Presidio San Camillo: centro di riferimento regionale per la cura dell’Osteoporosi

2021-05-26
Presidio San Camillo: centro di riferimento regionale per la cura dell’Osteoporosi

Centomila persone si fratturano il femore ogni anno in Italia, più di 7000 nella Regione Piemonte. Di queste persone, una ogni 5 muore per le conseguenze della frattura e più della metà di quelle che sopravvivono perde definitivamente la capacità di camminare o di vestirsi, lavarsi o svolgere altre attività della vita quotidiana senza bisogno di aiuto.

All’origine delle fratture di femore sta quasi sempre l’osteoporosi, che rende lo scheletro fragile: le ossa vanno incontro a fratture anche in assenza di traumi o con traumi minimi. La fragilità riguarda tutto lo scheletro e le fratture possono colpire così come il femore molte altre ossa, dalle vertebre alle coste, dalle ossa del polso a quelle della spalla, bacino, gamba e così via.

La Regione Piemonte ha da alcuni anni individuato pochi Centri Specializzati sul proprio territorio per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi. Il Presidio Sanitario San Camillo di Torino è sede di uno dei Centri regionali. Si può accedervi tramite visita specialistica ambulatoriale. In quell’occasione il medico definisce qual è la gravità dell’osteoporosi (cioè qual è il rischio della persona di andare incontro a fratture) e individua quando possibile una causa specifica della fragilità dello scheletro.

Molte volte il medico si avvale della densitometria ossea eseguita nel Presidio con tecnica Dual Energy X-ray Absorptiometry (DXA): l’esame fornisce informazioni preziose sulla quantità di osso (massa ossea) e con l’integrazione del software Trabecular Bone Score (TBS), anche sulla sua qualità che contribuisce a definirne la resistenza. Altri esami radiologici e di laboratorio possono essere utili per completare la valutazione della fragilità scheletrica che comincia sempre e comunque dalla visita medica e dalla raccolta accurata di informazioni sullo stato di salute e sulle abitudini di vita.

La cura è di regola più efficace quando viene individuata una causa: curare la malattia causa di osteoporosi consente di curare al meglio l’osteoporosi. In ogni caso vengono fornite indicazioni relative allo stile di vita (alimentazione, attività fisica e abitudini voluttuarie) e per la prevenzione del deficit di vitamina D. Alle persone con osteoporosi più avanzata vengono riservati i farmaci, inclusi quelli iniettivi, di ultima generazione, che rinforzano lo scheletro e riducono efficacemente il rischio di frattura. Trattandosi di farmaci, per quanto in genere siano ben tollerati, il loro utilizzo è giustificato solo se il rischio di frattura è elevato.

Oltre alla fragilità dello scheletro c’è un’altra componente non meno importante che determina il rischio di fratture: la tendenza a cadere. Dopo i 65 anni una persona su 3 cade almeno una volta l’anno e dopo gli 80 anni una persona su 2. È importante capire se e come cade una persona. Molte volte per prevenire nuove cadute bastano provvedimenti facili da attuare e intuitivi come utilizzare calzature appropriate, sedersi su sedie stabili con braccioli, evitare l’uso di cera per pavimenti o svolgere attività a rischio in condizioni di sicurezza (per esempio indossare i pantaloni o la gonna da seduti).
La riabilitazione delle turbe dell’equilibrio da parte dell’equipe specializzata del Presidio interviene in casi selezionati. I fisioterapisti del Presidio hanno poi un ruolo decisivo quando una frattura si è comunque manifestata per ottimizzare il recupero funzionale, contrastare il dolore e favorire la ripresa della partecipazione alla vita familiare e sociale.

Dottor Marco Di Monaco
Specialista in Medicina fisica e riabilitazione, specialista in Endocrinologia e Malattie del ricambio

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