Portale della Fondazione Opera San Camillo - Disturbi della memoria: amnesia, perdita di memoria e cura - Torino
I disturbi della memoria e l'amnesia
I nostri specialisti per i deficit mnesici e i problemi di memoria
Dott.ssa Trombetta Silvia - Psicologa psicoterapeuta specialista in Psicoterapia cognitivo-comportamentale
Laureata in Scienze della mente
Dott.ssa Barra Giulia - Psicologa psicoterapeuta specialista in Psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Laureata in Neuroscienze e Riabilitazione Neuropsicologica
Come interveniamo per i disturbi della memoria e le amnesie?
L'équipe del Presidio Sanitario San Camillo interviene nel trattamento dei disturbi della memoria, in particolare l'amnesia post ictus e in generale nel trattamento dei vari disturbi cognitivi, attraverso un primo colloquio anamnestico per conoscere la storia, la situazione e i sintomi del paziente per analizzare la sua richiesta.
A seguire vi è una valutazione neuropsicologica per la riabilitazione dei disturbi della memoria, più o meno approfondita a seconda dei casi, dalla quale è possibile individuare i deficit specifici che ha il paziente. Insieme a lui è possibile a quel punto studiare un percorso riabilitativo mirato in cui inserire esercizi specifici per i suoi disturbi della memoria.
I trattamenti possono essere individuali o di gruppo e possono essere effettuati attraverso esercizi con carta e matita oppure attraverso esercizi computerizzati su PC o su tablet che prevedono esercizi specifici per poter potenziare le risorse del paziente.
Allenare la memoria è possibile?
Certamente è possibile allenare la memoria e prevenire eventualmente i disturbi legati, per esempio, all’avanzare dell’età attraverso esercizi che possono permettere di ricordare meglio eventuali nuove informazioni nella vita di ogni giorno.
Sono tante le attività che facciamo ogni giorno per stimolare la memoria e le altre capacità cognitive. Basti pensare, ad esempio, a quando si effettuano commissioni. Pagare alle bollette o fare la spesa sono attività che quotidianamente stimolano il nostro quadro cognitivo.
Gli esercizi di riabilitazione per la memoria
Quando lo scopo è riabilitativo, invece, le attività hanno tendenzialmente contenuti che aumentano di complessità. L'intervento dello psicologo è quello di monitorare la prestazione del paziente per eventualmente complicare o semplificare gli esercizi proposti. Occorre focalizzare l'attenzione, gli esercizi riabilitativi su informazioni che il paziente può ricordare, come impegni o appuntamenti che gli scandiscono la vita quotidiana.
Un giovane deve preoccuparsi se ha poca memoria?
Molte patologie neurodegenerative e cerebrovascolari causano deficit cognitivi e la memoria è fra questi. Perciò anche i giovani dovrebbero preoccuparsi se insorgono problemi di memoria o soffrono di amnesie. Sottolineiamo che in particolare fra le più danneggiate in età giovanile c’è la memoria di lavoro, cioè quella capacità che ci permette di elaborare, mantenere a mente e rielaborare nuovamente le informazioni, soprattutto quelle nuove.
Quando contattare uno psicologo se si hanno disturbi della memoria?
Pertanto anche per i giovani è consigliabile osservarsi ed eventualmente chiedere a parenti e amici di valutare se ci sono manifestazioni particolari riguardanti la loro memoria, per rilevare primi campanelli d'allarme. Potrebbe emerge la necessità di richiedere l'intervento di uno psicologo che compia un'attenta valutazione per individuare eventuali deficit o aiutare ad affrontare eventi particolarmente difficili che potrebbero essere causa di sovraccarico mentale.
Secondo la definizione in neuropsicologia, la memoria è un processo di codifica, immagazzinamento, consolidamento e recupero di informazioni e di eventi.
La memoria è una funzione cognitiva formata da diverse componenti:
- memoria a breve e a lungo termine
- memoria verbale
- memoria visuo-spaziale
- memoria procedurale
- memoria dichiarativa (per fatti ed eventi specifici)
- memoria anterograda (capacità di formare ricordi dopo evento che ha causato una perdita di memoria)
- memoria retrograda (capacità di ricordare informazioni apprese prima di un evento che ha causato una perdita di memoria)
Il disturbo della memoria
Può capitare che una patologia o un evento traumatico vada a danneggiare una o più componenti: ciò determina la tipologia di disturbo della memoria.
Può succedere, ad esempio, che insorga una difficoltà nel trattenere informazioni anche per poco tempo, a causa di un deficit di memoria a breve termine. Oppure, come succede più frequentemente, si riscontra una difficoltà nell'apprendere e ricordare un’informazione dopo tanto tempo, a causa di un deficit di memoria a lungo termine.
In seguito a un danno cerebrale, può accadere che non si riescano più a recuperare ricordi remoti antecedenti l'evento traumatico, a causa di un'amnesia retrograda.
