L'esperienza del servizio di radiologia nell'anno del Covid-19

Come tutti gli altri servizi, anche l’Unità di Diagnostica per Immagini si è trovata nel 2020  a dover fare i conti con l’emergenza sanitaria  connessa alla pandemia da COVID-19.

Soprattutto la prima parte dell’anno è stata caratterizzata dall’impegno a rispondere in maniera il più puntuale possibile al rapido susseguirsi di indicazioni, raccomandazioni e delibere emanate dagli organi di sorveglianza del Ministero della Salute sulla base dei dati epidemiologici e su quelli via via diffusi dagli Istituti di ricerca scientifica, ormai focalizzati a livello mondiale, sul “nuovo Corona virus”.

Le misure urgenti mirate al contenimento dell’epidemia hanno richiesto modifiche sostanziali all’organizzazione del Servizio e la revisione di tutte le procedure operative nelle quali è stato necessario introdurre modalità specifiche dedicate alla gestione di pazienti che potevano essere entrati in contatto con agenti virali ad altissimo rischio di trasmissione o addirittura essere infettati da noi operatori sanitari, potenziali veicoli di contagio per il resto della popolazione.

Nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio a seguito della sospensione su tutto il territorio nazionale dell’attività ambulatoriale differibile, il nostro servizio ha subìto un repentino calo dei volumi di lavoro che ha reso necessaria da parte della Direzione Generale l’adozione di strategie organizzative finalizzate a limitare in parte le perdite, anche adeguando temporaneamente il numero e l’orario di servizio degli operatori sanitari. È stata pertanto agevolata la fruizione di ferie arretrate e recupero ore, garantendo comunque la continuità dell’attività diagnostica nei confronti dei pazienti ricoverati in struttura, assicurata dalla presenza di almeno un TSRM e del Medico Radiologo.

Per le funzioni di coordinamento e collaborazione tecnico-organizzativa si è talvolta ricorso anche alla partecipazione a distanza mediante video-chiamate o video-conferenze, per coinvolgere i colleghi non in servizio attivo.

Durante questo periodo tutto il personale si è documentato attraverso corsi di aggiornamento dedicati messi a disposizione on line dell’Istituto superiore di Sanità e con quelli successivamente organizzati dalla Direzione Sanitaria di Fondazione e dai rispettivi ordini professionali di categoria.

Sono stati istituiti protocolli operativi per l’esecuzione di esami Rx a pazienti ricoverati che risultavano Covid-19 o che presentavano una sintomatologia sospetta.

Sono stati individuati percorsi preferenziali all’interno della struttura riservati ai pazienti in isolamento preventivo che avevano necessità di raggiungere il reparto di Radiologia, ove il personale tecnico e medico, adeguatamente protetto con i necessari DPI, li accoglieva in una Sala RX predisposta in modo da limitare al minimo indispensabile il contatto del paziente con oggetti, attrezzature e arredi che, comunque, successivamente venivano sottoposti a disinfezione ed igienizzazione.

Quando poi, su richiesta della Regione, nella nostra struttura sono stati aperti i primi reparti Covid, è stato necessario garantire l’isolamento completo dei pazienti positivi al virus e ci siamo quindi dovuti attrezzare per poter “portare la Radiologia in reparto piuttosto che il paziente in Radiologia”.

 

Grazie anche al prezioso contributo delle donazioni di privati il Presidio ha potuto acquistare un nuovo apparecchio Rx portatile analogico da destinare ad uso esclusivo dei pazienti in area Covid.

 

Questa soluzione ha però richiesto un ulteriore aggiornamento delle procedure operative e la standardizzazione di operazioni mirate prevalentemente a garantire la sicurezza sia del Tecnico di Radiologia che si trovava ad operare nelle zone Rosse, sia quella della collega di supporto a cui era affidata la parte di acquisizione ed elaborazione elettronica delle immagini che, per forza di cose, trattandosi di una apparecchiatura non digitale, doveva avvenire mediante attrezzature dedicate presenti solo nel reparto di Radiologia.

