Auguri di Buona Pasqua

2024-03-28
Auguri di Buona Pasqua

A tutti i “colleghi” di Gesù

Un sentito messaggio di padre Marco Moioli - cappellano del nostro Presidio

 

Carissimi amici,

vi sembrerà forse esagerato ma vi dico che noi tutti siamo “colleghi” del Signore Gesù.

Egli infatti nel Vangelo si è interessato soprattutto dei malati, ad essi si è avvicinato, ha ascoltato il loro bisogno, gli ha teso la mano ed è andato incontro a loro in vari modi prendendosi carico delle loro condizioni e curandoli. Forse noi non tentiamo di fare lo stesso? Nonostante i nostri limiti, svolgendo le nostre professioni siamo in qualche misura tutti “colleghi” di Gesù. Per esserlo veramente però abbiamo bisogno di una cosa: “La Speranza”.

Perché di questo hanno soprattutto bisogno i nostri pazienti, siano essi anziani o giovani.

Non a caso San Paolo, grande “collega” di Cristo, diceva che nella Speranza noi siamo salvati. Per questo auspico di cuore che questa Pasqua sia sentita soprattutto come un invito alla Speranza. Cristo è risorto, è veramente risorto!!!

Questo è in effetti il contenuto del messaggio pasquale: nessun male, nessuna sofferenza o tristezza può avere l’ultima parola.

Ma come fare ad essere portatori di tale messaggio e vivere la propria professione al servizio dei malati nello stile di Cristo? E quindi acquisire la speranza necessaria?

San Paolo stesso ricordava che se non lo “vediamo”, ossia non facciamo l’esperienza di Lui, di Gesù risorto, sarebbe impossibile! Benedetto XVI diceva che la fede è un incontro vero con una persona, il Cristo risorto. Carissimi vi assicuro che questo non è impossibile perché è Dio stesso che lo vuole, vuole questo incontro con noi. Quindi occhi e orecchie aperti... per tutti possa essere una vera Pasqua ossia un vero incontro con Cristo risorto portatore della Speranza di cui il nostro lavoro e la nostra vita ha tanto bisogno.

Tanti auguri per la Santa Pasqua!

I disturbi della deglutizione come conseguenza dell’ictus

2024-03-26
I disturbi della deglutizione come conseguenza dell’ictus

 

Recenti studi mostrano che più del 60% dei pazienti colpiti da ictus può sviluppare disfagia e quindi difficoltà nella deglutizione entro i tre giorni dall'evento

Esistono diversi gradi di severità di questa condizione, dalla difficoltà ad assumere alcune consistenze alimentari, in primis i liquidi, fino ad arrivare all'impossibilità di alimentarsi per bocca o a gestire la propria saliva.

Questi disturbi possono avere delle conseguenze anche molto invalidanti, quali:

  • polmonite ab ingestis
  • malnutrizione
  • disidratazione

Come funzionano le attività riabilitative al Presidio Sanitario San Camillo?

All’interno del nostro Presidio, la presa in carico logopedica si occupa del recupero dell'assunzione degli alimenti e delle bevande in sicurezza, utilizzando posture di compenso e talvolta modifiche delle consistenze alimentari.

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Come il San Camillo si occupa di DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento

2023-06-28
Come il San Camillo si occupa di DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Nel corso degli anni qui al San Camillo la nostra équipe di logopedisti, psicologi e neuropsicologi ha preso in carico numerosi bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento di diverso tipo.

Abbiamo avuto riscontri molto positivi da parte dei bambini e delle famiglie, fungendo da sostegno nel percorso scolastico e nelle semplici attività quotidiane, con serenità e gioia da parte dei genitori.

Abbiamo avuto la possibilità di lavorare sulle difficoltà di ogni singolo bambino per permettergli di affrontare la scuola con più serenità.

 

Il nostro Presidio all'avanguardia per la gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento: intervista su Vanity Fair

Il percorso del nostro Presidio dedicato ai pazienti che soffrono di questi disturbi si sviluppa grazie all’intervento di un équipe multidisciplinare composta da medici specialisti, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi e psicologi, terapisti occupazionali e personale infermieristico con l’obiettivo di assicurare un intervento riabilitativo integrato.

