Storia di L.

san camillo torino bilancio sociale capitale umano

Abbiamo raccolto e condividiamo la testimonianza del figlio del paziente L.: «Mio padre è stato ricoverato due volte al San Camillo per un ictus. La prima volta è rimasto nella struttura per un periodo di due mesi, durante i quali si sottoponeva in particolare a fisioterapia e logopedia. Noi qualche volta abbiamo parlato con il medico e spesso con le infermiere e gli oss del reparto. Sapevamo che stava migliorando e che sarebbe potuto tornare a casa, ma pochi giorni prima di essere dimesso ha avuto un nuovo ictus e l'incubo è ricominciato. Dopo dieci giorni in ospedale siamo tornati al San Camillo, questa volta al reparto azzurro. Li ci è stato spiegato che era in corso un progetto per aiutare e sostenere I “caregiver ” delle persone che avevano avuto la malattia di nostro papà. Abbiamo deciso di provarci. All'inizio eravamo contenti perché ci avevano fornito delle informazioni sull'ictus che non conoscevamo, ma anche preoccupati perché papà aveva dei bisogni nuovi, era come fosse tornato bambino per alcune cose, non poteva mangiare da solo ed era incontinente. Poco a poco gli infermieri e gli altri terapisti ci hanno spiegato come potevamo gestire le nuove necessità: abbiamo fatto dei colloqui con la logopedista per imparare cos'è la disfagia e come gestirla e con il fisioterapista per imparare a mobilizzare papà in sicurezza, prima in carrozzina e poi facendolo camminare con il girello. Al pomeriggio ripassavamo quello che avevamo imparato con gli infermieri. Ci è sembrato che tutti gli operatori lavorassero insieme per aiutarci e piano piano siamo diventati capaci ad assistere il papà e siamo stati sicuri nella decisione di riportarlo a casa invece che in una casa di riposo. Tornati a casa è andato quasi tutto bene, anche se a volte rimane un senso di tristezza perché non sempre il papà è reattivo come prima. Forse avremmo avuto bisogno di più sostegno psicologico per raccontare le nostre emozioni negative».

Vivere con l'ictus: presa in carico dei caregiver

L’idea del progetto è nata durante la pratica clinica quotidiana. Ci si è resi conto di come spesso, soprattutto per pazienti più complessi, la necessità di presa in carico dei caregiver...

Risorse umane: l'importanza delle persone

Si usa definire il personale che presta la propria attività all’interno di un’azienda come “Risorse Umane”. Con questa accezione si dà risalto all'aspetto del valore...

Investiamo sulle persone

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Storia di Bianca

Il Presidio Sanitario San Camillo di Torino per me significa formazione. Sono una fisioterapista del Cuneese e ho conosciuto il San Camillo...

angle-left Un Bilancio Sociale non può essere fatto soltanto di numeri: come nasce quello del San Camillo

Un Bilancio Sociale non può essere fatto soltanto di numeri: come nasce quello del San Camillo

2019-09-12
Un Bilancio Sociale non può essere fatto soltanto di numeri: come nasce quello del San Camillo

Christian Rainero è professore associato di Economia aziendale nel Dipartimento di Management dell'Università di Torino. Fa parte del Comitato di indirizzo e del Comitato di processo che ha partecipato alla redazione del Bilancio Sociale 2018. Gli abbiamo chiesto come si è svolto il lavoro. 

Come e perché nasce un Bilancio Sociale?
Il bilancio sociale è un documento di rendicontazione (attualmente) volontaria che va oltre la sintesi economico-finanziaria del bilancio d’esercizio. Il bilancio d’esercizio è quel documento che, per legge, un’azienda deve redigere periodicamente per rendicontare la propria situazione economico-finanziaria e i propri risultati economici. Ma se vogliamo valutare a tutto tondo un’azienda, non ci si può accontentare di costi e ricavi. Ogni impresa si deve interfacciare con il territorio, l’ambiente, i lavoratori: gli stakeholder. Ecco perché, a parità di cifre, due soggetti possono avere un impatto estremamente diverso sul mondo che li circonda. Il bilancio sociale fonde queste due esigenze e valuta anche questo impatto, positivo o negativo che sia.

Quali sono le linee guida che deve seguire?
Il bilancio sociale viene pubblicato ogni anno, proprio come il bilancio di esercizio. Non esistono ancora delle vere e proprie normative vincolanti, che obblighino a trattare determinate questioni oppure a scegliere certi indicatori. Esistono però delle linee guida condivise a livello internazionale, come quelle del Global reporting initiative (GRI), o a livello locale (nazionale) come quelle del Gruppo di studio per il bilancio sociale (GBS). Siamo in attesa delle linee guida specifiche per il bilancio sociale degli ETS (Terzo settore). Il San Camillo da molti anni ormai costruisce il proprio bilancio sociale; inizialmente secondo linee GBS e, successivamente, introducendo gradualmente linee guida internazionali. L’obiettivo, per le prossime edizioni, è di un passaggio a un modello di bilancio sociale che risponda al framework GRI con la definizione e il monitoraggio periodico di indicatori di impatto sociale e di perseguimento degli Sdgs “Obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Perché occorre concentrarsi sui vari Capitali?
L’analisi dei Capitali è un approccio metodologico. Attraverso l’analisi dei capitali che influenzano e sono influenzati dalle attività del San Camillo, si vuole comunicare in modo chiaro l’integrazione esistente e necessaria tra gli aspetti economici e quelli sociali e ambientali nei processi decisionali aziendali, ma anche nella definizione della strategia, nella governance e nel modello di attività del San Camillo.

In che cosa consiste il Metodo Piemonte? Come ha operato il vostro Gruppo di lavoro?
Per la costruzione del bilancio sociale del San Camillo si è seguito l’approccio operativo del “Metodo Piemonte”, nato anni addietro da una collaborazione inter-istituzionale di Regione Piemonte, Dipartimento di Management (già Facoltà di Economia) dell’Università degli Studi di Torino, Ires Piemonte e Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino.

Si è lavorato per gruppi di lavoro:

  • «Comitato scientifico di indirizzo», per la definizione dei riferimenti metodologici e la supervisione dell’intero processo

  • «Comitato di processo», per la direzione e il controllo dell’attività formativa e operativa

  • «Gruppo di applicazione metodologica e operativa», che ha curato la gestione operativa del Bilancio Sociale, secondo le metodologie e le tempistiche individuate nel cronoprogramma e in coordinamento e collaborazione con tutte le strutture interne del San Camillo.

L’intero processo e il documento sono poi stati oggetto di specifica revisione e analisi dell’«Organo di validazione professionale», che ha espresso il giudizio di conformità del documento ai requisiti del Metodo Piemonte.

 

 

La lettera del Direttore Generale Marco Salza

Anche quest’anno abbiamo deciso di proporre il Bilancio Sociale del Presidio Sanitario San Camillo. Per l’ottava edizione di questo significativo impegno, il percorso scelto è, ancora una volta, quello di avvalersi ...

Presentazione a cura del Direttore Sanitario e del Direttore S.C.R.F.F.

In questi ultimi anni l’appuntamento del Bilancio Sociale è diventato sempre più importante per il nostro Presidio ed ha coinvolto via via tutto il personale nello sforzo di realizzare...

Bilancio Sociale 2018: una nota metodologica

Con il presente Bilancio Sociale progredisce il modello di «Corporate Social Responsability del Presidio Sanitario San Camillo», anche grazie ad un evoluto approccio metodologico...