Il Bilancio Sociale 2018: tante storie per raccontare come opera concretamente il San Camillo

2019-07-10
Il Bilancio Sociale 2018: tante storie per raccontare come opera concretamente il San Camillo

Il 18 settembre San Camillo presenterà il Bilancio Sociale 2018: si tratta di un appuntamento particolarmente importante per il Presidio Sanitario. Ne parliamo con Marco Salza, Direttore generale dell'ospedale.

Perché il San Camillo si è dotato di un Bilancio Sociale?
Per motivi diversi. In primo luogo, perché riteniamo che sia un momento di sintesi e di verifica al nostro interno di quello che è stato l'andamento dell'ospedale. In secondo luogo, per un motivo di trasparenza rispetto a una responsabilità che sentiamo importante nei confronti del Servizio Sanitario regionale, che ci affida - attraverso la convenzione - un budget significativo, che abbiamo il dovere di utilizzare nel miglior modo possibile e in maniera trasparente. Infine perché vogliamo comunicare ai nostri principali stakeholder le iniziative, i progetti e le attività che il Presidio è riuscito a portare avanti nel corso dell'anno, con successo oppure con fatica.

Che cosa troveremo nel Bilancio Sociale 2018?
Siamo all'ottava edizione di questa iniziativa e ci siamo resi conto che erano importanti due elementi fondanti. Il primo è che un Bilancio Sociale non deve essere un'autocelebrazione. Per questo motivo la sua redazione avviene attraverso il coinvolgimento di due partner importanti come il Dipartimento Management dell'Università di Torino e l'Ordine di commercialisti revisori contabili della Provincia di Torino che certificano il documento: lo scriviamo noi, ma passa attraverso questo filtro significativo.

E il secondo?
Ci siamo detti come fosse importante cercare di dare una svolta anche al documento. Traduco: continueremo a seguire il Metodo Piemonte per il Bilancio Sociale, promosso dall'Ordine dei commercialisti. Però, restando fedeli a questo metodo, vogliamo dare una rappresentazione diversa del Presidio, attraverso una metodologia interna nostra. In anni passati il Bilancio Sociale forniva una immagine dell'ospedale molto spezzettata in diversi servizi, non fotografando lo spirito di stretta collaborazione e relazione che invece vige, come metodologia di lavoro, all'interno del San Camillo. Così quest'anno non assisteremo a un mero elenco dei diversi servizi ma abbiamo deciso di raccontare delle storie. Vale a dire: raccogliere i progetti più significativi e trasversali tra i diversi servizi che hanno caratterizzato il 2018 e che hanno avuto più o meno successo. Queste storie faranno sempre riferimento, proprio perché vogliamo rimanere agganciati al Metodo Piemonte, ai diversi capitali che caratterizzano il San Camillo: Umano, Intellettuale, Sociale-Relazionale, Naturale, Finanziario-Organizzativo. Al loro interno saranno rappresentate alcune delle esperienze più importanti che ci hanno visti maggiormente impegnati nel 2018.

Perché è nata questa esigenza?
Per sottolineare una delle caratteristiche più pregnanti del nostro ospedale, che è monospecialistico e che si occupa soprattutto di riabilitazione: è caratterizzato da una modalità di lavoro che potrebbe apparire scontata, ma che in realtà non lo è. Ovvero, la stretta collaborazione tra i diversi servizi. Se, per esempio, un paziente ha un ictus, è seguito dal gruppo dei medici, e poi dagli infermieri. dai fisioterapisti, dai logopedisti, dai terapisti occupazionali, dagli psicologi, dai neuropsicologi: una quantità notevole di professionisti diversi. Per questo diventano fondamentale la comunicazione e la costruzione di progetto riabilitativo tra tutti questi servizi. Uno dei punti di forza è lavorare con modalità di condivisione del progetto. Da qui l'idea di raccontare delle storie che siano il più trasversali possibile, che abbiano coinvolto più servizi possibili, elemento caratterizzante del nostro modo di lavorare.

Un esempio?
Ce ne sono alcune di cui siamo più orgogliosi. Come il Foglio Unico di Terapia, che ci permette di gestire la logistica del paziente e di avere una organizzazione della giornata riabilitativa del nostro utente più ricca e performante. E poi il progetto su attenzione e cura dei caregiver. Fanno parte delle storie che racconteremo, utili come esperienze da diffondere.

Ma parlate anche di quello che non avete raggiunto.
Per una questione di obiettività, perché ci sono progetti che, ahimé, a volte falliscono: e si migliora anche prendendo coscienza di errori e di esperienze che non sono andate perfettamente in porto. Tutto fa parte della storia dell'ospedale e tutto aiuta a far crescere.

Come si pone il San Camillo all'interno del panorama sanitario piemontese?
La presentazione del Bilancio Sociale è un'altra modalità con cui difendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale. È un momento storico particolarmente difficile perché le risorse sono sempre più limitate. Abbiamo la necessità di utilizzarle correttamente e in modo appropriato. Per questo vogliamo collaborare con il Servizio Sanitario Nazionale nella ricerca ulteriore della tutela della salute, che sentiamo come un principio cui facciamo riferimento, in quanto Presidio, e quindi struttura equiparata al pubblico.

Ha parlato della collaborazione tra i vari servizi: i vostri degenti la avvertono?
Penso che la migliore risposta venga dai questionari di gradimento che misurano la qualità dell'offerta che riusciamo a dare ai nostri pazienti, dati di cui essere assolutamente orgogliosi: una percentuale altissima dichiara la sua soddisfazione rispetto a quanto ricevuto quando è nostro ospite. Sono dati online, tutti i pazienti che escono dal San Camillo compilato un questionario che semestralmente raccogliamo e verifichiamo. Ci permette di cercare di correggere anche i limiti.

A proposito di online: troveremo il Bilancio Sociale sul sito del San Camillo.
Ospiterà la parte tabellare, nell'ambito di un discorso legato alla trasparenza e alla comunicazione. Tutti potranno trovare dati e numeri che hanno caratterizzato il 2018. Invece il 18 settembre, giorno della presentazione, distribuiremo un documento cartaceo, che racconterà essenzialmente quelle storie cui ho già accennato.

Qual è il suo auspicio come Direttore generale del San Camillo?
La condivisione del Bilancio Sociale viene al termine di un cammino. Nell'ottica della tutela della salute e della collaborazione che vogliamo avere con il Servizio Sanitario Regionale, sono convinto che si possa migliorare decisamente tutto quanto avviene prima del Bilancio Sociale, con la pianificazione e la sottoscrizione di accordi che dobbiamo prendere con SSR e ASL. Se c'è un auspicio è che gli spazi di dialogo e confronto, con le finalità accennate, siano ancora più ampi e numericamente più significativi di quanto già avviene.

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