La dottoressa Virginia Lorenzi, logopedista all’interno del nostro Presidio, nel corso di un’intervista pubblicata su Vanity Fair, si esprime sul trattamento dedicato ai pazienti DSA: «Per far fronte ad un disturbo di apprendimento è possibile attuare misure di compenso a supporto delle abilità che risultano maggiormente deficitarie per valorizzare i punti di forza che ognuno possiede». 

Nella medesima intervista Laura Gullone, psicoterapeuta nella nostra struttura, si concentra sulla gestione della dislessia e aggiunge: «Sono proprio i meccanismi compensatori (…) ad essere invece fondamentali per ‘aggirare’ la dislessia: si tratta di mettere in atto, fin da bambini, le strategie più adatte a compensare le proprie difficoltà e valorizzare i propri punti di forza con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia e far emergere il proprio potenziale».

Clicca qui per leggere l'intervista per intero

 

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Il linfedema: di cosa si tratta?

2024-03-22
Il linfedema: di cosa si tratta?

 

Cos’è il linfedema?

Il linfedema è una patologia cronica che purtroppo tende progressivamente ad aggravarsi. 

È dovuta a un disturbo anatomo-funzionale del sistema linfatico che causa un eccessivo accumulo di liquido e quindi un edema che si forma nei tessuti sottocutanei e nella matrice extracellulare; il risultato sarà un evidente aumento di volume dell’area affetta.

Può essere bilaterale o monolaterale, ma generalmente è asimmetrico. Inoltre, il linfedema può colpire diversi distretti, più comunemente gli arti ma anche il collo, il tronco e i genitali.

 

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Il trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

2024-03-15
Il trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono una condizione di origine biologica che interferisce con il normale apprendimento di letturascrittura e calcolo. Si dividono in:

  • dislessia, difficoltà a leggere correttamente e velocemente
  • disortografia, difficoltà a tradurre correttamente i suoni in simboli grafici
  • discalculia, difficoltà ad automatizzare i meccanismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri

I segnali predittivi per riconoscere un Disturbo Specifico di Apprendimento possono osservarsi già dalla scuola dell'infanzia. Ad esempio con un ritardo nel linguaggio, oppure una difficoltà di coordinazione motoria o di orientamento spazio- temporale.

Possono anche osservarsi nei primi anni della scuola primaria, ad esempio con difficoltà nell'organizzazione del lavoro o nel mantenimento della concentrazione. I bambini con DSA possono presentare altre difficoltà trasversali a carico delle funzioni esecutive, come ad esempio concentrazione e mantenimento dell’attenzione o memoria di lavoro.

L’interesse del nostro Presidio per la gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Il percorso del nostro Presidio dedicato ai pazienti che soffrono di questi disturbi si sviluppa grazie all’intervento di un équipe multidisciplinare composta da medici specialisti, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi e psicologi, terapisti occupazionali e personale infermieristico con l’obiettivo di assicurare un intervento riabilitativo integrato.

La dottoressa Virginia Lorenzi, logopedista all’interno del nostro Presidio, nel corso di un’intervista pubblicata su Vanity Fair, si esprime sul trattamento dedicato ai pazienti DSA: «Per far fronte ad un disturbo di apprendimento è possibile attuare misure di compenso a supporto delle abilità che risultano maggiormente deficitarie per valorizzare i punti di forza che ognuno possiede». 

Nella medesima intervista Laura Gullone, psicoterapeuta nella nostra struttura, si concentra sulla gestione della dislessia e aggiunge: «Sono proprio i meccanismi compensatori (…) ad essere invece fondamentali per ‘aggirare’ la dislessia: si tratta di mettere in atto, fin da bambini, le strategie più adatte a compensare le proprie difficoltà e valorizzare i propri punti di forza con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia e far emergere il proprio potenziale».

Clicca qui per leggere l'intervista per intero

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Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria?

2024-03-20
Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria?

 

L’incontinenza urinaria è una condizione ad alta prevalenza definita come una qualsiasi perdita urinaria attraverso l'uretra che si verifica in condizioni e tempi non appropriati per un'adeguata minzione.

Le cause dell’incontinenza urinaria nelle donne

Le cause principali dell’indebolimento del sistema sfinterico femminile possono essere due:

  • l’invecchiamento che si verifica soprattutto dopo la menopausa.
  • la maggiore sensibilità dovuta al parto, in questo caso l’incontinenza è transitoria e tende poi a risolversi.

