Anche quest’anno torna la Giornata Mondiale della consapevolezza sull’autismo (World Autism Awereness Day) istituita ormai nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU. Un’occasione per riflettere sui diritti delle persone che soffrono di autismo e sugli interventi necessari a garantire loro la tutela della salute e i miglioramento delle condizioni di vita.

Come centro di riabilitazione dei disturbi dello spettro autistico, sappiamo bene quanto sia importante da un lato la una presa in carico del paziente fin dal primo momento, dall'altro l’organizzazione dell’ambiente in cui il paziente vive. Basti pensare al nostro progetto relativo alla stanza multisensoriale, sviluppata per aiutare a combattere il disagio e a prevenire comportamenti degenerativi.

La consapevolezza e la sensibilizzazione partono proprio dall’informazione; scopriamo insieme ai nostri specialisti, l’andamento di questo fenomeno del nostro territorio.

L’autismo in numeri

Soltanto fino a 20-25 anni fa si parlava di quattro soggetti affetti da autismo ogni 10.000, nel tempo abbiamo avuto una crescita esponenziale a livello internazionale di inquadramento diagnostico, con molti parametri di appropriatezza.

Al giorno d'oggi se parliamo dello spettro autistico quindi alto, medio e basso funzionamento, possiamo affermare che in Italia siamo arrivati ad avere una diagnosi di 1 bambino ogni 75 all’incirca. Ciò significa che ogni due classi e mezza c'è un bambino che può avere un funzionamento di questo tipo.

Negli Stati Uniti parliamo già di frequenze 1 su 54, 1 su 55. Quindi vuol dire che nel territorio italiano possiamo avere uno 6000 soggetti con queste caratteristiche.

Parliamo dell'età infantile e parliamo anche dell'età adulta, con dei dati che sono stimati sommariamente. Soprattutto nei nuovi nati abbiamo annualmente, se correttamente diagnosticati, all’incirca 4000 bambini a rischio.

Le politiche sociali al servizio dell' autismo

Questi dati si riverberano in modo esponenziale su quelle che sono le politiche sociali.

Un investimento precoce permette di avere delle traiettorie evolutive che poi non ricadranno in età adolescenziale su un costo a livello sociale, ambientale, politico, sanitario di entità spropositata.

Stiamo parlando di soggetti che non hanno una autonomia nella propria vita di tutti i giorni e nella gestione delle mansioni quotidiane; dunque si può immaginare quali siano i costi, i vissuti e quello che prospettiamo come futuro di vita per loro e per le loro famiglie.

Dottor Giovanni Geninantti Neni
Neuropsichiatra infantile