Portale della Fondazione Opera San Camillo - È possibile fare prevenzione per il linfedema secondario? - Torino
È possibile fare prevenzione per il linfedema secondario?
Ultimamente è stato osservato come il linfedema secondario, soprattutto quello derivante da trattamenti oncologici, stia pian piano diminuendo in base ai diversi tipi di chirurgia.
Questo risultato è legato alle nuove indicazioni oncologiche più moderne, e in particolare alle migliori tecniche chirurgiche adottate.
Perché oggi il rischio di linfedema secondario è in calo?
Le tecniche più recenti permettono di ledere soltanto il linfonodo sentinella, evitando in molti casi l’asportazione completa delle sezioni linfonodali, ad esempio nel cavo pelvico o nel cavo ascellare.
Queste modalità chirurgiche più conservative riducono la possibilità di insorgenza del linfedema, rappresentando un importante passo avanti nella prevenzione secondaria.
Il linfedema può manifestarsi a distanza di anni dall’intervento?
Sì, i linfedemi secondari possono manifestarsi anche venti o trent’anni dopo l’intervento chirurgico primario.
Per questo motivo è importante mantenere sotto controllo l’arto affetto, anche a distanza di molto tempo dall’intervento iniziale.
Il fumo è tra le principali cause di gravi patologie, come l’ictus. Il Presidio promuove da sempre una vita senza tabacco, impegnandosi con campagne preventive e strumenti riabilitativi.
Importante riflettere sulle difficoltà causate da questa malattia neurodegenerativa e l’aiuto che possono offrire i percorsi riabilitativi.
In questa occasione il Presidio Sanitario San Camillo rinnova il proprio impegno nella valorizzazione di queste figure e apre le porte a nuovi professionisti.