Altri fattori che possono portare a tale condizione sono legati ad una disfunzione vescicale.

In questi casi l’organo non riesce più a distendersi adeguatamente, il muscolo vescicale detrusore si contrae anticipatamente a quello che è la minzione prevista, generando uno stimolo inaspettato e dunque un'incontinenza urinaria da urgenza.

 

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Quali consigli dare ai genitori di bambini con DSA?

2023-03-23
Quali consigli dare ai genitori di bambini con DSA?

I consigli che possiamo dare ai genitori di bambini che hanno un disturbo specifico dell’apprendimento possono essere:

- supportare il bambino nella sua quotidianità scolastica, quindi adottando una metodologia specifica e applicandola in ogni ambito.

- fornire ai bambini o ai ragazzi un metodo di studio e utilizzarlo poi nel corso del suo percorso scolastico.

- aiutare il bambino nella gestione del tempo, quindi anche a casa, aiutarlo nell'organizzazione dello studio e dei compiti
 

Si possono prevenire questi generi di disturbi?

Per prevenire l'insorgere di un disturbo specifico di apprendimento è importante riconoscere tempestivamente i segnali d'allarme e quindi intervenire precocemente con un trattamento logopedico e con un aiuto nei confronti del bambino.

Dott. Virginia Lorenzi
Logopedista

 

Come trattiamo i disturbi dell’equilibrio?

2024-03-12
Come trattiamo i disturbi dell’equilibrio?

La principale terapia per la vertigine parossistica posizionale benigna consiste nelle cosiddette manovre liberatorie.

Si tratta di movimenti del capo e del corpo che lo specialista che tratta i disturbi dell’equilibrio fa fare al paziente sul lettino, con lo scopo di fare uscire gli ammassi otolitici (piccoli calcoli) dai canali semicircolari in cui si sono incuneati.

Questo trattamento è efficace nella maggior parte dei pazienti già nella prima seduta, con una percentuale di successo dell’85%.

Cosa fare se le manovre liberatorie per gli otoliti non funzionano?

Nell’improbabile caso in cui il paziente non risponda a questa manovra si possono utilizzare farmaci sintomatici, ma più spesso vengono attuati dei protocolli di ‘habituation’, ovvero una ripetizione dei movimenti che scatenano la vertigine, al fine di indurre una forma di assuefazione al sistema nervoso centrale che lo porti ad adattarsi a questa nuova condizione portata dal disturbo.

Dopo le manovre liberatorie, alcuni pazienti possono sviluppare dei disturbi dell'equilibrio di tipo diverso: le 24 o 48 ore successive alle manovre liberatorie possono essere critiche soprattutto nelle persone anziane.

È infatti possibile che si manifestino problemi di equilibrio in ‘statica retta’ (difficoltà nel mantenere l'equilibrio in posizione statica), potenzialmente pericolosi per il paziente anziano, che viene pertanto informato adeguatamente di questa possibilità del tutto transitoria e a risoluzione rapida e spontanea.

Per quanto non sia strettamente necessario per una buona riuscita della terapia, si consiglia a tutti i pazienti di dormire per due o tre notti sul fianco dell'orecchio sano.

 

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La memoria in neuropsicologia

2024-03-08
La memoria in neuropsicologia

 

Cos’è la memoria?

Secondo la definizione in neuropsicologia, la memoria è un processo di codifica, immagazzinamento, consolidamento e recupero di informazioni e di eventi.

La memoria è una funzione cognitiva formata da diverse componenti:

  • memoria a breve e a lungo termine
  • memoria verbale
  • memoria visuo-spaziale
  • memoria procedurale
  • memoria dichiarativa (per fatti ed eventi specifici)
  • memoria anterograda (capacità di formare ricordi dopo evento che ha causato una perdita di memoria)
  • memoria retrograda (capacità di ricordare informazioni apprese prima di un evento che ha causato una perdita di memoria)

Il disturbo della memoria

Può capitare che una patologia o un evento traumatico vada a danneggiare una o più componenti: ciò determina la tipologia di disturbo della memoria.

Può succedere, ad esempio, che insorga una difficoltà nel trattenere informazioni anche per poco tempo, a causa di un deficit di memoria a breve termine. Oppure, come succede più frequentemente, si riscontra una difficoltà nell'apprendere e ricordare un’informazione dopo tanto tempo, a causa di un deficit di memoria a lungo termine.

