Investiamo sulle persone

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La storia che vogliamo raccontare non può essere sicuramente racchiusa in un anno, ma il 2018 crediamo rappresenti il raggiungimento della sua completezza. Il Presidio San Camillo di Torino è attualmente molto conosciuto a livello locale per la formazione, ma questo status nasce da una concezione ben chiara: la formazione è il miglior investimento per il presente e il futuro di un contesto sanitario. Risulta però interessante andare a descrivere come si sia sviluppato questo expertise in ambito formativo che, come dicevamo precedentemente, ha visto nel 2018 il raggiungimento di una sua completezza.

Era il 1997 quando presso le Università venivano attivati i primi corsi di Laurea delle professioni sanitarie. Il Presidio San Camillo riuscì, fin dalle prime tornate, ad essere accreditata come struttura di tirocinio per gli studenti di infermieristica, fisioterapia e logopedia e ad occuparsi di formazione sul campo dei futuri professionisti. Negli anni successivi sempre in questa modalità vennero attivate altre convenzioni di tirocinio anche per gli studenti di terapia occupazionale, educatori e specializzandi in psicologia e medicina fisica e riabilitazione. Inoltre, sempre all'inizio degli anni 2000, il Presidio iniziava ad organizzare al suo interno corsi dedicati ai propri professionisti per l'aggiornamento delle competenze cliniche ma anche di quelle umane e relazionali. Un passaggio molto importante fu l'entrata in vigore del Sistema di Educazione Continua in Medicina nel 2002. Il Presidio anche in questo caso decise di attivarsi fin dalle prime battute e di accreditarsi come Provider nazionale e poter erogare i crediti ECM per i propri corsi.

Questo passaggio culturale, guidato dalle regole del Sistema ECM, non fu semplice ma permise di creare una metodologia di lavoro e un ufficio dedicato all'interno del San Camillo. Da quel momento ogni anno l'attività formativa iniziò a crescere sia come numero di eventi che di partecipanti che di ambiti affrontati riuscendo a sviluppare tutta la parte di adempimento degli obblighi di legge (sicurezza, BLS, antincendio) oltre a quella delle competenze professionali e cliniche.

 

UNA CRESCITA COSTANTE

Nel 2008 il Presidio decise di accreditarsi come Provider ECM Regione Piemonte e questo passaggio rese ancora più celeri le modalità di accreditamento, consentendo di aumentare l'offerta formativa e permettere la partecipazione agli eventi non solo ai propri dipendenti ma anche ai professionisti del territorio interessati alle tematiche proposte. Per poter sostenere una tale attività non risultava più sufficiente la sala convegni e pertanto a seguito della creazione di nuovi locali nel Presidio, nel 2008 venne dedicata una aula di circa 100 mq attrezzata con lettini e supporto informatico per la didattica. Vista la crescita esponenziale degli eventi formativi nel 2016 venne inaugurata l'area formazione del San Camillo, uno spazio di circa 300 mq completamente attrezzato per la formazione e supportato da rete internet wifi.

Inoltre, per quanto riguarda il processo di crescita nella qualità dei corsi organizzati, risultarono importanti le collaborazioni con diversi stakeholder quali l'Università degli Studi di Torino, l'Associazione Italiana Fisioterapisti (AIFI) e l'Associazione Italiana Terapia Occupazionale (AITO). A questo punto la "macchina" era rodata e avviata e permetteva di ospitare eventi di richiamo regionale e nazionale tanto è che negli ultimi anni sono stati promossi corsi con docenti di fama nazionale e internazionale provenienti da Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Norvegia, Svizzera e Germania.

Il resto è il presente con un'annata 2018 che ha visto l'organizzazione di 44 corsi, 53 edizioni; la partecipazione di 1335 discenti, l’assegnazione di 10.240 ECM e un indice di gradimento pari a 9,6 su 10.

Ma facciamo ancora un passo indietro e ricordiamoci che il protagonista principale del contesto sanitario è il paziente. Proprio alla luce di questa concezione nel 2018 sono stati creati corsi rivolti ai volontari del Presidio che affiancano i pazienti durante il ricovero e ai caregiver che si prenderanno cura del paziente una volta ritornato a casa. E allora adesso si che ci sentiamo di dire di avere una formazione a 360°, una formazione rivolta a tutti coloro che partecipano al percorso di cura del paziente, dal professionista esperto al volontario, dal caregiver allo studente in formazione professionale.

