Portale della Fondazione Opera San Camillo - L'ictus: recupero e riabilitazione - Torino

L'ictus cerebrale: recupero e riabilitazione

Dott. Marco Aimone - Fisioterapista e coordinatore servizio reparti di ricovero

Dott. Gianluca Ruffin - Fisioterapista e coordinatore servizio reparti ambulatoriali

Dott.ssa Alessandra Bonardo - Psicologa e neuropsicologa

Dott.ssa Chiara Lorè - Logopedista

Dott.ssa Elena De Toma - Terapista occupazionale

Dott.ssa Anna Vittone - Terapista occupazionale

Dott.ssa Jessica Autori - Dott.ssa in scienze infermieristiche

Dott. Marco Collura - Dott. in scienze infermieristiche 

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L'ictus cerebrale: di cosa si tratta?

L'ictus cerebrale, o stroke, è una delle patologie più diffuse al mondo, con oltre 12 milioni di persone colpite ogni anno. È la principale causa di disabilità legata a malattie, per questo la prevenzione e la sensibilizzazione sulla patologia sono fondamentali per poterne prevenire le cause peggiori. Si tratta di un evento cerebrovascolare acuto, che può verificarsi in caso di improvvisa ostruzione di un vaso sanguigno (ictus ischemico) o dalla sua rottura (ictus emorragico), con conseguenze gravi sulla salute. Il processo di riabilitazione varia da paziente a paziente, poiché ogni individuo presenta caratteristiche uniche in termini di età, tipo di lesione e condizioni preesistenti. La motivazione e il supporto familiare giocano un ruolo cruciale nel percorso di recupero.

Riconoscere i segnali di allarme può fare la differenza nella gestione tempestiva e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti colpiti.
 

L’importanza della riabilitazione post ictus

Una prevenzione efficace è una delle pratiche più importanti per sconfiggere l’ictus. Quando questa non è sufficiente, però, entrano in gioco il Recupero e la Rieducazione Funzionale (RRF), volti a una riabilitazione intensiva che mira a potenziare i processi di recupero dell’autonomia complessiva del paziente. Il Presidio Sanitario San Camillo, nella funzione di ospedale specializzato, accompagna i pazienti nella fase post-ictus, con interventi di valutazione, diagnosi e terapie multidisciplinari integrate. La riabilitazione inizia con il recupero delle funzioni posturali e del controllo del tronco, e prosegue con l'addestramento al cammino, sia in ambienti protetti, che non protetti, per aiutare i pazienti a riconquistare la loro indipendenza.

L'ictus cerebrale: il servizio del Presidio San Camillo

La presa in carico del paziente ha origine con una Proposta di Percorso Riabilitativo Individuale (PPRI). Grazie al team medico multispecializzato coordinato da fisiatri, neurologi e geriatri, la riabilitazione post ictus viene trattata a 360 gradi. Le attività riabilitative del Presidio vengono svolte in varie modalità, a seconda delle necessità dei pazienti, e seguite da equipe sanitarie composte da fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, neuropsicologi e psicologi.

L’obiettivo del percorso di Riabilitazione è il massimo recupero delle abilità che sono state compromesse nel paziente che ha subito l’ictus. Tra queste, le più diffuse, possono essere l’indebolimento del tono muscolare, la difficoltà di movimento e la mancanza di coordinazione e di equilibrio. Il Presidio Sanitario San Camillo offre diverse opzioni per il trattamento riabilitativo: il ricovero ordinario, i day hospital, il servizio ambulatoriale o a domicilio. Tutte le modalità possono essere fruite sia con Sistema Sanitario Nazionale che privatamente.

Il progetto Guida Sicura del Presidio San Camillo di Torino offre ai pazienti che hanno subito un ictus la possibilità di tornare a guidare in modo sicuro e responsabile. Grazie a una valutazione multidisciplinare, che coinvolge il Servizio di Terapia Occupazionale e il Servizio di Neuropsicologia, i pazienti ricevono un percorso personalizzato, che comprende una prima fase di counseling e una valutazione delle abilità residue su simulatori avanzati. Se necessario, è previsto un iter riabilitativo per migliorare le capacità motorie e cognitive. Il percorso si conclude con la prenotazione della visita presso la Commissione Medica per il rilascio dell’idoneità alla guida.

Il paziente colpito da ictus ha la possibilità di ritornare a camminare; il processo di recupero varia da persona a persona e dipende da diversi fattori: 

  • l’età del paziente

  • la sede della lesione

  • eventuali patologie concomitanti

Il percorso di riabilitazione che offriamo si propone, quindi, di accompagnare il paziente a recuperare molte delle funzioni motorie, tra cui il camminare. Vi sono però diversi fattori che possono influenzare tale percorso, positivamente o meno, come la motivazione del paziente e la sua situazione socio-familiare.

Una delle principali cause di comparsa di deficit cognitivi può essere l'ictus

Spesso, infatti, i soggetti colpiti da lesioni cerebrali presentano:  

  • difficoltà di memoria 
  • difficoltà di attenzione
  • disturbi del linguaggio
  • disturbi di esplorazione visiva e spaziale
  • disturbi di pianificazione

In questi casi la terapia riabilitativa comprende l’azione del neuropsicologo che, attraverso precisi test di valutazione, costruisce un quadro del paziente e ha la possibilità di delineare successivamente un percorso di riabilitazione specifico e personalizzato per il singolo paziente. 

La neuropsicologia cognitiva, infatti, è una branca della psicologia che si occupa di indagare e analizzare il funzionamento cognitivo dei pazienti soggetti a lesioni o disfunzioni, acquisite o congenite, del sistema nervoso centrale. 