In seguito a un danno cerebrale, può accadere che non si riescano più a recuperare ricordi remoti antecedenti l'evento traumatico, a causa di un'amnesia retrograda.

Per individuare il tipo di disturbo nella memoria è opportuno sottoporsi ad una valutazione neuropsicologica.

Il neuropsicologo, infatti, attraverso il colloquio clinico e l'utilizzo di test specifici e standardizzati, potrà delineare il profilo cognitivo ed evidenziare quali sono le risorse e le componenti deficitarie.

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La differenza tra onde d’urto radiali e focali

2024-02-20
La differenza tra onde d’urto radiali e focali

 Occorre differenziare due tipi di onde d’urto: la prima di tipo radiale, la seconda di tipo focale

La prima tipologia viene somministrata da un personale anche non medico e ha la caratteristica di non andare molto in profondità nei tessuti e, avendo uno stimolo meccanico diretto, può generare dolore durante l’applicazione.

La seconda tipologia, quella focale viene applicata esclusivamente dal personale medico

Grazie alla sua capacità di penetrare più in profondità nei tessuti, può essere più efficace nel raggiungere bersagli più profondi e nell'indurre una risposta terapeutica. Inoltre  tende ad essere meno dolorosa grazie alla sua azione più indiretta.

Entrambi i tipi di onde d'urto hanno dimostrato efficacia in una varietà di condizioni cliniche e vengono spesso utilizzati come opzioni terapeutiche non invasive per ridurre il dolore e promuovere la guarigione. Tuttavia, la scelta tra l'uso di onde d'urto radiale o focale dipende dalla specifica condizione del paziente e dalle raccomandazioni del professionista medico.

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Riabilitazione post ictus: il ciclo di cura

2024-03-04
Riabilitazione post ictus: il ciclo di cura

 

 

 

Il programma di riabilitazione post ictus è personalizzato in base allo stato di salute del paziente e punta a esercitare e recuperare tutte quelle abilità compromesse a causa della malattia, come ipostenia (indebolimento del tono muscolare), difficoltà nel movimento, mancanza di coordinazione e equilibrio.

Il Presidio Sanitario San Camillo di Torino è specializzato nel recupero del paziente post ictus. Presso la nostra struttura, infatti, è possibile eseguire l'intero ciclo di cura.

In particolare, è possibile eseguire i trattamenti in regime di ricovero ordinario, day hospital ambulatoriale e anche a domicilio.

Come funzionano le attività riabilitative al Presidio Sanitario San Camillo?

Nel ricovero ordinario, i pazienti svolgono attività riabilitative intensive per almeno 3 ore di riabilitazione quotidiana gestite dalla nostra equipe ampia e articolata, formata da:

  • medico specialista
  • fisioterapista
  • terapista occupazionale
  • logopedista
  • neuropsicologo
  • psicologo
  • personale di reparto

In day hospital il paziente prosegue i trattamenti due o tre volte alla settimana.

In regime ambulatoriale, se necessario, il paziente può continuare il suo percorso riabilitativo previa prescrizione del medico fisiatra.

Tutti questi servizi possono essere fruiti sia attraverso il Sistema Sanitario Nazionale sia privatamente.

Infine, il Presidio offre la possibilità di avere dei trattamenti domiciliari nel territorio di Torino in regime privato.

 

Le onde d’urto in campo muscolo-scheletrico

2024-03-06
Le onde d’urto in campo muscolo-scheletrico

 

Bisogna evitare di paragonare le onde d'urto in campo muscolo-scheletrico e le onde d'urto in campo urologico, ovvero quelle utilizzate per trattare i calcoli renali.

Entrambe le terapie seguono un’applicazione extracorporea (ovvero non invasiva), tuttavia vi è una differenza fondamentale.

  • Le onde d'urto utilizzate in campo urologico, nate negli anni ’90, hanno un effetto meccanico diretto sulle calcificazioni, ovvero i calcoli, che vengono frantumati in frammenti più piccoli che possono essere espulsi naturalmente dall'organismo attraverso le vie urinarie.
  • Le onde d'urto utilizzate in campo muscolo-scheletrico hanno invece un effetto indiretto sulle calcificazioni, riducendo la quantità e l'intensità della calcificazione. Questo avviene andando a stimolare il tessuto degenerato che, una volta ripristinato, andrà naturalmente a ridurre la rigidità.

