Storia di Lado

Lado è un fisioterapista del Centro San Camillo di Tbilisi. Si è laureato all’università georgiana, con un percorso che dura quattro anni, ma senza la possibilità di svolgere tirocini pratici poiché sul territorio nazionale non sono presenti centri riabilitativi. Nella pratica clinica quotidiana svolge visite domiciliari finalizzate al trattamento riabilitativo di pazienti adulti con disabilità di carattere neurologico e ortopedico, impossibilitati a raggiungere il centro.

Tra questi c'è il signor George, paziente con esiti stabilizzati di mielopatia lombare in canale stretto, operato nel 2016 e che non ha mai potuto svolgere la riabilitazione per le sue scarse risorse economiche e per l’assenza di Centri che potessero prenderlo in carico. Il terapista raggiunge il domicilio del paziente e, come proposto nel progetto TU.T.TI., effettua un video della seduta riabilitativa svolta, in cui si evidenzia la totale dipendenza di George per lo svolgimento delle attività di vita quotidiana, con l’impossibilità a raggiungere la posizione eretta e di effettuare il trasferimento in carrozzina. Soprattutto emergono le condizioni del domicilio, adattato dai familiari del paziente con materiali di recupero e in maniera non funzionale.

Il video viene trasmesso al Presidio Sanitario San Camillo di Torino e condiviso con i colleghi italiani perché possano rispondere ai quesiti di Lado attraverso una consulenza a distanza. Questi sono incentrati sui distretti ipostenici degli arti inferiori del paziente, con richiesta di consigli relativi al trattamento specifico per il rinforzo della muscolatura distale.

Dall’analisi del video emerge con forza la difficoltà di un trattamento riabilitativo svolto all’interno di un contesto ambientale così sfavorevole. Da parte dei clinici italiani sorgono più domande relative alla finalità della presa in carico e degli obiettivi riabilitativi che si vogliono raggiungere, rispetto ai suggerimenti per il trattamento.

Si rende necessario, prima di dare risposte di carattere clinico, approfondire la conoscenza del contesto territoriale in cui operano i fisioterapisti del Centro di Tbilisi, nonché il tipo di formazione degli stessi.

TU.T.TI. Turin to Tbilisi: missione Georgia, una proposta di formazione in ambito medico riabilitativo

Il progetto TU.T.TI. scaturisce dall’esigenza, condivisa tra il Presidio Sanitario San Camillo di Torino e il Centro di Riabilitazione San Camillo di Tbilisi...

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Un Bilancio Sociale non può essere fatto soltanto di numeri: come nasce quello del San Camillo

2019-09-12
Un Bilancio Sociale non può essere fatto soltanto di numeri: come nasce quello del San Camillo

Christian Rainero è professore associato di Economia aziendale nel Dipartimento di Management dell'Università di Torino. Fa parte del Comitato di indirizzo e del Comitato di processo che ha partecipato alla redazione del Bilancio Sociale 2018. Gli abbiamo chiesto come si è svolto il lavoro. 

Come e perché nasce un Bilancio Sociale?
Il bilancio sociale è un documento di rendicontazione (attualmente) volontaria che va oltre la sintesi economico-finanziaria del bilancio d’esercizio. Il bilancio d’esercizio è quel documento che, per legge, un’azienda deve redigere periodicamente per rendicontare la propria situazione economico-finanziaria e i propri risultati economici. Ma se vogliamo valutare a tutto tondo un’azienda, non ci si può accontentare di costi e ricavi. Ogni impresa si deve interfacciare con il territorio, l’ambiente, i lavoratori: gli stakeholder. Ecco perché, a parità di cifre, due soggetti possono avere un impatto estremamente diverso sul mondo che li circonda. Il bilancio sociale fonde queste due esigenze e valuta anche questo impatto, positivo o negativo che sia.

Quali sono le linee guida che deve seguire?
Il bilancio sociale viene pubblicato ogni anno, proprio come il bilancio di esercizio. Non esistono ancora delle vere e proprie normative vincolanti, che obblighino a trattare determinate questioni oppure a scegliere certi indicatori. Esistono però delle linee guida condivise a livello internazionale, come quelle del Global reporting initiative (GRI), o a livello locale (nazionale) come quelle del Gruppo di studio per il bilancio sociale (GBS). Siamo in attesa delle linee guida specifiche per il bilancio sociale degli ETS (Terzo settore). Il San Camillo da molti anni ormai costruisce il proprio bilancio sociale; inizialmente secondo linee GBS e, successivamente, introducendo gradualmente linee guida internazionali. L’obiettivo, per le prossime edizioni, è di un passaggio a un modello di bilancio sociale che risponda al framework GRI con la definizione e il monitoraggio periodico di indicatori di impatto sociale e di perseguimento degli Sdgs “Obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Perché occorre concentrarsi sui vari Capitali?
L’analisi dei Capitali è un approccio metodologico. Attraverso l’analisi dei capitali che influenzano e sono influenzati dalle attività del San Camillo, si vuole comunicare in modo chiaro l’integrazione esistente e necessaria tra gli aspetti economici e quelli sociali e ambientali nei processi decisionali aziendali, ma anche nella definizione della strategia, nella governance e nel modello di attività del San Camillo.

In che cosa consiste il Metodo Piemonte? Come ha operato il vostro Gruppo di lavoro?
Per la costruzione del bilancio sociale del San Camillo si è seguito l’approccio operativo del “Metodo Piemonte”, nato anni addietro da una collaborazione inter-istituzionale di Regione Piemonte, Dipartimento di Management (già Facoltà di Economia) dell’Università degli Studi di Torino, Ires Piemonte e Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino.

Si è lavorato per gruppi di lavoro:

  • «Comitato scientifico di indirizzo», per la definizione dei riferimenti metodologici e la supervisione dell’intero processo

  • «Comitato di processo», per la direzione e il controllo dell’attività formativa e operativa

  • «Gruppo di applicazione metodologica e operativa», che ha curato la gestione operativa del Bilancio Sociale, secondo le metodologie e le tempistiche individuate nel cronoprogramma e in coordinamento e collaborazione con tutte le strutture interne del San Camillo.

L’intero processo e il documento sono poi stati oggetto di specifica revisione e analisi dell’«Organo di validazione professionale», che ha espresso il giudizio di conformità del documento ai requisiti del Metodo Piemonte.

 

 

La lettera del Direttore Generale Marco Salza

Anche quest’anno abbiamo deciso di proporre il Bilancio Sociale del Presidio Sanitario San Camillo. Per l’ottava edizione di questo significativo impegno, il percorso scelto è, ancora una volta, quello di avvalersi ...

Presentazione a cura del Direttore Sanitario e del Direttore S.C.R.F.F.

In questi ultimi anni l’appuntamento del Bilancio Sociale è diventato sempre più importante per il nostro Presidio ed ha coinvolto via via tutto il personale nello sforzo di realizzare...

Bilancio Sociale 2018: una nota metodologica

Con il presente Bilancio Sociale progredisce il modello di «Corporate Social Responsability del Presidio Sanitario San Camillo», anche grazie ad un evoluto approccio metodologico...