L’obiettivo di questa figura professionale all’interno del percorso riabilitativo nel post ictus, è quello di stimolare il recupero e il potenziamento delle funzioni danneggiate, attraverso l’uso di esercizi computerizzati e non, diventando un punto di supporto e di riferimento per il paziente e per la sua famiglia.

 

Circa il 30% delle persone colpite da ictus potrebbe sviluppare problematiche relative a capacità comunicative. 

Il logopedista è il professionista sanitario che si occupa della presa in carico, e quindi della valutazione e del trattamento, delle difficoltà nella comunicazione da parte del paziente. 

Possiamo distinguere due tipologie di disturbi: 

  • l’afasia: un'alterazione della comprensione o della produzione della parola sia orale sia scritta, con un notevole impatto sulle attività di lettura e scrittura. 
  • la disartria: una difficoltà nell'articolazione delle parole che può compromettere la comprensibilità della produzione verbale del paziente e che può manifestarsi anche con un'alterazione dell'emissione della voce.

Sia per l'afasia che per la disartria possiamo identificare diversi gradi di difficoltà: dal paziente che necessita di un supporto comunicativo come immagini o parole scritte a quello che fatica a ritrovare alcuni concetti durante la conversazione. 

Nella presa in carico logopedica è molto importante considerare anche l'impatto sociale che i disturbi comunicativi possono avere in modo da favorire il prima possibile una reintegrazione del paziente nella vita quotidiana.

All'interno del percorso riabilitativo che si trova a dover affrontare il paziente con esiti di ictus, il servizio infermieristico si occupa della presa in carico 24 ore su 24 e della continua valutazione delle sue performance nello svolgimento delle attività quotidiane.

È fondamentale ricordare l'importanza del personale infermieristico all'interno del team multidisciplinare, poiché grazie ad una presenza costante, l'infermiere funge da anello di congiunzione tra le varie figure professionali che compongono il team stesso. Inoltre, contribuisce alla definizione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine di ogni singolo paziente e garantisce continuità andando a rinforzare gli input forniti dai terapisti che partecipano al progetto riabilitativo.

 

In secondo luogo vi è il nursing riabilitativo: un’attività che si svolge quotidianamente grazie al supporto dato dagli operatori socio-sanitari, i quali forniscono un'assistenza infermieristica personalizzata.

Il nursing consiste in:

  • valutare le disabilità che l'ictus ha comportato e le abilità residue
  • adattare e contestualizzare l’ambiente in cui si trova il soggetto
  • eseguire interventi volti a prevenire eventuali complicanze
  • attuare strategie alternative per far sì che la persona possa raggiungere la massima autonomia possibile nello svolgimento delle attività di vita quotidiana, per favorire un possibile rientro al proprio domicilio.

 

Infine, la terza area è quella rappresentata dal coinvolgimento del caregiver da parte dell'infermiere e dell’intero team interdisciplinare.

Durante il percorso riabilitativo che deve affrontare il paziente con esiti di ictus, il servizio infermieristico si occupa della presa in carico 24 ore su 24 e della continua valutazione delle sue performance nello svolgimento delle attività quotidiane.

 

All’interno del personale infermieristico si trova anche il caregiver. La sua attività comprende il lavoro di professionisti sanitari e sociali, ma anche di persone che hanno a che fare con il paziente quotidianamente: familiari, amici, vicini di casa, badanti e altre figure. Si tratta di un ruolo fondamentale per il buon esito del percorso riabilitativo, in quanto componente aggiunta dell'équipe riabilitativa.

 

La scelta del caregiver è molto importante per il recupero funzionale

Il caregiver dev’essere:

  • coinvolto in tutto il percorso di cura del paziente
  • informato del piano assistenziale e del piano riabilitativo
  • stimolato ad esplicitare dubbi, perplessità o problematiche (anche di carattere emotivo) che possono presentarsi
  • addestrato nell'individuare i limiti e le abilità del paziente

 

Nell'ambito del processo di cura e del percorso riabilitativo il caregiver fornisce un supporto cruciale non solo durante tutto il percorso, ma anche nel momento della dimissione e del rientro a domicilio per organizzare e attuare il reinserimento del paziente a casa.

 

 

Il Presidio Sanitario San Camillo: Ospedale Specializzato in Riabilitazione

Siamo un ospedale specializzato in Recupero e rieducazione funzionale (RRF), forniamo attività di riabilitazione intensiva, in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale e in forma privata, rivolta a pazienti adulti affetti da menomazioni e disabilità, acquisite e modificabili, di natura neurologica e mio-osteo-articolare di varia gravità. L'obiettivo del nostro lavoro è quello di favorire e potenziare i processi di recupero dell’autonomia complessiva del paziente, compatibilmente con le menomazioni presenti, attraverso interventi valutativi, diagnostici e terapeutici personalizzati, globali, multiprofessionali e integrati.

Tutta l’équipe riabilitativa si compone di fisiatri, geriatri, consulenza specialistica cardiologica, ortopedica, foniatrica, infermieri professionali, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, neuropsicologi, psicologi, musicoterapeuta e assistente sociale: tutti collaborano per un intervento multidisciplinare e completo rivolto al paziente e ai familiari.

Formazione universitaria 

Il Presidio Sanitario San Camillo di Torino collabora con diverse università sia come sede di frequenza per specializzandi, sia come sede di tirocinio per corsi di laurea. All'interno del Presidio sono presenti aule didattiche e tecnologie messe a disposizione degli studenti.

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