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Giornata mondiale dell’ictus

2023-10-29
Giornata mondiale dell’ictus

L'ictus cerebrale, chiamato anche stroke, è uno dei problemi di salute più diffusi al mondo: con oltre 12 milioni di persone colpite ogni anno, rappresenta la principale causa di disabilità da patologia a livello planetario.

Il 29 ottobre di ogni anno è al centro dell’attenzione: la Giornata mondiale dell'ictus cerebrale è nata per promuovere attività informative e di sensibilizzazione su questo tema.

L’importanza della prevenzione nell’ictus

In occasione della Giornata Mondiale 2023, la World Stroke Organization sottolinea giustamente che la prevenzione è la chiave. Il 90% degli ictus potrebbe essere evitato con scelte di vita sagge, come una dieta equilibrata, evitare il fumo, monitorare la pressione sanguigna, il colesterolo, la glicemia e la fibrillazione atriale, nonché limitare il consumo di alcolici.

L’importanza della riabilitazione post ictus

Con numeri così rilevanti, però, non ci si può limitare alla prevenzione: è fondamentale occuparsi di come affrontare in modo completo ed efficace gli esiti da ictus. Il Presidio Sanitario San Camillo, nella funzione di ospedale specializzato in Recupero e Rieducazione Funzionale (RRF), fornisce attività di riabilitazione intensiva con la finalità di favorire e potenziare i processi di recupero dell’autonomia complessiva del paziente, compatibilmente con le menomazioni presenti, attraverso interventi valutativi, diagnostici e terapeutici multispecialistici integrati.

La Proposta di Percorso Riabilitativo Individuale 

La presa in carico parte con una Proposta di Percorso Riabilitativo Individuale (PPRI) che attraverso il lavoro congiunto del Team Ictus permette un approccio a 360 gradi. Queste le professionalità coinvolte, coordinate dal un responsabile del servizio:

  • fisioterapisti
  • terapisti occupazionali
  • logopedisti
  • neuropsicologi
  • infermieri specializzati

Riabilitazione ictus a domicilio 

Da anni il Presidio è riconosciuto come centro di eccellenza nel trattamento degli effetti dell’ictus e offriamo attività di riabilitazione anche direttamente al domicilio del paziente o nel luogo dove effettua la convalescenza.

Queste le tipologie di pazienti destinatari del servizio:

  • pazienti che desiderano eseguire al domicilio trattamenti riabilitativi specifici, o necessitano di adeguare il proprio ambiente domestico per raggiungere in sicurezza la massima autonomia possibile nelle attività della vita quotidiana
  • pazienti che richiedono trattamenti di recupero o mantenimento di abilità motorie e cognitive

Quali sono i sintomi dei disturbi specifici dell'apprendimento? Possono essere curati?

2023-02-23
Quali sono i sintomi dei disturbi specifici dell'apprendimento? Possono essere curati?

Quali sono i sintomi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

I segnali predittivi per riconoscere un disturbo specifico di apprendimento possono osservarsi già dalla scuola dell'infanzia. Ad esempio con un ritardo nel linguaggio, oppure una difficoltà di coordinazione motoria o di orientamento spazio- temporale.

Possono anche osservarsi nei primi anni della scuola primaria, ad esempio con difficoltà nell'organizzazione del lavoro o nel mantenimento della concentrazione. I bambini con DSA possono presentare inoltre altre difficoltà trasversali a carico delle funzioni esecutive, come ad esempio concentrazione e mantenimento dell’attenzione o memoria di lavoro.

Con la crescita, quindi, con l'aumentare dell'età, il bambino tende a stabilizzare le sue difficoltà e quindi le difficoltà dell'apprendimento tendono a diminuire effettuando un potenziamento di logopedia. Ciò che rimane invece è l'affaticamento.

 

È possibile curare questi disturbi?

Non è possibile curare un disturbo specifico di apprendimento. È possibile però compensare il disturbo adottando le giuste strategie, i giusti strumenti per aiutare il bambino nelle sue difficoltà.