Per individuare il tipo di disturbo nella memoria è opportuno sottoporsi ad una valutazione neuropsicologica.
A tutti capita di dimenticare qualcosa: il portafoglio prima di uscire di casa, il nome di una persona conosciuta, un appuntamento o una parola durante una conversazione. Sono cose che accadono normalmente nella vita quotidiana, ma che diventano oggetto di attenzione quando aumenta la frequenza con cui accadono.
Se durante una conversazione si perde più volte il filo del discorso, non si rintracciano più le parole precise per esprimere un concetto, oppure si ripetono le stesse domande, allora diventa opportuno effettuare un approfondimento diagnostico. Ci sono altre situazioni a cui prestare attenzione, come lo smarrimento continuo di oggetti in casa, tanto da dover individuare dei luoghi fissi per riporli e poterli ritrovare o episodi di disorientamento spaziale in strade e luoghi conosciuti.
Nel caso di patologie degenerative, spesso sono i familiari o le persone vicine a notare i primi segnali di un calo della memoria, notando un cambiamento rispetto al passato. Lo psicologo, attraverso una valutazione cognitiva, sarà in grado di distinguere se si tratta di un declino fisiologico associato all’età oppure l'insorgere di un decadimento cognitivo.
I primi segnali di perdita di memoria possono causare ansia e preoccupazione: è naturale che il paziente abbia dubbi sull'eventuale insorgenza di una patologia.
La valutazione neuropsicologica consente di individuare l’origine, la tipologia e l'entità dei sintomi, fornendo una prima chiara diagnosi.
In caso di riscontro oggettivo di un quadro patologico, si potrà pianificare un tempestivo trattamento riabilitativo finalizzato a contenere i sintomi e a ridurne l'interferenza con il normale svolgimento delle attività quotidiane del paziente.
Lo specialista può inoltre suggerire strategie efficaci per l'apprendimento di tecniche di compensazione delle capacità indebolite.
Il profilo cognitivo del paziente redatto dal neuropsicologo consente anche di monitorare l'andamento della sintomatologia nel tempo, verificando l'efficacia del trattamento riabilitativo e monitorando la traiettoria di sviluppo di un'eventuale patologia degenerativa.
Molte patologie neurodegenerative e cerebrovascolari causano deficit cognitivi e la memoria è fra questi. Perciò anche i giovani dovrebbero preoccuparsi se insorgono problemi di memoria. Sottolineiamo che in particolare fra le più danneggiate in età giovanile c’è la memoria di lavoro, cioè quella capacità che ci permette di elaborare, mantenere a mente e rielaborare nuovamente le informazioni, soprattutto quelle nuove.
L'équipe del Presidio Sanitario San Camillo interviene nel trattamento dei disturbi della memoria, e in generale nel trattamento dei vari disturbi cognitivi, attraverso un primo colloquio anamnestico per conoscere la storia, la situazione e i sintomi del paziente per analizzare la sua richiesta.
A seguire vi è una valutazione neuropsicologica, più o meno approfondita a seconda dei casi, dalla quale è possibile individuare i deficit specifici che ha il paziente. Insieme a lui è possibile a quel punto studiare un percorso riabilitativo mirato in cui inserire esercizi specifici per i suoi disturbi della memoria.
I trattamenti possono essere individuali o di gruppo e possono essere effettuati attraverso esercizi con carta e matita oppure attraverso esercizi computerizzati su PC o su tablet che prevedono esercizi specifici per poter potenziare le risorse del paziente.
Certamente è possibile allenare la memoria e prevenire i disturbi legati, per esempio, all’avanzare dell’età attraverso esercizi che possono permettere di ricordare meglio eventuali nuove informazioni nella vita di ogni giorno.
Sono tante le attività che facciamo ogni giorno per stimolare la memoria e le altre capacità cognitive. Basti pensare, ad esempio, a quando si effettuano commissioni. Pagare alle bollette o fare la spesa sono attività che quotidianamente stimolano il nostro quadro cognitivo.
Quando lo scopo è riabilitativo, invece, le attività hanno tendenzialmente contenuti che aumentano di complessità. L'intervento dello psicologo è quello di monitorare la prestazione del paziente per eventualmente complicare o semplificare gli esercizi proposti. Occorre focalizzare l'attenzione, gli esercizi riabilitativi su informazioni che il paziente può ricordare, come impegni o appuntamenti che gli scandiscono la vita quotidiana.
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L’ictus cerebrale è causato dall’improvvisa chiusura o rottura di un vaso cerebrale, con conseguente danno alle cellule cerebrali.
Impegno, professionalità e cura: celebriamo un percorso di vita allineata ai valori del Presidio.
La capacità di elaborare, mantenere a mente e rielaborare nuovamente le informazioni deve essere monitorata.
Nel convegno, che avrà inizio alle ore 8.30, si parlerà di cosa è cambiato nel riconoscimento e nella diagnosi dell’autismo e della presa in carico condivisa tra servizi, famiglia e scuola