Ogni esame quindi prevedeva l’impegno di entrambi gli operatori TSRM, uno dei quali, indossando tutti i DPI come da regolamento, restava nell’area Covid per tutta la durata dell’indagine, mentre l’altro, rimanendo nella zona pulita, provvedeva a portare avanti e indietro le cassette dalla Radiologia dove venivano processate, sigillate con nuove protezioni monouso e restituite al collega per continuare l’esame.

Tutto quello che entrava nel Reparto di Radiologia naturalmente doveva essere preventivamente  disinfettato e igienizzato poiché a questi locali avevano poi accesso i pazienti ricoverati negativi al Covid e l’utenza ambulatoriale esterna, alla quale lentamente la Struttura stava riaprendo le porte.

 

Sono stati mesi complicati, forse ancora di più per la presenza contemporanea di pazienti ricoverati Covid+, pazienti ricoverati negativi e pazienti ambulatoriali esterni che, per quanto sottoposti a triage preliminare potevano comunque essere potenzialmente “positivi”, per quanto asintomatici.

Tre “categorie” di persone che non dovevano entrare in contatto tra loro, ma che avevano tutte contatto con noi.

La paura di contrarre il virus, la paura di ammalarci, la paura di contagiare inconsapevolmente altri pazienti, familiari, amici e colleghi, non ci ha mai abbandonato.

Non è stato semplice organizzare le cose in modo da garantire la sicurezza di tutti e oggi mi sembra quasi incredibile aver superato quei mesi, ma il lavoro di squadra e la consapevolezza di dover fare ognuno la propria parte per fronteggiare un nemico comune ci ha aiutato a migliorare e lentamente a ritornare a lavorare più serenamente, con la speranza di poter prima o poi lasciarci alle spalle tutti gli aspetti negativi di questa esperienza facendo però tesoro di quello che, nostro malgrado, abbiamo comunque dovuto imparare.

 

Guarda il video

 

Leggi le altre storie
Bilancio Sociale sui dati 2020 - Salute e sicurezza del paziente
In prima linea uniti. Il servizio infermieristico ai tempi del Covid

“C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà.” – Albert Einstein..

La tecnologia al servizio della riabilitazione

Il Presidio da qualche anno ha avviato il Progetto di acquisizione di tecnologia idonea ad essere inserita nel ciclo di trattamento dei pazienti. Le caratteristiche fondamentali delle tecnologie scelte..

La cura nasce dall'attenzione: riabilitazione a distanza per persone con malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce circa l’1%..

Bilancio Sociale sui dati 2020

Grazie al Bilancio Sociale il San Camillo di Torino racconta l'attività clinica, i risultati di produzione, di organizzazione, di qualità e di ricerca della struttura. Un impegno che prosegue ormai dal 2011 con il consueto appuntamento di presentazione che si terrà, quest'anno, il 26 novembre presso la struttura.

06 novembre 2023
Il Presidio Sanitario San Camillo presenta il suo undicesimo Bilancio Sociale di Sostenibilità

Domani in sede e in diretta Facebook per conoscere l’impegno nelle dimensioni ambientale, sociale e di governance aziendale.

03 aprile 2023
Il Bilancio Sociale del Presidio Sanitario San Camillo presentato in Audizione alla Quarta Commissione del Comune di Torino

Un documento che mostra con trasparenza l’impegno sostenuto nell'erogazione dei servizi e la loro ricaduta sul territorio con ben 50.000 giornate di degenza e 40.000 prestazioni sanitarie mediamente svolte durante l’anno.

29 novembre 2021
Bilancio Sociale sui dati 2020: i racconti emozionanti, i ringraziamenti e lo sguardo verso una nuova assistenza

Venerdì abbiamo parlato di cura, quella per i pazienti, per i più fragili, ma anche della cura per la struttura, per il lavoro, per le persone, sottolineando come..