 

Dott. Virginia Lorenzi
Logopedista

 

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Giornata internazionale della sindrome di Asperger

2024-02-16
Giornata internazionale della sindrome di Asperger

Attività di informazione e sensibilizzazione vengono organizzate per la Giornata internazionale della sindrome di Asperger ogni 18 febbraio, nel giorno di nascita dello psichiatra austriaco che per primo descrisse questa sindrome nel 1943: Hans Asperger.

Cosa è la sindrome di Asperger?

Si stima che 44 milioni di persone nel mondo siano Asperger, una delle possibili varianti dei Disturbi dello Spettro Autistico, caratterizzata da ridotte capacità   comunicative e di socializzazione.

Quando viene individuata, solitamente, la sindrome di Asperger?

Le prime manifestazioni compaiono durante l'infanzia, attorno ai 2-3 anni. Tuttavia è quando il soggetto inizia il suo percorso scolastico, che lo porta a interagire con i pari, che solitamente risulta più facile identificare la sindrome di Asperger.

Quali sono le peculiarità della sindrome di Asperger?

La sindrome di Asperger è considerata una forma lieve di autismo; con quest’ultimo, infatti, condivide alcune caratteristiche cliniche tra cui:

  • difficoltà di interazione sociale
  • problemi di comunicazione
  • comportamenti ripetitivi e stereotipati
  • attività e interessi limitati
  • iperattività e deficit dell’attenzione
  • ansia e depressione

Come lavoriamo insieme alle persone appartenenti allo spettro autistico?

Il Presidio Sanitario San Camillo è tradizionalmente specializzato nel trattamento dei Disturbi dello Spettro Autistico.

Dal 2003 il Servizio di Day Hospital riabilitativo è un programma specificamente dedicato all’età pediatrica, con una grande attenzione alle famiglie, attraverso un percorso di presa in carico istituzionale in collaborazione con le Strutture Complesse di Neuropsichiatria infantile, i Servizi Socio-Assistenziali dei Comuni della città metropolitana e gli Istituti Scolastici.

L’inaugurazione della Stanza Multisensoriale per i Disturbi dello Spettro Autistico

Il 25 gennaio 2024 è stata una giornata molto importante per questo percorso, in quanto è stata inaugurata la Stanza Multisensoriale: uno spazio innovativo che aiuta i bambini nella comprensione e nella decodifica degli stimoli sensoriali.

Attraverso impulsi luminosi e oggetti con forme e consistenze diverse, i piccoli ospiti vengono accompagnati ad avvicinarsi verso stimoli esterni, gestiti in un modo gradualmente sempre più diretto. L’obiettivo è quello di intervenire sugli stati di disregolazione comportamentale e sui disturbi sensoriali, oltre a costituire un contesto privilegiato per l’interazione nel processo di riabilitazione.

 

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Valutazione neuropsicologica: strumenti e obiettivi

Valutazione neuropsicologica: strumenti e obiettivi

Lo stato neurocognitivo del soggetto può essere valutato dallo specialista in neuropsicologia attraverso:

  • colloqui clinici individuali
  • osservazione del comportamento
  • somministrazione di test neuropsicologici standardizzati

Questi strumenti permettono di indagare le funzioni attentive, di linguaggio, pratiche e percettive del soggetto, valutare eventuali cambiamenti, emotivi e comportamentali, e analizzare come queste difficoltà incidano sulle normali attività di vita quotidiana.

In questo modo, il neuropsicologo può ottenere una fotografia globale del funzionamento cognitivo del soggetto e provvedere all’identificazione di un iter di recupero insieme agli altri specialisti del team.

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Formazione avanzata: la parola ai professionisti

2024-02-08
Formazione avanzata: la parola ai professionisti

 

Frederique, giovane fisioterapista, racconta la sua esperienza nel frequentare i nostri corsi di formazione avanzata e in particolare quello relativo all’approccio riabilitativo con il metodo Pilates, nell'edizione 2023.

Lo descrive come un’esperienza che è riuscita a fornirle degli strumenti utili per: 

  • approfondire la conoscenza dei meccanismi di funzionamento del cuore e in generale del pilates, 
  • acquisire diversi spunti per proporre nuovi esercizi ai suoi pazienti, non soltanto quelli che soffrono di lombalgia o di patologie in generale legate al rachide, a tutte le tipologie di pazienti su cui è utile proporre un esercizio terapeutico.
  • avere una maggiore consapevolezza sul funzionamento di alcuni muscoli stabilizzatori

Afferma infine che questo tipo di esperienza formativa ha avuto una ricaduta positiva non solo sulla sua professione ma anche sulla sua crescita personale

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Quali rischi comporta la disfagia?

