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Le vertigini improvvise sono preoccupanti?

2024-10-31
Le vertigini improvvise sono preoccupanti?

Presso il Presidio è attivo dal 2000 un servizio specialistico riabilitativo aperto alle persone che soffrono di disturbi dell'equilibrio e vertigini. Il servizio si rivolge a tutti coloro che necessitano di supporto per affrontare difficoltà legate alla stabilità posturale e alla percezione spaziale, offrendo percorsi terapeutici su misura, volti a migliorare la qualità della vita dei pazienti. I disturbi dell'equilibrio possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana, compromettendo la capacità di svolgere le attività più comuni e causando notevoli disagi. Tuttavia, vi sono circostanze in cui la comparsa di tali sintomi richiede un intervento medico urgente.

 

Le vertigini possono indicare patologie gravi?

Quando i disturbi dell'equilibrio si manifestano improvvisamente e in modo acuto, è importante non sottovalutare la situazione. La comparsa repentina di problemi di equilibrio potrebbe essere il campanello d'allarme di patologie più serie e potenzialmente pericolose per la vita. Se i sintomi non regrediscono in pochi minuti o tendono a peggiorare, è cruciale rivolgersi immediatamente a un medico, poiché potrebbero essere la spia di condizioni come l'ictus o altre patologie cerebrovascolari.

 

 

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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.

Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.

 

Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano

Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.

Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:

 

"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”

 

Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:

"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”

 

Leggi l’articolo per intero su La Stampa

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