ripreso una sua normalità anche se nulla ancora è tornato come prima della pandemia.

Nel frattempo medici e scienziati in tutto il mondo hanno  continuato il loro lavoro per farci superare questa drammatica pandemia; è grazie ai loro sforzi ed alle loro ricerche se oggi sappiamo molto di più sulla malattia; conoscenza e consapevolezza delle scelte più efficaci ci hanno aiutato ad arrivare ad una fase come quella attuale dove l’andamento dell’epidemia è sotto controllo grazie anche e soprattutto alla scoperta del vaccino che dai primi mesi di quest’anno (2021) è stato messo a nostra disposizione e ci ha consentito di fare altri importanti progressi utilizzando questa potente arma di prevenzione.

Paolo Bruni

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