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Giornata internazionale della disabilità
La Giornata internazionale della disabilità, istituita per promuovere la consapevolezza e il rispetto dei diritti delle persone disabili, rappresenta un'importante occasione per riflettere sulle sfide quotidiane che affrontano con le loro famiglie e per valorizzare i progressi della ricerca e della tecnologia nel migliorare l’autonomia e l’inclusione sociale.
Trattamenti e terapie per la disabilità neurologica e motoria
Tra le forme di riabilitazione offerte dal Presidio San Camillo, i programmi dedicati alla disabilità si distinguono per il loro approccio personalizzato. Questi percorsi mirano a supportare pazienti con deficit neurologici o motori, utilizzando strumenti avanzati e metodi innovativi. Tecnologie come i dispositivi di stimolazione sensoriale e le tecniche di riadattamento ambientale giocano un ruolo decisivo nell’aiutare le persone a superare le barriere quotidiane legate alla loro condizione, con un’attenzione particolare alla promozione dell’autonomia e alla qualità della vita.
I percorsi specifici di riabilitazione motoria includono l’utilizzo di tecnologie assistive e interventi mirati in base alle necessità. Questo approccio garantisce un sostegno concreto a persone di ogni età, fornendo strumenti e percorsi personalizzati per affrontare le sfide quotidiane con maggiore fiducia e indipendenza.
Il servizio di Neuropsicomotricità infantile
Il servizio di neuropsicomotricità infantile del Presidio San Camillo è un chiaro esempio dell’impegno della struttura per il trattamento integrato delle disabilità sensoriali e motorie. Si distingue per l’uso di metodologie avanzate e strumenti specifici, pensati per favorire lo sviluppo e l’integrazione. Attraverso attività ludiche strutturate, si lavora sulla coordinazione motoria, sulla percezione spaziale e temporale, sul potenziamento delle capacità relazionali ed emotive. Tra gli interventi più utilizzati, spiccano gli esercizi di stimolazione motoria con attrezzature adatte ai bisogni dei piccoli pazienti, come superfici morbide e materiali sensoriali. Inoltre, vengono proposte attività volte a migliorare il controllo posturale e la capacità di interazione, fondamentali per favorire l’autonomia e l’integrazione del bambino nel suo contesto di vita quotidiana. Questo approccio personalizzato garantisce un supporto concreto e mirato, coinvolgendo attivamente anche le famiglie nel percorso riabilitativo.
Carrozzina A.L.B.A.: autonomia e innovazione
Un esempio concreto dell’impegno del Presidio verso l’innovazione è rappresentato dalla carrozzina A.L.B.A., una soluzione all’avanguardia per persone con disabilità motorie. Grazie al suo sistema di guida autonoma, la carrozzina consente di muoversi in modo sicuro e indipendente, restituendo una maggiore libertà nei movimenti e migliorando sensibilmente la qualità della vita. Questo strumento non è solo una conquista tecnologica, ma anche un simbolo dell’approccio centrato sul paziente che caratterizza il Presidio.
Tornare a guidare dopo un ictus: un percorso possibile
Il Presidio San Camillo di Torino offre un percorso dedicato per supportare le persone che desiderano tornare a guidare dopo aver subito un ictus. Questo processo, personalizzato per ogni paziente, prevede una valutazione approfondita delle capacità motorie, cognitive e sensoriali necessarie per una guida sicura. Grazie alla collaborazione tra medici specialisti, terapisti e consulenti, vengono proposte soluzioni mirate, tra cui esercizi riabilitativi specifici e, se necessario, adattamenti tecnologici ai veicoli. L’obiettivo è restituire autonomia e fiducia ai pazienti, aiutandoli a superare le difficoltà e a ritrovare una parte importante della loro indipendenza quotidiana.
Un impegno concreto per una società più inclusiva
Nata nel 1981, nel contesto della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, questa giornata è stata ufficialmente riconosciuta per sensibilizzare il pubblico e le istituzioni sulle difficoltà quotidiane vissute da loro e da chi li assiste, oltre che per celebrare i progressi raggiunti. In Italia, il significato della giornata si riflette nelle numerose iniziative e percorsi volti a promuovere l’autonomia e il benessere delle persone con disabilità, delle loro famiglie o di chi se ne occupa.
Tra queste, anche quelle promosse dal Presidio San Camillo di Torino, che rinnova il suo impegno con percorsi innovativi integrati da tecnologie all’avanguardia per garantire un servizio riabilitativo di eccellenza, mettendo il paziente al centro del percorso e adottando soluzioni che rispondano concretamente ai suoi bisogni.
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Mi chiamo Alessandra Comazzi, sono giornalista, torinese, ho 67 anni e sono neuropatica. Mi occupavo di spettacoli, facevo il critico televisivo per un quotidiano, La Stampa. Adesso mi occupo soprattutto di tornare a camminare e di reimparare a usare le mani. Un bel salto anche emotivo. Perché c’è la fede, certo, ma poi ci sono la carità, e la speranza. Le tre virtù cardinali. E ho imparato che forse, in certi momenti difficili, proprio la speranza è la virtù più impervia.
Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.
Leggi la testimonianza nell'articolo de L'Osservatore Romano
Alessandra Comazzi, giornalista piemontese, racconta in modo profondo e coinvolgente la sua malattia e l’esperienza fatta tra le mura del nostro Presidio.
Ecco qualche breve stralcio dell’articolo:
"Rosso 32. Era il mio codice identificativo al San Camillo, il presidio sanitario che a Torino è specializzato in riabilitazione. I reparti dell’ospedale hanno il nome dei colori, Verde, Giallo, Lilla, Azzurro e, appunto, Rosso. Il 32 era il numero del mio letto. Un modo, forse, per colorare la vita dei pazienti affetti da menomazioni e disabilità, molti dei quali con validi motivi per vedere la vita in nero fosco, al massimo grigio. Potrebbe sembrare un modo puerile per affrontare la sofferenza, ma i padri Camilliani sanno quello che fanno.”
Infine aggiunge un ringraziamento molto speciale:
"La mia è una semplice testimonianza, non ho competenze tecniche o scientifiche. In questo percorso che non è solo riabilitativo, ma è anche di fede e ringraziamento, vorrei restituire a tutte le donne e gli uomini che mi sono stati e mi sono vicini, qualcosa di quello che mi è stato donato. Il dono di medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi, è stata una continua ricerca di senso, oltre che di professionalità”
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