 

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angle-left Un Bilancio Sociale non può essere fatto soltanto di numeri: come nasce quello del San Camillo

Un Bilancio Sociale non può essere fatto soltanto di numeri: come nasce quello del San Camillo

2019-09-12
Un Bilancio Sociale non può essere fatto soltanto di numeri: come nasce quello del San Camillo

Christian Rainero è professore associato di Economia aziendale nel Dipartimento di Management dell'Università di Torino. Fa parte del Comitato di indirizzo e del Comitato di processo che ha partecipato alla redazione del Bilancio Sociale 2018. Gli abbiamo chiesto come si è svolto il lavoro. 

Come e perché nasce un Bilancio Sociale?
Il bilancio sociale è un documento di rendicontazione (attualmente) volontaria che va oltre la sintesi economico-finanziaria del bilancio d’esercizio. Il bilancio d’esercizio è quel documento che, per legge, un’azienda deve redigere periodicamente per rendicontare la propria situazione economico-finanziaria e i propri risultati economici. Ma se vogliamo valutare a tutto tondo un’azienda, non ci si può accontentare di costi e ricavi. Ogni impresa si deve interfacciare con il territorio, l’ambiente, i lavoratori: gli stakeholder. Ecco perché, a parità di cifre, due soggetti possono avere un impatto estremamente diverso sul mondo che li circonda. Il bilancio sociale fonde queste due esigenze e valuta anche questo impatto, positivo o negativo che sia.

Quali sono le linee guida che deve seguire?
Il bilancio sociale viene pubblicato ogni anno, proprio come il bilancio di esercizio. Non esistono ancora delle vere e proprie normative vincolanti, che obblighino a trattare determinate questioni oppure a scegliere certi indicatori. Esistono però delle linee guida condivise a livello internazionale, come quelle del Global reporting initiative (GRI), o a livello locale (nazionale) come quelle del Gruppo di studio per il bilancio sociale (GBS). Siamo in attesa delle linee guida specifiche per il bilancio sociale degli ETS (Terzo settore). Il San Camillo da molti anni ormai costruisce il proprio bilancio sociale; inizialmente secondo linee GBS e, successivamente, introducendo gradualmente linee guida internazionali. L’obiettivo, per le prossime edizioni, è di un passaggio a un modello di bilancio sociale che risponda al framework GRI con la definizione e il monitoraggio periodico di indicatori di impatto sociale e di perseguimento degli Sdgs “Obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Perché occorre concentrarsi sui vari Capitali?
L’analisi dei Capitali è un approccio metodologico. Attraverso l’analisi dei capitali che influenzano e sono influenzati dalle attività del San Camillo, si vuole comunicare in modo chiaro l’integrazione esistente e necessaria tra gli aspetti economici e quelli sociali e ambientali nei processi decisionali aziendali, ma anche nella definizione della strategia, nella governance e nel modello di attività del San Camillo.

In che cosa consiste il Metodo Piemonte? Come ha operato il vostro Gruppo di lavoro?
Per la costruzione del bilancio sociale del San Camillo si è seguito l’approccio operativo del “Metodo Piemonte”, nato anni addietro da una collaborazione inter-istituzionale di Regione Piemonte, Dipartimento di Management (già Facoltà di Economia) dell’Università degli Studi di Torino, Ires Piemonte e Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino.

Si è lavorato per gruppi di lavoro:

  • «Comitato scientifico di indirizzo», per la definizione dei riferimenti metodologici e la supervisione dell’intero processo

  • «Comitato di processo», per la direzione e il controllo dell’attività formativa e operativa

  • «Gruppo di applicazione metodologica e operativa», che ha curato la gestione operativa del Bilancio Sociale, secondo le metodologie e le tempistiche individuate nel cronoprogramma e in coordinamento e collaborazione con tutte le strutture interne del San Camillo.

L’intero processo e il documento sono poi stati oggetto di specifica revisione e analisi dell’«Organo di validazione professionale», che ha espresso il giudizio di conformità del documento ai requisiti del Metodo Piemonte.

 

 

La lettera del Direttore Generale Marco Salza

Anche quest’anno abbiamo deciso di proporre il Bilancio Sociale del Presidio Sanitario San Camillo. Per l’ottava edizione di questo significativo impegno, il percorso scelto è, ancora una volta, quello di avvalersi ...

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Bilancio Sociale 2018: una nota metodologica

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