2024-02-07
Quali rischi comporta la disfagia?

La disfagia: sintomi e rischi della patologia

 

I disturbi della deglutizione possono portare a gravi rischi di varia natura. Ad esempio il soffocamento per ostruzione, oppure il passaggio di cibi o liquidi nelle vie aeree: tali problemi possono causare una polmonite ab ingestis. Per questo è fondamentale intervenire precocemente con un trattamento mirato.

I principali sintomi dei disturbi della deglutizione possono essere sia di tipo fisico che comportamentale. Ad esempio, i sintomi fisici possono essere la tosse durante o dopo il pasto, la presenza di una sensazione di soffocamento durante o dopo la deglutizione, oppure la voce gorgogliante durante la deglutizione.

Invece i sintomi di tipo comportamentale possono fare riferimento a un cambiamento delle abitudini alimentari del soggetto, ad un’eccessiva lentezza nell’esecuzione del pasto oppure a uno scarso appetito.

La diagnosi della disfagia può venire in seguito a una valutazione clinica effettuata dal terapista, quindi dal logopedista, e attraverso una valutazione strumentale effettuata dal medico.

Il trattamento dei disturbi della deglutizione è di tipo individuale a seconda di ogni singolo paziente: esso consiste in esercizi di rinforzo delle strutture coinvolte nell’atto deglutitorio e nell’impostazione di manovre e posture di compenso, oltre a consigli comportamentali da dare al paziente. Tutti questi consigli vengono condivisi inoltre con i principali caregiver del paziente, per fare in modo che l’alimentazione avvenga nella maniera più sicura anche a casa.

È possibile prevenire i disturbi della deglutizione adottando alcune misure comportamentali: ad esempio, si può provare a posizionare il paziente in modo corretto durante il pasto, chiedergli di effettuare bocconi di piccole dimensioni e di masticare bene singolarmente, di bere acqua a piccoli sorsi dal bicchiere e di evitare distrazioni durante i pasti.

 

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Corsi di formazione avanzata: la parola ai professionisti

2024-02-02
Corsi di formazione avanzata: la parola ai professionisti

Il nostro Presidio offre un programma di formazione avanzata molto varia che viene sviluppata ogni anno. 

Le proposte vengono selezionate da un comitato scientifico, in maniera tale che siano in linea con le evidenze scientifiche più recenti e grazie alle quali il professionista che partecipa a questo tipo di corsi potrà ricevere una formazione avanzata, completa e approfondita.

Sia che il professionista lavori in ambito neurologico sia che si occupi dell’ambito ortopedico, ha la possibilità di ricevere una formazione completa anche nei diversi ambiti della riabilitazione.

 

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Riabilitazione post ictus: i passaggi fondamentali

2024-01-29
Riabilitazione post ictus: i passaggi fondamentali

 

Il programma di riabilitazione post ictus è personalizzato in base allo stato di salute del paziente e punta ad esercitare e recuperare tutte quelle abilità compromesse a causa della malattia, come ipostenia, difficoltà nel movimento, mancanza di coordinazione e equilibrio.

I passaggi fondamentali nella riabilitazione post ictus

Le tappe fondamentali per il recupero sono diversi e molteplici; si inizia esercitando dei passaggi posturali, lavorando sul recupero della funzione di trasferimento da un letto a una carrozzina e viceversa. Congiuntamente a questo aspetto ci si concentra sul controllo del tronco, ovvero la capacità del paziente di mantenere la stazione seduta senza appoggi.
L’obiettivo successivo sarà quello di mantenere la statica eretta con un appoggio fisso e poi di conseguenza con un appoggio mobile scelto dal terapista come più idoneo, ad esempio un tripode o un bastone.

Il paziente potrà quindi iniziare l’esercizio al cammino prima in un ambiente protetto, all'interno dell’ospedale per esempio e in seconda battuta anche all’ esterno

Durante il ciclo riabilitativo si cercherà di rendere autonomo il paziente nell’affrontare tutte le barriere architettoniche che può incontrare in città, compresa l'esecuzione delle scale.

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Dicono di noi

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